Non ho molta fiducia sul nuovo Piano di Sviluppo proposto dal governo italiano. Anche se apparentemente sembra che qualcosa si stia muovendo nella giusta direzione, molto è solo fumo negli occhi.
Il fondo per la crescita sostenibile – Il decreto provvede a riordinare il fondo speciale rotativo sull’innovazione tecnologica, denominandolo Fondo per la crescita sostenibile, abrogando 43 norme di agevolazione alle imprese. Al nuovo Fondo affluiranno gli stanziamenti iscritti al bilancio e non utilizzati e le somme restituite o non erogate a seguito di revoche ai sensi delle leggi di incentivazione abrogate, così come le risorse di competenza del ministero dello Sviluppo già depositate presso la Cassa depositi e prestiti (Cdp). “Si andranno in questo modo a recuperare circa 650 milioni di euro nel 2012, più altri 200 milioni negli anni successivi”, dice il governo. Saranno rese disponibili anche le risorse del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (Fri) istituito presso Cdp stimabili in circa 1,2 miliardi di euro.
Il capitolo offshore – Il decreto stabilisce una fascia di rispetto unica e più rigida, per petrolio e per gas, passando dal minimo di 5 miglia alle 12 miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette, per qualunque nuova attività di prospezione, ricerca e coltivazione. Sono fatti però salvi i procedimenti concessori in materia di idrocarburi off-shore che erano in corso alla data di entrata in vigore del cosiddetto correttivo ambientale, il decreto legislativo 128 del 2010 varato dopo il disastro ambientale causato dalla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. Viene poi creato un fondo per le attività di salvaguardia del mare e di sicurezza delle operazioni offshore finanziato attraverso l’aumento delle royalties per le estrazioni in mare (dal 7 al 10% per gas e dal 4 al 7% per petrolio). Fonte: SkyTG24 |
Proprio nel precedente articolo neppure troppo velatamente accusavo il governo italiano di non impegnarsi verso l’adozione di misure politiche ed economiche che le varie associazioni ambientaliste chiedono da tempo per il paese. E subito dopo, il testo per lo Sviluppo Economico 1 approvato dal governo – a parole – mi smentisce.
Di questo avrei dovuto essere comunque contento, perché vuol dire che le voci di chiede giustamente un piano di sviluppo che tenga conto anche del risparmio energetico e delle energie rinnovabili alla fine sono state ascoltate, ma dopo averlo letto ….
Ad esempio di un riordino della delibera Cip6 2 che avrebbe potuto liberare risorse importanti verso le energie rinnovabili, non c’è traccia.
Ancora molto si punta sugli idrocarburi travestiti da biocarburanti invece che puntare coraggiosamente verso una loro progressiva alienazione incentivando forme diverse di trasporto, fluviale, marittimo, su rotaia etc. piuttosto che su gomma.
Poi viene il capitolo delle esplorazioni e trivellazioni petrolifere offshore.
È vero che il limite per le attività offshore viene uniformato a 12 miglia nautiche dalla linea di costa per qualsiasi gamma di combustibili fossili, ma solo per quelle future!
Infatti stabilisce che tutti i progetti che erano stati fermati dal decreto legislativo n. 128/2010 successivo all’incidente della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico del 2010 3 possono riprendere la loro attività, questo per impedire che le varie compagnie possano avanzare richieste di risarcimento allo Stato italiano per la revoca degli affidamenti fatta ad investimenti in
corso, ma poi invece si scopre che nell’ambito delle licenze già rilasciate « … possono essere svolte, oltre alle attivita’ di esercizio, tutte le altre attivita’ di ricerca, sviluppo e coltivazione di giacimenti gia’ noti o ancora da accertare, consentendo di valorizzare nel migliore dei modi tutte le risorse presenti nell’ambito dei titoli stessi.», ossia chi possedeva una licenza di esplorazione e/o di trivellazione prima del maggio 2010 può riprendere tranquillamente la sua attività e farne delle altre con la scusa che sono parte di un progetto già esistente.
Come spesso si scopre le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni e infatti anche qui il diavolo sta nei dettagli, questo decreto malgrado le apparenze non punta verso un’economia ambientalmente sostenibile, proprio quando ce ne sarebbe stata più l’occasione.
Note:
- Il testo del Decreto Sviluppo 2012 potete trovarlo qui. ↩
- vedi Fonti rinnovabili a rischio in Italia? su questo sito. ↩
- vedi Per 500.000 dollari in più. su queso sito. ↩
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