Tredici giorni fa, il 20 luglio 2010, i magistrati di Caltanissetta Sergio Lari e Nico Gozzo, subito prima di essere ascoltati in Commissione Antimafia – presieduta da Giuseppe Pisanu (PdL), rilasciarono una inquietante lettura degli attentati del 1992.
– “Siamo a un passo dalla verità sulla strage di via D’Amelio. E la politica potrebbe non reggerne il peso” e poi -“non fu solo la mafia a volere le stragi”, dando credito a ciò che il pentito Gaspare Spatuzza sta dicendo da tempo, ricevendo in cambio il mancato ingresso nel programma di protezine dei pentiti di mafia.
Come succede spesso in questi casi, l’eco di questa notizia è quasi subito scomparsa dai, quantomeno imbarazzati, giornali Italiani. Troppe domande irricevibili, diciotto anni di depistaggi e condizionamenti in cui le testate informative italiane si sono prestate come parte attiva e passiva, un’orgia infinita in cui il popolo italiano è stato sodomizzato.
Adesso tiene il banco un’altra notizia: la scissione di un gruppo interno alla maggioranza (PdL) che pretende di avera dalla sua i sentimenti nobilissimi di legalità e giustizia, giusto per rimarcare le distanze dal resto del gruppo dirigente (o digerente) ormai compromesso dalle troppe indagini della magistratura in corso e da frequentazioni non troppo limpide per arrogarsi il diritto di governare una nazione.
La legalità deve essere un pilastro fondante del’agire politico, e chiedere a chiunque che possa essere anche solo sospettato di aver agito contra legem di farsi da parte fino a sentenza definitiva di innocenza, o per l’analogo opposto che debba essere allontanato definitivamente in caso di colpevolezza, è solo buonsenso.
Ma quando furono votate e approvate leggi che hanno stravolto l’ordinamento giuridico, come ad esempio la legge sulle rogatorie (legge n. 367/2001), la depenalizzazione del falso in bilancio (legge n. 61/2002), la riduzione della prescrizione (“Legge ex-Cirielli”, 251/2005), e le molte altre, è difficile credere che la legalità sia nel patrimonio culturale: in quei momenti dov’era?
E allora lo scisma? Se non è per pio desiderio di legalità, perché è accaduto?
La risposta la trovo nella vecchia notizia del 20 luglio, oppure in quella che è trapelata in queste ore dalla Procura di Firenze, dove due notissimi personaggi politici – uno di questi continua a chiamare eroe un boss mafioso condannato alll’ergastolo e morto in carcere, forse perché non lo ha mai menzionato negli interrogatori- sarebbero di nuovo sotto inchiesta per la stagione delle bombe di Firenze, Roma e Milano del 1993-94.
È dunque nella necessità di smarcarsi dai fatti di 18 anni fa che si è consumato lo scisma? Dall’esigenza di rifarsi una verginità apparente agli occhi di un futuro elettorato ora che la barca del berlusconismo sta per affondare? O piuttosto per distogliere queste deflagranti verità a cui la politica non può reggere il peso, con una non notizia artatamente studiata da chi ha manipolato l’informazione negli ultimi 18 anni?
Come andrà a finire non mi è dato di saperlo, io guardo alle stelle ma non credo o faccio oroscopi, comunque penso che agli italiani convenga fare buona scorta di vasellina…
l'ho sentito parlare anche io "il poliedrico"!!!che spettacolo…nLo dovresti equipaggiare per averci sempre la donnina che ti fa ascoltare gli articoli…nncmq un lavoro sempre spettacolare!!!nn
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