Appuntamento con l’alba

Il Coso montato sul teleobiettivo

La sera prima era nervoso. Aveva fatto carte false col tempo  per finire di costruire il Coso ma non era certo del suo funzionamento; sarebbe bastato un forellino, un pertugio non chiuso perfettamente e tutti i suoi sforzi di una settimana sarebbero stati vani.

Ma come, un evento così importante e lo preparava all’ultimo momento???
No, no, era colpa una volta tanto dei corrieri che avevano inviato l’anima del Coso a 2000 chilometri più a sud, che quindi era arrivata soltanto il 28, giusto sei giorni prima. Il lavoro e la famiglia poi non concedevano molto tempo per studiare come realizzare il Coso, fare i prototipi e testarli.
Poi la notte di Capodanno, mentre l’umanità festeggiava, ecco l’ispirazione, il genio: Cartoncino Bristol!
Aveva dei fogli di cartoncino in formato A4 e una stampante laser che marchiava anche i chiodi, se necessario.
Fu così che disegnò una striscia lunga quanto il foglio (29 cm) e larga 3 cm, con una dentellatura laterale di 2 x 1,5 cm e due grossi quadrati di 16 x 14 cm con un cerchio al centro grande quanto il paraluce che avrebbe sorretto il Coso.

Disegno del Coso

Ritagliò la striscia e i quadrati, ritagliò con un taglierino i cerchi e le dentellature che poi andò a piegare verso l’esterno e arrotolò la striscia intorno al paralume. Perfetto! Incollò le estremità di cartone tra loro e poi tutto l’anello a uno dei quadrati di prima, spalmando di colla vinilica tutta la superficie e i denti di appoggio ben aderenti. Rinforzò il tutto con un terzo quadrato che aveva avuto cura di preparare prima, infilando l’anello nel foro, coprendo e bloccando i denti dell’anello. Ancora una abbondante pennellata di colla come nel decoupage avrebbe irrobustito la struttura superiore del Coso.
Il 2 gennaio fu dedicato tutto alla verniciatura del Coso. La colla aveva svolto egregiamente la sua funzione e la struttura portante del Coso era rigida e robusta ma leggerissima. Stese due mani belle abbondanti di vernice spray nera e opaca sull’interno dei quadrati del Coso e l’interno dell’anello (il secondo quadrato, ricordate? non era separato dal primo e i fori erano speculari) e quando queste erano definitivamente asciutte, dette ancora due abbondanti mani di vernice spray argentata sull’esterno dei quadrati e all’esterno dell’anello. Bello, ma ormai anche il 2 se n’era andato, restava soltanto un altro giorno. Appena.
L’ultimo giorno disponibile stava per scadere. Fu allora che ritagliò un quadrato di pellicola Astrosolar che se n’era andata a spasso per il mondo, forse con Babbo Natale, di 13x 13 cm, avendo cura di toccarla con le pinzette e solo dopo aver indossato guanti di lattice per non lasciare inopportune impronte sulla delicatissima pellicola. L’adagiò delicatamente all’interno del secondo quadrato che aveva spennellato di colla vinilica sulla parte nera, quella interna, avendo particolare cura intorno al bordo del foro. La pellicola si stese da sé, senza grinze, naturale. Richiuse il primo quadrato con l’anello sul secondo con l’anima di Astrosolar e sigillò i due quadrati con nastro adesivo.

Sole tra i rami

Era emozionato. Il Sole ormai era basso e quella era la sua unica occasione di collaudo del Coso, per dimostrare che l’intuizione di Capopdanno era stata giusta. Puntò la fotocamera col Coso montato verso la stella mentre la luce di questa attraversava i rami secchi di una vecchia quercia lontana e scattò. Non badò alla cura della messa a fuoco e delle variabili di scatto, l’importante era dimostrare che il Coso funzionava!
Il resto della serata lo passò a preparare la sua attrezzatura: fotocamera, obiettivi, schede di memoria, cavi e il laptop; si assicurò che le batterie fossero cariche e che non mancasse niente per l’appuntamento.

La mattina dopo baciò e salutò sua moglie, svegliò i suoi due pargoli e li vestì bene contro il freddo pungente.
Appena arrivati sul luogo dell’appuntamento,  i tre temerari fecero appena in tempo a vedere l’inizio dell’eclissi di Sole che li aspettava: il Sole appena sorto mostrava già i segni dell’incontro con la Luna. Il Coso mostrò di funzionare, ma le nuvole furono inclementi: coprirono subito con un velo l’unione cosmica dei due astri rendendo vani tutti i sacrifici.

Umberto Genovese

Autodidatta in tutto - o quasi, e curioso di tutto - o quasi. L'astronomia è una delle sue più grandi passioni. Purtroppo una malattia invalidante che lo ha colpito da adulto limita i suoi propositi ma non frena il suo spirito e la sua curiosità. Ha creato il Blog Il Poliedrico nel 2010 e successivamente il Progetto Drake (un polo di aggregazione di informazioni, articoli e link sulla celebre equazione di Frank Drake e proposto al l 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics) “Cercando tracce di vita nell’Universo” (2012, San Marino)) e collabora saltuariamente con varie riviste di astronomia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro "Interminati mondi e infiniti quesiti" sulla ricerca di vita intelligente nell'Universo, riscuotendo interessanti apprezzamenti. Definisce sé stesso "Cercatore".
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