Sono mesi che ci penso, forse ora è giunto il momento che mi occupi di scrivere un articolo su un tema spinoso e inquietante: l’uso della tecnologia nucleare civile per la produzione in grande scala di energia in Italia, ovvero il ritorno al nucleare.
Il 26 aprile 1986 alle ore 01:23:45 in Ucraina avveniva il più grande disastro nucleare civile della storia: il Disastro di Černobyl’. Non sto a raccontare come avvenne il disastro e quali erano le gravi carenze progettuali di quei reattori RBMK 1000 il cui scopo oltre che alla produzione civile di energia elettrica era quella di produrre il plutonio per costruire armi nucleari, piuttosto vorrei sottolineare che a seguito dell’ondata di panico che ne seguì soprattutto in Europa, l’8 e il 9 novembre 1987 In Italia venne celebrata una tornata referendaria con cinque quesiti, di cui ben tre erano indirizzati espressamente a bloccare ogni attività di sviluppo costruzione e l’esercizio delle attività delle centrali nucleari in Italia. È bene ricordare i quesiti, visto che molti votanti di oggi non li hanno vissuti e gli altri probabilmente manco se lo ricordano, comunque quello era un momento particolare, lo strumento referendario ancora funzionava e i partiti temevano quei momenti di partecipazione democratica.
NORME CHE CONSENTONO DI COSTRUIRE CENTRALI NUCLEARI ANCHE SENZA IL CONSENSO DEI COMUNI E DELLE REGIONI
«Volete voi l’abrogazione del terz’ultimo comma dell’articolo unico della legge10 gennaio 1983, n.8: “Norme per l’erogazione di contributi a favore dei comuni e delle regioni sedi di centrali elettriche alimentate con combustibili diversi dagli idrocarburi”, comma che reca il seguente testo: “Qualora entro i termini fissati dall’articolo 2, secondo comma, della legge 2 agosto 1975, n. 393, non sia stata perfezionata la procedura per la localizzazione delle centrali elettronucleari, la determinazione delle aree suscettibili di insediamento è effettuata dal Cipe, su proposta del ministro dell’Industria, del commercio e dell’artigianato, tenendo presente le indicazioni eventualmente emerse nella procedura precedentemente esperita”?»
NORME CHE PREVEDONO FINANZIAMENTO AI COMUNI E ALLE REGIONI CHE ACCETTANO CENTRALI NUCLEARI ED ALTRE ALIMENTATE DA COMBUSTIBILI DIVERSI DAGLI IDROCARBURI
«Volete voi l’abrogazione dell’articolo unico, primo comma, della legge 10 gennaio 1983, n.8: “Norme per l’erogazione di contributi a favore dei comuni e delle regioni sedi di centrali elettriche alimentate con combustibili diversi dagli idrocarburi”, limitatamente ai commi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12?»
RISULTATI SECONDO QUESITO [1] Elettori 45.870.230 Votanti 29.871.570 % Votanti 65,1 Astenuti 15.998.660 % sugli Elettori 34,9 Voti Validi RISPOSTA AFFERMATIVA 20.618.624 % 79,7 RISPOSTA NEGATIVA 5.247.887 % 20,3 Totale 25.866.511 Voti non Validi Totale 4.005.059 % sui Votanti 13,4 Schede Bianche 2.654.572 % sui Votanti 8,9 Quesito numero treNORME CHE CONSENTONO ALL’ENEL DI PARTECIPARE, IN ALTRI PAESI, ALLA REALIZZAZIONE E ALL’ESERCIZIO DI CENTRALI NUCLEARI, COME IL REATTORE AL PLUTONIO “SUPER-PHENIX”«Volete voi l’abrogazione dell’articolo unico, primo comma, della legge 18 dicembre 1983, n. 856 recante: “Modifica dell’articolo 1, comma settimo, della legge 6 dicembre 1962, n. 1643, sull’istituzione dell’ente nazionale per l’energia elettrica”, limitatamente alle parole: “b) la realizzazione e l’esercizio di impianti nucleari”?»
RISULTATO TERZO QUESITO [1] Elettori 45.849.287 Votanti 29.855.604 % Votanti 65,1 Astenuti 15.993.683 % sugli Elettori 34,5 Voti Validi RISPOSTA AFFERMATIVA 18.795.852 % 71,9 RISPOSTA NEGATIVA 7.361.666 % 28,1 Totale 26.157.518 Voti non Validi Totale 3.698.086 Schede Bianche 2.388.117 % sui Votanti 8
In seguito all’esito del referendum furono sospesi i lavori di costruzione della centrale di Trino 2 (Vercelli), furono definitivamente chiuse le centrali di Latina, di Caorso (Piacenza) e la Enrico Fermi sempre a Trino (Vercelli) e riconvertita la centrale di Montalto di Castro (Viterbo) in una centrale a policombustibile sfruttando le infrastrutture già esistenti e cambiando nome in Alessandro Volta.
La cosa curiosa di quest’ultima è che è la centrale più potente oggi in Italia ma anche che è poco utilizzata (circa 3.000 ore all’anno su un massimo teorico di 8.760). Infatti a fronte di una potenza totale lorda istantanea di 98 GW producibile in Italia, i picchi di consumo più alti sono stati raggiunti nel 2008 con 63 GW nell’estate, mentre la media dei consumi è all’incirca di 30-40 GW giornalieri. Ovviamente la potenza teorica non potrà mai essere raggiunta, impianti fermi per manutenzione, guasti temporanei alla rete di distribuzione etc… ma sarebbe anche giusto che alla gente venissero forniti questi dati visto che l’energia elettrica serve alla sopravvivenza della nostra civiltà moderna. Un’altra cosa importantissima spesso dimenticata quando si parla di generazione di energia elettrica è la necessità di avere la disponibilità di enormi quantità di acqua in prossimità delle centrali per la refrigerazione degli impianti stessi, per questo nei momenti di siccità la produzione elettrica può calare anche considerevolmente, vista la necessità di raffreddare gli impianti. Su questo piccolo importantissimo punto una centrale nucleare soffre un grave handicap rispetto alle altre centrali più convenzionali: quest’ultime possono essere spente in pochissimo tempo, mentre una di tipo nucleare no, il rischio di non avere il necessario apporto d’acqua per raffreddare gli impianti è un pericolo per l’ambiente: oltre a esporre l’intero sistema a guasti e rotture esiste il più banale pericolo di riscaricare acqua calda (necessaria al sistema di condensazione) nell’ambiente, comportando seri rischi per l’habitat naturale, come è spesso avvenuto.
