2011 MD: sfiorati da un Apollo

2011 MD è un Apollo.

Credit: NASA/JPL Near-Earth Object Program Office

No, non è una divinità greca e presumo che non sia neanche dotato di una particolare bellezza divina.
È solo un grosso sasso dai 5 ai 20 metri di diametro – insomma una grossa patata – che si troverà a sorvolare il sud dell’Oceano Atlantico verso le 17:30 UTC (le 19:30 in Italia) a circa 12000 chilometri di distanza.
Tranquilli, non ci sarà alcuno splash, perché le analisi orbitali di 2011 MD indicano che non vi è alcuna possibilità che  possa colpire la Terra.
Il periodo orbitale di 2011 MD è di poco più di 396 giorni, il che vuol dire che fino al 2023 non lo riavremmo tanto vicino,  e comunque non così vicino.
Questo incontro avverrà infatti proprio in prossimità del nodo ascendente dell’asteroide, ovvero quando la sua orbita passerà da sotto l’eclittica a sopra girando proprio attorno alla Terra, che per l’occasione ne altererà un pochino l’orbita.
Comunque per la dottoressa Emily Baldwin anche in caso che l’asteroide avesse avuto la sventura di entrare nella nostra atmosfera, sarebbe bruciato in una brillante palla di fuoco e poco più frammentandosi in piccoli meteoriti, oppure -come accadde nel 1972 1 – rimbalzare nell’atmosfera e tornare nello spazio 2!

Ma cosa sono gli Apollo?

Il gruppo asteroidale Apollo (in verde). Il Sole è al centro, con i pianeti Mercurio (nero), Venere (giallo), Terra (blu) e Marte (rosso)

Gli Apollo sono una classe di oggetti minori che hanno un’orbita simile alla Terra appartenenti alla categoria dei Near-Earth Object (NEO o oggetti vicini alla Terra), con un semiasse maggiore maggiore di un’unità astronomica e un perielio inferiore a 1,017 UA (l’afelio terrestre).
Molti di essi – se ne conoscono almeno 8000 – hanno un orbita che quindi interseca quella del nostro pianeta, il che li rende oggetti particolarmente pericolosi da tenere sotto costante osservazione: pensate che Sisifo è solo un po’ più piccolo del celebre asteroide che portò all’estinzione i dinosauri 3 4.

2011 MD è stato scoperto solo il 22 giugno scorso, con appena 5 giorni di preavviso rispetto al perigeo con il telescopio automatizzato del Progetto Linear del MIT.
Questo dovrebbe far riflettere sull’importanza  di progetti come il Linear e della necessità di potenziarli, perché finché ancora c’è tempo non si perda tempo: più è ampio il margine di preavviso, più sarà possibile studiare un’eventuale strategia difensiva casomai ce ne fosse assoluto bisogno.

Per ora dormite tranquilli. Anche stavolta ci andrà bene mentre gli astronomi vegliano per voi.

Note:

  1. The Great Daylight 1972 Fireball
  2. Qui potrete vedere una spettacolare foto dell’evento.
  3. La gola del Bottaccione
  4. Sisifo ci passerà vicino solo nel 2071 a 0.11 U,A., circa 17 milioni di chilometri.

Umberto Genovese

Autodidatta in tutto - o quasi, e curioso di tutto - o quasi. L'astronomia è una delle sue più grandi passioni. Purtroppo una malattia invalidante che lo ha colpito da adulto limita i suoi propositi ma non frena il suo spirito e la sua curiosità. Ha creato il Blog Il Poliedrico nel 2010 e successivamente il Progetto Drake (un polo di aggregazione di informazioni, articoli e link sulla celebre equazione di Frank Drake e proposto al l 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics) “Cercando tracce di vita nell’Universo” (2012, San Marino)) e collabora saltuariamente con varie riviste di astronomia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro "Interminati mondi e infiniti quesiti" sulla ricerca di vita intelligente nell'Universo, riscuotendo interessanti apprezzamenti. Definisce sé stesso "Cercatore".
Array

I commenti sono chiusi.

Commenti chiusi