tre… due… uno… via!


Domenica scorsa ho avuto un piccolo incidente: sono caduto malamente e mi sono fratturato il perone destro. Per questo non ho potuto scrivere quello di cui avrei voluto e mi dispiace con i miei lettori. Non che mi fossero mancati gli argomenti, ma scrivere con una gamba dolente e appesa non mi riesce ancora  molto bene e francamente non ho proprio voglia di prenderci l’abitudine. Dimenticavo: non ho avuto bisogno di un argano come questo nel clip per tirarmi su.

Vehicle-Assembly-Building-July-6-2005[1]
Vehicle Assembly Building (Cortesia NASA)

Questo video è stato creato con migliaia di singoli fotogrammi dai fotografi Scott Andrews, Stan Jirman e Philip Scott Andrews che sono riusciti a condensare sei settimane di duro lavoro in tre minuti e 52 secondi. La storia inizia nell’hangar Orbiter Processing Facility al Kennedy Space Center della NASA dove lo space shuttle Discovery è stato attrezzato per la sua missione STS-131. Il veicolo viene quindi sollevato a 160 metri di altezza nel Vehicle Assembly Building, un edificio talmente vasto che può capitare  che in alcune giornate umide al suo interno si formino nuvole di pioggia, issato in posizione verticale e successivamente riabbassato sul suo serbatoio esterno di carburante e i due booster gemelli a propellente solido (perclorato di ammonio). Quindi  la navetta completa viene trasportata verso il complesso di lancio 39 col gigantesco Mobile Launcher Platform alla folle velocità di 1,5 chilometri orari, trainata dal trattore più grande del mondo, il Crawler-transporter. 24 ore prima del lancio lo shuttle viene incassato nella sua protettiva Rotating Service Structure fino a poco prima del lancio. Quell’enorme fumata che si vede al momento del lancio è vapore: la base della rampa è una enorme vasca in cemento che viene inondata al momento del lancio con semplice acqua per evitare che le sollecitazioni acustiche possano danneggiare sia la navetta che la struttura di lancio.
Bello, no?

Umberto Genovese

Autodidatta in tutto - o quasi, e curioso di tutto - o quasi. L'astronomia è una delle sue più grandi passioni. Purtroppo una malattia invalidante che lo ha colpito da adulto limita i suoi propositi ma non frena il suo spirito e la sua curiosità. Ha creato il Blog Il Poliedrico nel 2010 e successivamente il Progetto Drake (un polo di aggregazione di informazioni, articoli e link sulla celebre equazione di Frank Drake e proposto al l 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics) “Cercando tracce di vita nell’Universo” (2012, San Marino)) e collabora saltuariamente con varie riviste di astronomia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro "Interminati mondi e infiniti quesiti" sulla ricerca di vita intelligente nell'Universo, riscuotendo interessanti apprezzamenti. Definisce sé stesso "Cercatore".
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