Il 28 maggio 1959 l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) e l’ Agenzia Internazionale Energia Atomica (AIEA) firmarono un accordo di cooperazione e di consultazione preventiva su tutte le informazioni sanitarie riguardanti il tema nucleare: ovviamente poi è successo che questo accordo venisse usato poi dall’AIEA a suo esclusivo vantaggio per insabbiare e bloccare qualsiasi rapporto sui rischi reali sull’uso dell’energia atomica nel mondo: studi epidemiologici, statistici, analisi compromettenti etc. [3]
Ma ora veniamo ai recenti fatti italiani che hanno spinto il Governo a ridiscutere il risultato referendario dell’87 rimandando ad un articolo successivo sulle alternative reali e immediatamente fattibili al ritorno del nucleare civile in Italia.
Le scuse fondamentali sono quella della necessità di diversificare la dipendenza energetica italiana ad altri Paesi che non siano gli abituali fornitori di gas naturale e petrolio, Russia e Libia principalmente ,e ovviamente il rispetto degli accordi internazionali di Kyoto e quelli con l’Unione Europea sulla riduzione delle emissioni di CO2 in seguito alla conferenza mondiale sul clima di Copenhagen (COP15). Gli intenti sono nobili, però questi sono in contrasto sul piano previsto dall’UE di ridurre almeno del 20% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 per l’anno 2020.
Una centrale elettronucleare richiede una decina d’anni fra la costruzione e l’attivazione, ad esempio la centrale nucleare finlandese Olkiluoto-3 (primo reattore europeo EPR, come quelli che si vorrebbero costruire in Italia) fu approvata nel 2002 dal parlamento, i lavori iniziarono nel 2005 e forse finiranno nel 2012, passando da un budget inizialmente stimato di 2,5 miliardi di euro a oltre 5,3 miliardi previsti con un aumento di oltre il 200% del costo, che per mantenerlo basso sono stati dati in appalto a ditte esterne molti lavori di costruzione con l’effetto invece opposto: opere mal riuscite, errori di progettazione e di realizzazione, guasti etc.
L’EPR è un progetto della francese Areva, che ha recentemente perso la partnership con la tedesca Siemens AG che ha preferito allearsi con la russa Rosatom per lo sviluppo e la commercializzazione dei più economici reattori come i VVER, e che ha trovato nell’Enel un partner per lo sbocco sul mercato italiano che rientra nel nucleare soprattutto dopo le commesse perse negli Emirati Arabi (20 miliardi di dollari).
Comunque a scanso di equivoci, il ritorno al nucleare in Italia era stato già previsto in un accordo firmato tra Edf e Enel il 24 febbraio 2009 mentre la legge che sancisce il ritorno al nucleare è la 99/2009 art. 25 e successivi promulgata il 23 luglio del 2009: se pensiamo che qualsiasi accordo (commerciale – politico) richiede lunghe trattative per essere firmato… come dire.. chi ha evidenti interessi puramente economici, anche a evidente discapito della salute pubblica e dell’evidenza dell’impraticabilità di questa scelta costosa, in questa pessima pagina di storia… si è portato avanti col lavoro.
RICORDIAMO, CHE SIAMO SOLO NOI iTALIANI AD NON UTILIZZARE IL NUCLEARE PER PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, COMPERIAMO PERO' ENERGIA ELETTRICA DAI PAESI CHE LA PRODUCONO CON IL NUCLEARE.
E' IL NUCLEARE ITALIANO CHE FA MALE ??? SUBIAMO GLI STESSI RISCHI CON O SENZA LE NS CENTRALI,
COSTRUIAMOCI LE NS CENTRALI PAREGGEREMO COSI I RICHI CHE CI DANNO LE ALTRE NAZIONI EUROPEE
E L'ENERGIA ELETTRICA SPERO VADA A COSTARE COME IN AUSTRIA
Obbiettivamente a cosa serve una fonte di energia insicura come quella derivante dalla fissione nucleare? Le scorie non sappiamo riprocessarle o stoccarle (e quello è un costo non indifferente). Le centrali nucleari possono lavorare per 30-40 anni prima che le strutture del nocciolo si destabilizzino e diventino inutilizzabili (non si possono sostituire perché sono letali). Ovunque il costo dell'energia prodotta da fonti nucleari è ammortizzata da cospicui incentivi statali, anche negli USA (i reattori venivano pagati dall'esercito per produrre plutonio). Il prezzo dell'uranio è in crescita a causa della sua scarsità in natura e la crescente richiesta; noi non ne abbiamo e quindi saremo costretti ad importarlo (dalla Francia, che possiede miniere in Africa) a caro prezzo.
Con i 400 miliardi di € (e sono stato basso) del costo dell'operazione nucleare potremmo avviare un piano di risparmio energetico e produzione di energia con fonti energetiche sostenibili per l'ambiente da farci esportare energia elettrica agli altri paesi europei.
Quindi il nucleare a chi serve???? agli italiani no, ai venditori di fumo si.