Una nuvola in orbita

Credit: Babak Tafreshi e Oshin Zakarian

 

 

Il lanciatore Atlas V della Lockheed Martin

L’Atlas V è un razzo della Lockheed Martin ampiamente usato dagli Stati Uniti per immettere in orbita i suoi satelliti senza ricorrere al più costoso sistema di lancio degli Space Shuttle  1.

Il 15 giugno 2007 alle 15:12 GMT decollò dal Complesso 41 di Cape Canaveral un Atlas V potenziato con lo scopo di portare in orbita due satelliti per la sorveglianza navale del NRO (National Reconnaissance Office).
Purtroppo poco dopo il lancio un guasto al secondo stadio provocò una fuoriuscita di idrogeno che produsse la nuvola osservata dai due astronomi fotoamatori iraniani 2.

Infatti la nuvola si formò nella parte occidentale del cielo degli osservatori, quando per loro il Sole era da poco tramontato mentre Venere, Castore e Polluce erano ancora visibili prima del loro tramonto. Lo scarico del combustibile del razzo avvenne in una porzione di cielo ancora illuminata dal Sole che lo rese visibile.

Uno degli autori della foto 3, Babak Tafreshi è nato nel 1978 a Teheran ed è un fondatore e leader del movimento The World At Night e membro del consiglio di Astronomi Senza Frontiere.
Oltre che una meravigliosa passione, l’astronomia è anche un ottimo esempio di fratellanza tra i diversi popoli e culture, dopotutto il cielo è di tutti!

Note:

  1. Proprio ora lo Shuttle Atlantis sta compiendo l’ultima delle missioni  della gloriosa epoca delle storiche navette riutilizzabili. La fine del programma Space Shuttle farà risparmiare 3 miliardi di dopllari all’anno all’Ente Spaziale americano, che dovrà necessariamente far ricorso per i prossimi cinque anni ai lanciatori russi per portare i suoi astronauti alla Stazione Spaziale Internazionale nell’attesa che una nuova generazione di lanciatori riutilizzabili americani.
  2. Questa è la cronaca di quel lancio.
  3. Queste sono le altre disponibili: #2, #3, #4, #5, #6.

Umberto Genovese

Autodidatta in tutto - o quasi, e curioso di tutto - o quasi. L'astronomia è una delle sue più grandi passioni. Purtroppo una malattia invalidante che lo ha colpito da adulto limita i suoi propositi ma non frena il suo spirito e la sua curiosità. Ha creato il Blog Il Poliedrico nel 2010 e successivamente il Progetto Drake (un polo di aggregazione di informazioni, articoli e link sulla celebre equazione di Frank Drake e proposto al l 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics) “Cercando tracce di vita nell’Universo” (2012, San Marino)) e collabora saltuariamente con varie riviste di astronomia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro "Interminati mondi e infiniti quesiti" sulla ricerca di vita intelligente nell'Universo, riscuotendo interessanti apprezzamenti. Definisce sé stesso "Cercatore".
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