Gli smartphone moderni sono molto più che dei semplici strumenti di comunicazione. Opportune configurazioni e programmi possono perfino essere usati nell’astronomia amatoriale, e non solo per stabilire semplici effemeridi.
Dal 26 al 28 febbraio scorso il più elusivo dei pianeti visibili ad occhio nudo, Mercurio, era alla sua massima elongazione orientale, cioè alla sua massima distanza angolare dal Sole (18.1°) in direzione est. Quello è il miglior momento per poterlo osservare, immerso nelle luci del crepuscolo vespertino, anche se va detto che non sempre è facile.
Non sempre porto con me le fotocamere, i cavalletti — e i loro attacchi — e tutto il resto; ma lo smartphone sì. Quando presi questo nel lontano 2016, lo scelsi per la sua fotocamera interna: essa era tra le migliori che offriva allora il mercato e il software di gestione dello scatto era tra i più versatili ed evoluti dell’epoca. In verità esistono applicazioni terze che vantano all’incirca le stesse caratteristiche, ma l’app originale è studiata proprio per offrire il massimo dal suo hardware — come ad esempio registrare gli scatti nel formato RAW — e le fotografie che riesce a produrre lo dimostrano ampiamente.
Ma non meno importante è la funzione di geolocalizzazione, quella che manda in bestia tanti paranoici della privacy, ad essere essenziale. Questa funzione, cooordinandosi coi sensori cinetici e della bussola, è in grado di rintracciare ed evidenziare la posizione degli oggetti nel cielo proiettandola sull’ampio display principale: una specie di realtà aumentata per astrofili.
Queste non sono certo grandiose quanto le immagini ottenibili con sensori CCD iper raffreddati e costosissime montature motorizzate ma in un certo senso le preferisco così: ottenere belle foto con mezzi non espressamente progettati per il medesimo scopo, lo trovo immensamente appagante. E sapete una cosa? Nonostante pose lunghe dell’ordine di decine di secondi (posso arrivare fino a 30, come le comuni reflex), qui non è stato fatto uso di alcun cavalletto ma di un più banale borsetto come appoggino e uno stecco come zeppa (può testimoniarlo il mio buon amico Stefano che in genere mi accompagna in queste sortite).
Quindi ricapitolando, possedere non soltanto un telefono assai evoluto ma addirittura un computer che mi aiuta, quando questo potesse servire, a riconoscere la posizione degli astri nel cielo in tempo reale, e le effemeridi di qualsiasi oggetto visibile, è una cosa per me preziosa. E le foto che qui vi presento ampiamente lo dimostra:
Confermo tutto, aggiungo che abbiamo provato anche con portafoglio e limette per unghie di legno, per bloccare il cellulare, poi il legnetto e il borsetto sono stati prodigiosi. Volevo provare anche io a fare qualche foto al cielo, ma il mio cellulare (huawei p10 lite) non so se ci riuscirebbe. Ho visto sulla rete che ci sono varie App, ma tutte a pagamento( anche se con prezzo molto basso). Il problema è che non saprei quale potrebbe essere la migliore. Cosa mi consiglieresti?