Scrivere una recensione completa di CHDK richiederebbe senz’altro un libro, mi limito qui solo a illustrare le caratteristiche che ritengo più importanti per un uso scientifico.
La possibilità di memorizzare le immagini in formato RAW non compresso è forse uno dei punti di forza di questo firmware esteso.
Il formato RAW per le sue peculiari caratteristiche di elaborazione, di solito viene reso disponibile dal produttore solo nelle fotocamere di livello più alto, macchine che possono essere troppo costose per l’uso didattico nelle scuole o per molti semplici amatori.
Il normale formato JPEG, che rimane comunque abbastanza fedele per un uso normale, consente di memorizzare molte immagini in poco spazio a scapito di una certa perdita di informazioni dovuta alla compressione dell’immagine. Questo purtroppo non è affatto sufficiente per un uso scientifico dell’immagine.
Il RAW invece riporta fedelmente quanto è stato registrato direttamente dal sensore CCD, a scapito di un maggiore spazio occupato dall’immagine. In questo modo è possibile una elaborazione successiva più spinta, oppure la lettura del valore assoluto di determinati pixel nell’immagine per analisi statistiche, più deboli particolari che nella compressione JPEG vengono irrimediabilmente persi etc.
Ovviamente CHDK consente di scegliere tra i due formati. Il RAW prodotto da CHDK però non è leggibile nativamente dai software classici come Adobe Photoshop o Gimp 1, questo perché il costruttore non rilascia le caratteristiche del flusso dati in uscita dal sensore CCD.
Anche se l’ADC usato in molte Powershot è a 12 bit, il RAW prodotto da CHDK è a 10 bit perché i 2 bit meno significativi non sono collegati (conterrebbero solo il rumore del sensore). Questo significa che in RAW sono comunque disponibili 2^10 livelli di colore per ogni pixel, cioè 1024 gradi di tonalità diversi. Non è comunque male!
Un’altra caratteristica importante in astronomia è la possibilità di utilizzare tempi molto lunghi per lo scatto. Questo è possibile sia attraverso la programmazione di script eseguibili inseriti nella scheda SD in una apposita cartella o per mezzo di circuiti pilota via porta USB, come avviene nelle fotocamere di fascia alta con lo strumento per lo scatto remoto. Questa capacità unita alla possibilità di registrare immagini in formato RAW trasforma queste fotocamere in potenti strumenti di ricerca scientifica a basso costo.
Inoltre la facoltà di programmare la fotocamera attraverso dei semplici script eseguibili 2 apre infiniti scenari di impiego: è possibile ad esempio fare in modo che la fotocamera scatti immagini a intervalli prestabiliti, fare in modo che si adatti automaticamente alle variazioni di luminosità ambientale o che addirittura possa scattare un’immagine solo quando il sensore CCD rileva un movimento nel campo inquadrato 3.
Questa è probabilmente la killer application di CHDK: la capacità di eseguire script all’interno della fotocamera senza alcuna necessità di essere pilotata da un computer esterno. Si può così controllare la fotocamera anche per giorni se necessario in maniera del tutto automatica, basta assicurarle una fonte di energia esterna sufficiente.
Il bello è che CHDK e i suoi programmi risiedono nella stessa SD delle foto e che tutto il firmware viene caricato nella memoria RAM interna della fotocamera, senza sovrascrivere alcunché del firmware originale 4. Basta spegnere la fotocamera e togliere la schedina che questa torna normale, senza invalidare la garanzia!
Se non si ha dimestichezza con le tecniche di programmazione, niente paura! dal sito web di CHDK sono disponibili decine di script già testati e funzionanti, oppure si può chiedere assistenza sul forum del celebre firmware.
La prossima volta parlerò delle tecniche di ripresa astronomica che si possono fare con questi gioiellini. Restate sintonizzati!
Canon Hack Development Kit (prima parte)
Note:
- Curiosamente ci riesce Google Picasa. ↩
- CHDK consente la creazione di script in ben due linguaggi diversi: l’Ubasic simile al vecchio Basic, o in Lua simile al linguaggio Pyton. ↩
- A proposito di quest’ultima funzione una programmazione curata può far scattare l’otturatore appena 100-150 ms dopo la registrazione del movimento senza alcun intervento umano o l’uso di costosi sistemi di ripresa, l’ideale per registrare fenomeni transitori come fulmini, satelliti o meteore più luminose senza la necessità di dover analizzare migliaia di frames vuoti che saturano la scarsa memoria disponibile o aspettare la famosa botta di … fortuna. ↩
- Tra l’altro il firmware esteso gira molte funzioni primitive al vero firmware che gestisce la macchina, comportandosi come una shell evoluta di quest’ultimo. ↩
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