Il Buco della Serratura del cielo

La passione per l’astronomia ha da sempre guidato la mia vita e il mio pensiero, sono da sempre affascinato dai misteri del cosmo che non posso esularmi dal raccontarli: per me sono come dei vecchi e muti amici che mi accompagnano e rendono meno sola la mia umile esistenza di semplice mortale.
 
keyhole_noao_big[1]
Carena Nebula [1]

Uno degli oggetti più affascinanti del cielo è senza dubbio la Nebulosa Carena anche conosciuta come NGC 3372 o C 92 a seconda del nome del catalogo in cui è stata registrata  che contiene un’altra nebulosa altrettanto famosa: la Nebulosa Keyhole (Buco della serratura), e una delle stelle più rare della nostra galassia: Eta Carinae, una delle poche ipergiganti ancora esistenti, una stella 5 milioni di volte più luminosa del Sole e il cui raggio è 80 volte più grande (quasi quanto l’orbita di Mercurio), che pesa circa 150 volte più della nostra stella e.. che da qui a qualche migliaio di anni (in realtà forse è già accaduto ma ancora non lo sappiamo) esploderà in una supernova,  forse addirittura in una ipernova, ad appena 7.500 anni luce di distanza: in scala cosmica è come avere una bomba atomica innescata dietro casa.

Supernova_animated[1]
Animazione di una
supernova [2]
Quando tutto questo accadrà Eta Carinae sarà visibile a occhio nudo anche in pieno giorno, raggiungendo una magnitudine visuale di -7,5! Venere, che dopo la Luna e il Sole è l’oggetto più luminoso del nostro cielo, raggiunge solo una magnitudine di -4,4 al massimo dello splendore.
Questa mirabile stella fu studiata per la prima volta da Edmond Halley (lo scopritore dell’orbita dell’omonima cometa) dall’isola di Sant’Elena (la stessa di Napoleone) nel 1677 che la descrisse come una stella di magnitudine 4,  in seguito la sua luminosità parve aumentare per poi ridiscendere e successivamente risalire, tanto che nel 1843 raggiunse la magnitudine apparente di -0,8 rivaleggiando addirittura con Sirio (-1,42) e Canopo (-0,62).
Eta Carinae è una stella variabile di tipo S Doradus, un tipo di stella che a causa della sua grande massa produce tanta di quell’energia da disperdere parte della sua materia nello spazio, un po’ come l’acqua in una pentola che quando bolle  troppo, trabocca. È proprio in conseguenza a uno di questi momenti che la stella si è resa particolarmente visibile nel 1843, generando poi due bolle che hanno dato origine alla nebulosa Homunculus, preludio forse della sua morte che quando avverrà sarà indubbiamente l’esplosione più spettacolare a cui potremmo assistere da vicino.
etacar2_hst[1]
Homuncus Nebula [3]
Finger of GodAccanto alla Nebulosa Keyhole esiste un’altra particolare formazione nebulosa: il famoso “Gesto di Dio” o “Finger of God”.
Tutta quanta la Nebulosa Carena è comunque spettacolare,  una nube idrogeno di circa 260 anni luce di diametro che è sede di molti fenomeni di formazione stellare che hanno  dato origine a giovani ammassi stellari aperti, tante massicce stelle calde e blu che illuminano con la loro radiazione questa splendida porzione di cielo.
Un ricercatore allo Space Telescope Science Institute di Baltimora Max Mutchler,e Noreen Grice, presidente dello You Can Do Astronomy LLC e autore di libri tattili di astronomia, hanno creato un’immagine tattile della Nebulosa Carena che può essere apprezzata anche da coloro che non soffrono di handicap visivi.
436264main_carinabook[1]
Immagine tattile della Carena Nebula [4]
L’immagine di 28 centimetri a colori  ricavata dalle imagini del telescopio spaziale Hubble è in rilievo con linee, barre e altri segni che corrispondono agli oggetti nella nube gigante, permettendo  agli ipovedenti di sentire col tatto ciò che non possono vedere. L’immagine è altresì utile e interessante per i normovedenti perché sottolinea oggetti che normalmente sfuggono all’attenzione usando il tatto come diversa forma di interazione.
“L’immagine di Hubble della Nebulosa Carina è così bella, e illustra l’intero ciclo di vita delle stelle”, dice Mutchler, che, insieme a Grice,  ha esposto per la prima volta l’immagine tattile nel gennaio 2010, al convegno dell’American Astronomical Society a Washington (DC) “Ho pensato che le persone non vedenti avessero anch’essi il diritto di poter esplorare e imparare.”

[1] http://www.phys.ncku.edu.tw/%7Eastrolab/mirrors/apod/image/9905/keyhole_noao_big.jpg
[2] http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/53/Supernova_animated.gif
[3] http://www.phys.ncku.edu.tw/~astrolab/mirrors/apod_e/image/0806/etacar2_hst.jpg
[4] http://www.nasa.gov/images/content/436264main_carinabook.jpg

Umberto Genovese

Autodidatta in tutto - o quasi, e curioso di tutto - o quasi. L'astronomia è una delle sue più grandi passioni. Purtroppo una malattia invalidante che lo ha colpito da adulto limita i suoi propositi ma non frena il suo spirito e la sua curiosità. Ha creato il Blog Il Poliedrico nel 2010 e successivamente il Progetto Drake (un polo di aggregazione di informazioni, articoli e link sulla celebre equazione di Frank Drake e proposto al l 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics) “Cercando tracce di vita nell’Universo” (2012, San Marino)) e collabora saltuariamente con varie riviste di astronomia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro "Interminati mondi e infiniti quesiti" sulla ricerca di vita intelligente nell'Universo, riscuotendo interessanti apprezzamenti. Definisce sé stesso "Cercatore".
Array

I commenti sono chiusi.

Commenti chiusi