Dove sono l’omini verdi…(prima parte)

Chiunque sia appassionato di fantascienza sa quanto su questo tema si sia scritto tanto e girato molti film, alcuni pregevoli e altri scadenti.
Fra questi anche due indubbi capolavori che hanno fatto sognare milioni di persone e creato veri e propri fenomeni di culto di massa: Star Trek e Star Wars. A parte la parte iniziale del nome che fa riferimento alle stelle, sono due trame e ambienti completamente diversi tra loro: il primo descrive un mondo ormai privo delle bassezze umane, utopico e sognatore, mentre il secondo è dominato dalle emozioni più negative, un vero impero del male che comunque alla fine soccombe sotto i colpi di chi si ribella alla tirannia. Comunque hanno anche in comune il pregio di averci abituato all’esistenza di razze aliene come i ferengi, i vulcaniani e i talassiani oppure i wookies, i twi’lek o i bothans. Un unico neo in queste forme di vita intelligente immaginarie è che sono comunque troppo antropomorfe (cioè troppo simili all’uomo) o che somigliano a qualcosa che possa essere visto anche sul nostro pianeta. l’unica forma di vita aliena veramente aliena fu l’horta, apparsa in Star Trek serie Classica (quella col capitano Kirk), una forma di vita a base di silicio (noi siamo a base di carbonio), cioè dove tutta la biochimica e la struttura del corpo è regolata dalla chimica del silicio, ma lasciamo questo argomento a un altro articolo futuro che tratterà di esobiologia.
Quello che mi preme sottolineare invece è l’aspetto sociale e culturale di questa “assuefazione”: oramai diamo per scontata l’esistenza di altre forme di vita al di fuori del nostro pianeta, che ci possano essere altre civiltà nella Galassia perfino superiori alla nostra (forse sarebbe più corretto dire “nostre”). Quanti di voi abbiano letto il libro o visto il film “Contact“, scritto dal grande Carl Sagan, sa che in questo si narra di come un segnale radio giunto dallo spazio in risposta agli stessi segnali inviati involontariamente dagli umani con le loro trasmissioni radiotelevisive sia da scintilla a una rivoluzione sociale di massa che non ha precedenti: religioni che fondano i loro precetti sulla (assurda) discendenza diretta dell’uomo, inteso come umano, da Dio costrette a riscrivere i propri dogmi, psicopatici fondamentalisti che praticano il suicidio di massa coi loro adepti, governi che si contendono l’assurda e arrogante pretesa di poter essere gli unici a poter parlare per l’intero genere umano.
Lo scenario descritto da Sagan è quello certo più inquietante, ma anche quello che più corrisponde ad una ipotetica realtà qualora arrivi a noi un segnale da un’altra civiltà galattica. Comunque la fantascienza di Star Trek e di Star Wars ha certamente contribuito a far sì che una notizia del genere possa essere accolta con più naturalezza ed entusiasmo che con l’isterismo.
Dovremmo (e a parer mio comunque dobbiamo) liberarci da quei legami culturali che ci narrano di assoluto privilegio dell’uomo sulla Terra, così come abbiamo dovuto abbandonare il concetto di Terra al centro dell’Universo sotto i magli dell’intelletto e dell’evidenza che ci hanno relegato da una posizione centrale universale a una piccola pallina di silicati che ruota attorno a una stellina di media grandezza in un braccio di una spirale di una galassia tra decine di miliardi di altre. Terribile vero? abbandonare l’antropocentrismo che ci appartiene culturalmente per il nulla; si e no: perderemmo certo questa presunzione, ma in cambio potremmo ottenere qualcosa di molto più ampio e universale: la consapevolezza dell’unicità di ognuno di noi in un cosmo sconfinato e la sacralità di tutto quello che ci circonda e ci mantiene, che purtroppo ancora adesso non abbiamo.

Umberto Genovese

Autodidatta in tutto - o quasi, e curioso di tutto - o quasi. L'astronomia è una delle sue più grandi passioni. Purtroppo una malattia invalidante che lo ha colpito da adulto limita i suoi propositi ma non frena il suo spirito e la sua curiosità. Ha creato il Blog Il Poliedrico nel 2010 e successivamente il Progetto Drake (un polo di aggregazione di informazioni, articoli e link sulla celebre equazione di Frank Drake e proposto al l 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics) “Cercando tracce di vita nell’Universo” (2012, San Marino)) e collabora saltuariamente con varie riviste di astronomia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro "Interminati mondi e infiniti quesiti" sulla ricerca di vita intelligente nell'Universo, riscuotendo interessanti apprezzamenti. Definisce sé stesso "Cercatore".
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