DNA alieni in laboratorio

Tantissime persone sono ancora convinte che il loro carattere, il loro aspetto o perfino il  futuro sia scritto lassù, fra le stelle, e che nel loro errare nel cielo lungo l’eclittica i pianeti facciano la differenza tra una vita mediocre e una piena di soddisfazioni. Non è così, non esiste alcun nesso tra le diverse stelle che creano i disegni nel cielo che chiamiamo costellazioni, il vagabondare quasi meditabondo dei pianeti lungo la loro orbita e il nostro aspetto fisico.
Semmai il colore degli occhi, della pelle o dei capelli è scritto in un polimero che è presente nel nucleo di tutte le cellule che compongono il  nostro corpo e che guida tutta la nostra vita dal concepimento fino alla morte.

Rappresentazione grafica di una molecola di DNA

Questo polimero si chiama acido desossiribonucleico – per gli amici DNA – ed è una lunga catena composta da un gruppo fosfato, il deossiribosio (un tipo di zucchero) e una base azotata che si lega al deossiribosio. Le basi azotate nella molecola di DNA sono quattro: adenina, guanina, citosina e timina. Si possono considerare come le uniche quattro lettere dell’alfabeto con cui è scritto ciò che siamo.

Ora provate a sostituire lo zucchero, il deossiribosio con un altro tipo di zucchero completamente diverso 1. Otterrete qualcosa di altrettanto efficace del DNA per contenere informazioni e duplicarle ma comunque completamente diverso che – almeno su questo pianeta – non esiste in natura, uno XNA (xeno-nucleic acids), come lo hanno battezzato i ricercatori che lo hanno realizzato.
Adesso il gruppo di ricercatori guidati da Vitor Pinheiro del Medical Research Council di Cambridge, in Gran Bretagna, sono riusciti a copiare una sequenza di XNA in una sequenza complementare di DNA che servirà per assemblare un nuovo filamento di XNA uguale a quello di partenza. In questo modo è stato possibile replicare intere sequenze di XNA con oltre il 99% di accuratezza.
Essere riusciti a duplicare le informazioni contenute nel XNA è una tappa fondamentale della ricerca biologica per capire come sia nata la Vita: la perpetuazione dell’informazione genetica è alla base dell’evoluzione e, ovviamente, della Vita.
Tuttavia, questi acidi xenonucleici necessitano ancora di una interazione con il DNA per  replicarsi, un passo che uno scienziato indipendente alla ricerca, ha detto ancora cruciale, per creare la vera vita sintetica.

Le possibili ricadute in campo medico, scientifico o nella bioingegneria sono infinite, così come nella ricerca di biochimiche diverse da quelle sviluppate sulla Terra che invece possono essersi sviluppate su altri mondi.

Cambiando quindi gli zuccheri, l’informazione non cambia, semmai può evolvere!

Fonti: http://www.sciencenews.org/view/generic/id/340076/title/Synthetic_heredity_molecules_emulate_DNA
http://www.sciencemag.org/content/336/6079/341.abstract?sid=82fb19c9-c9a2-4fd9-b1e0-4c80570740df 


Note:

  1. Sono sei tipi diversi di zuccheri che possono sostituire il deossiribosio nel DNA o il ribosio nell’RNA e sono: arabinosio (ANA), 2-fluoro-arabinosio (FANA), treosio (TNA), un analogo “bloccato” del ribosio (LNA), anidroesitolo (HNA) o cicloesene (CeNA).

Umberto Genovese

Autodidatta in tutto - o quasi, e curioso di tutto - o quasi. L'astronomia è una delle sue più grandi passioni. Purtroppo una malattia invalidante che lo ha colpito da adulto limita i suoi propositi ma non frena il suo spirito e la sua curiosità. Ha creato il Blog Il Poliedrico nel 2010 e successivamente il Progetto Drake (un polo di aggregazione di informazioni, articoli e link sulla celebre equazione di Frank Drake e proposto al l 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics) “Cercando tracce di vita nell’Universo” (2012, San Marino)) e collabora saltuariamente con varie riviste di astronomia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro "Interminati mondi e infiniti quesiti" sulla ricerca di vita intelligente nell'Universo, riscuotendo interessanti apprezzamenti. Definisce sé stesso "Cercatore".
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