Immagini stenoscopiche

Anche se il nome suona difficile, in realtà si tratta di un procedimento estremamente  semplice. Un’immagine stenoscopica si ottiene con una banalissima camera oscura, ossia una scatola con una carta fotografica da una parte e un quasi microscopico forellino dall’altra.
La  luce penetra da quell’unico forellino e impressiona la carta; tutto qui.

Credit Jan Koeman, Middelburg, the Netherlands

Certo, magari non tutti possono disporre di quel minimo di tecnica per maneggiare la carta fotosensibile e la pazienza necessaria per questo tipo di sperimentazione che richiede di lavorare in  una camera oscura (io per esempio ho le dita a prosciutto) ma i risultati sono bellissimi, come potete vedere da questa foto a lato.
Questa foto, realizzata con la camera stenoscopica, mostra il Sole dall’alba al tramonto per sei mesi ininterrotti di esposizione. I punti in cui le linee sono interrotte indicano una copertura nuvolosa che ha oscurato il cielo. Questo genere di riprese ha un nome ben preciso: solargrafia, con migliaia di fans in tutto il mondo.
Addirittura la NASA ha allo studio un progetto chiamato New Worlds Imager che dovrebbe permettere di studiare i pianeti extrasolari  con questa tecnica: una struttura di circa un chilometro di diametro con foro di 10 metri al centro, e uno specchio collimato con l’altra struttura grande quanto il foro, a 200 000 chilometri di distanza!
Comunque senza fare progetti pindarici, il concetto di camera oscura potrà rivelarsi utilissimo a breve per quanti vorranno cimentarsi a osservare l’eclisse di Sole (vedi l’articolo su questo Blog) senza rischiare la vista con mezzi di fortuna (che io sconsiglio): se avete una stanza rivolta verso il Sole (sud, sud est) potete praticare un minuscolo forellino in un cartone o  una scatola, anche quelle da scarpe vanno benissimo,  e osservare l’andamento del fenomeno sul pavimento o sulla parete opposta … capovolto! Potete a questo modo disegnare, magari su carta l’impronta del Sole e della Luna che si muovono con l’avanzar del tempo,  un po’ come faceva il celebre pittore veneziano del XVIII secolo Giovanni Antonio Canal quando disegnava i suoi celebri paesaggi.

Anche questa è scienza.

Umberto Genovese

Autodidatta in tutto - o quasi, e curioso di tutto - o quasi. L'astronomia è una delle sue più grandi passioni. Purtroppo una malattia invalidante che lo ha colpito da adulto limita i suoi propositi ma non frena il suo spirito e la sua curiosità. Ha creato il Blog Il Poliedrico nel 2010 e successivamente il Progetto Drake (un polo di aggregazione di informazioni, articoli e link sulla celebre equazione di Frank Drake e proposto al l 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics) “Cercando tracce di vita nell’Universo” (2012, San Marino)) e collabora saltuariamente con varie riviste di astronomia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro "Interminati mondi e infiniti quesiti" sulla ricerca di vita intelligente nell'Universo, riscuotendo interessanti apprezzamenti. Definisce sé stesso "Cercatore".
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