L’involuzione della specie: da Darwin alla filosofia del piccione

La cultura che viene oggi promossa dalla televisione e dai programmi trash  io la chiamo la Filosofia del Piccione:
mangiare, bere, sporcare e non capire niente…
(nemmeno quando poi il piccione viene fatto arrosto).

Pennacchio di cenere del vulcano Planchon-Peteroa (Cile)

Questa foto della Nasa ripresa dall’Earth Observing-1, mi ha fatto ritornare in mente un  saggio del celebre Charles Darwin pubblicato per  la Geological Society nel 1838 intitolato “Sulla connessione che esiste tra certi fenomeni vulcanici nel Sud America e la formazione di catene di montagne e di vulcani, come effetti della stessa forza per cui vengono sollevati i continenti1.

Charles Darwin era un naturalista, e nel 1835, anno in cui scrisse il saggio, non si conosceva ancora la deriva dei continenti e le placche tettoniche. Ma non era uno stupido o un visionario, come alcuni integralisti religiosi fanatici del biblico creazionismo vogliono far credere. Vide un plausibile nesso tra il terremoto del 20 febbraio 1835 in Cile, la precedente eruzione del vulcano Osorno a cui assistì e le formazioni geologiche e naturali che osservò esplorando le Ande durante il suo lungo viaggio col brigantino Beagle.
Ora magari alcune supposizioni di Darwin possono farci sorridere, ma lui era figlio del suo tempo e delle sue conoscenze. Oggi abbiamo portato avanti le sue e le nostre conoscenze, quindi se troviamo delle inesattezze sulle teorie di Darwin come ad esempio sull’evoluzione della Vita (non sull’impianto ma sull’interpretazione di alcuni dati) lo si deve unicamente ad una maggiore comprensione che abbiamo oggi della meccanica evolutiva.

Andando oltre Darwin, c’è chi ancora si briga di raccontarci che la Terra è piatta, che Galileo Galilei e  Keplero avevano torto, che l’uomo moderno non è mai stato sulla Luna, mentre gli Antichi 2  facevano le piramidi usando forze occulte e spostavano i blocchi di pietra di Stonehenge col pensiero o magari  con l’aiuto di qualche alieno, come quello che qualche sedicente esperto asseriva avesse  manomesso la Voyager 2.
Quando sento di queste notizie, non so se arrabbiarmi o riderci su, allora mi prende lo sconforto.
Penso alle migliaia di studenti (e mi fermo a questo Paese) a cui è stata tolta la geografia come materia di insegnamento, mentre non viene toccata l’ora di indottrinamento religioso (la chiamo così perché non è insegnamento delle religioni) e si vuole donare loro una Bibbia, forse perché nell’era dei navigatori satellitari non serve sapere i nomi dei fiumi, le regioni che attraversano, i nomi dei mari in cui ogni agosto, come animali al pascolo, vengono spinti, magari pregando che durante il tragitto il mezzo di trasporto non si rompa e li faccia arrivare a destinazione.
Penso a quelli che la mattina nemmeno si vestono senza consultare gli oroscopi, o si rivolgono ai maghi  o alla televisione per ogni problema, quando spesso basta andare dal medico per i problemi di salute o da un amico che sappia ascoltare per gli altri.
Penso alla dilagante ignoranza che sta sommergendo  questo Paese che aveva dato i natali ai Ragazzi di Via Panisperna, Galileo Galilei e Leonardo da Vinci, a centinaia di migliaia di ricercatori poi costretti ad emigrare, nonostante gli innumerevoli sacrifici delle loro famiglie e di loro stessi.
Penso al colpevole disinteresse per la trasmissione della conoscenza contrapposto all’interesse squisitamente politico di avere un popolo ignorante e passivo che non sa porre domande e avanzare  legittime pretese.
Penso all’ignavia della classe politica di questo Paese, succube alle ingerenze illecite e anticostituzionali di uno Stato estero che impone la sua visione limitata, distorta e molto di parte della Scienza in funzione della restaurazione del potere temporale che aveva temporaneamente perso 140 anni fa.

Ora facciamo un gedankexperiment (esperimento ideale): un alieno cosa potrebbe pensare di noi?
Che stiamo regredendo nello stato intellettivo in maniera caotica e disordinata: invece di dare spazio alla conoscenza, la stiamo eliminando dal futuro dei nostri figli,  in compenso diamo largo respiro all’ignoranza e alla superstizione: 2012, Nibiru, il geocentrismo, la Terra piatta, il creazionismo, l’odio per la diversità e l’omologazione del pensiero unico. Sicuramente penserà, a ragione, che non potrà esserci una prospettiva futura per un popolo così.

Note:

  1. http://www.darwinproject.ac.uk/home
  2. quelli che mangiavan la buccia e buttavano i fichi…

Umberto Genovese

Autodidatta in tutto - o quasi, e curioso di tutto - o quasi. L'astronomia è una delle sue più grandi passioni. Purtroppo una malattia invalidante che lo ha colpito da adulto limita i suoi propositi ma non frena il suo spirito e la sua curiosità. Ha creato il Blog Il Poliedrico nel 2010 e successivamente il Progetto Drake (un polo di aggregazione di informazioni, articoli e link sulla celebre equazione di Frank Drake e proposto al l 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics) “Cercando tracce di vita nell’Universo” (2012, San Marino)) e collabora saltuariamente con varie riviste di astronomia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro "Interminati mondi e infiniti quesiti" sulla ricerca di vita intelligente nell'Universo, riscuotendo interessanti apprezzamenti. Definisce sé stesso "Cercatore".
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2 commenti:

  1. molti di noi sono costretti a fuggire verso luoghi piu attendibili per creare cio che la propria inventiva e il proprio sapere gli da…gli alieni???tutti parlano di un contatto imminente a me fanno solo ridere…il piccione ???neanche ci accorgiamo che quel piccione ci sta cagando in testa a tutti e noi invece di aprire l'ombrello guardiamo a bocca aperta lo "spettacolo" che ci dona….

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