La nuvola di Fantozzi? no, la mia …

Come dice il detto”La fortuna è cieca, la scalogna ci vede benissimo“.
Mi ero preparato da giorni, non avevo accennato niente dell’evento del mese – l’occultazione di Giove da parte della Luna, che fra l’altro si riproporrà solo tra 19 anni – su queste pagine deciso a farvi una sorpresa, che la classica e inopportuna nuvolata mi ha impedito qualsiasi ripresa decente.
Avevo pianificato tutto, una serie di riprese centrate su Giove, corrette per mostrare la magnificenza del Pianeta Gigante con le sue bande e il corteo dei suoi satelliti e la Luna, anch’essa correttamente esposta e messa a fuoco, estese per tutta la durata dell’evento e montate assieme in un time-lapse.

Giove ripreso il 10 settembre 2011. Credit: Il Poliedrico

Come suggerisce la nota legge di Murpy “Se qualcosa può andare storto allora lo farà.“, è quello che poi mi è successo: Alle 03:00 ero prontissimo: il Meade LT6 era allineato correttamente e centrato su Giove che stava per sorgere, solo una lieve correzione al fuoco per riprendere correttamente La Luna e tutto sarebbe stato a posto.
Mi bastava seguire la traccia di Giove in ingresso e aspettare che la Luna uscisse dal campo inquadrato dal telescopio (per questo la DSLR era messa in verticale) per aumentare i tempi di posa per registrare l’uscita dei Pianeti Medicei Europa e di Io.
In post produzione avrei sistemato Giove e i satelliti correttamente esposti nella fase di ingresso in secondo piano rispetto alla Luna  fotogramma per fotogramma, e così sarebbe stato per l’uscita dall’occultazione.
Tutto questo poi sarebbe dovuto essere montato in time-lapse. Un lavorone, vero, ma che avrebbe ben ripagato la notte insonne.

Credit: il Poliedrico

E invece niente! Tutto sonno sprecato!
L’unica fotografia degna di nota è questa scattata alle 03:27 che mostra  Giove che sta per scomparire.
Un seeing pessimo, proprio un V nella scala di Antoniadi 1 prodotto dai forti venti del fronte nuvoloso in arrivo mi hanno impedito di ottenere una perfetta messa a fuoco delle poche immagini che sono riuscito a riprendere.
Questa qui accanto è una delle poche che sono riuscito ad ottenere prima che le nuvole mi impedissero la visibilità dell’intero evento. Mostra Giove un attimo prima di scomparire dietro la Luna, troppo poco per l’ambizioso programma che mi ero disegnato.

Quest’anno mi sono andate tutte male, Venere in mezzo alle Pleiadi (nuvoloso), il transito di Venere sul Sole (l’obbrobrio di cemento qui di fronte)  e ora questo …

Saranno state solo sfortunate coincidenze o la iella esiste veramente? 😛


  1. Per le scale di valutazione del seeing consulta qui.

Una nuvola in orbita

Credit: Babak Tafreshi e Oshin Zakarian

 

 

Il lanciatore Atlas V della Lockheed Martin

L’Atlas V è un razzo della Lockheed Martin ampiamente usato dagli Stati Uniti per immettere in orbita i suoi satelliti senza ricorrere al più costoso sistema di lancio degli Space Shuttle  1.

Il 15 giugno 2007 alle 15:12 GMT decollò dal Complesso 41 di Cape Canaveral un Atlas V potenziato con lo scopo di portare in orbita due satelliti per la sorveglianza navale del NRO (National Reconnaissance Office).
Purtroppo poco dopo il lancio un guasto al secondo stadio provocò una fuoriuscita di idrogeno che produsse la nuvola osservata dai due astronomi fotoamatori iraniani 2.

Infatti la nuvola si formò nella parte occidentale del cielo degli osservatori, quando per loro il Sole era da poco tramontato mentre Venere, Castore e Polluce erano ancora visibili prima del loro tramonto. Lo scarico del combustibile del razzo avvenne in una porzione di cielo ancora illuminata dal Sole che lo rese visibile.

Uno degli autori della foto 3, Babak Tafreshi è nato nel 1978 a Teheran ed è un fondatore e leader del movimento The World At Night e membro del consiglio di Astronomi Senza Frontiere.
Oltre che una meravigliosa passione, l’astronomia è anche un ottimo esempio di fratellanza tra i diversi popoli e culture, dopotutto il cielo è di tutti!

  1. Proprio ora lo Shuttle Atlantis sta compiendo l’ultima delle missioni  della gloriosa epoca delle storiche navette riutilizzabili. La fine del programma Space Shuttle farà risparmiare 3 miliardi di dopllari all’anno all’Ente Spaziale americano, che dovrà necessariamente far ricorso per i prossimi cinque anni ai lanciatori russi per portare i suoi astronauti alla Stazione Spaziale Internazionale nell’attesa che una nuova generazione di lanciatori riutilizzabili americani.
  2. Questa è la cronaca di quel lancio.
  3. Queste sono le altre disponibili: #2, #3, #4, #5, #6.