La Dichiarazione di Cambridge sulla Coscienza

Fino a quando gli animali avranno i loro narratori, gli umani avranno sempre la parte più gloriosa della storia, e con questo proverbiale concetto in mente, questo simposio affronterà l’idea che gli esseri umani non detengono da soli le facoltà neurologiche che costituiscono la coscienza come è attualmente intesa.

Il poster della Francis Crick Memorial Conference

Con queste parole il 7 luglio 2012 presso l’Università di Cambridge si sono aperti i lavori della prima edizione del Francis Crick Memorial Conference, dove un importante gruppo internazionale di neuroscienziati  e non solo – era presente anche Stephen Hawking – si sono raccolti per rivalutare i substrati neurobiologici della coscienza, dell’esperienza e dei comportamenti correlati negli animali umani e non umani.

Qui gli scienziati hanno affrontato l’eterno dilemma della coscienza e della consapevolezza negli animali non umani 1.
Se negli umani la comunicazione verbale consente di comunicare immediatamente il proprio stato d’animo, il dolore fisico o psichico, le paure e le fobie, in poche parole la consapevolezza di sé, per gli altri animali non è così, o almeno non è così palese come in molti mammiferi o primati.
Per alcuni animali superiori, come il cane, il gatto, il cavallo, ma anche il maiale o l’asino, che da migliaia di anni condividono la loro storia con l’animale umano, non è poi così difficile attribuire un certo grado se non di intelligenza ma almeno di consapevolezza; chiunque abbia un animale domestico intuisce il suo stato d’animo, anche se finora una base scientifica assoluta che lo spiegasse  non esisteva ancora.

 Credit: Julian Finn et al,. Current Biology, 14 dicembre, 2009

Il polpo, che possiede una massa cerebrale consistente per il suo corpo – in pratica tutto il suo corpo è un enorme cervello – e un apparato visivo – l’occhio – sofisticato quasi quanto quello dei vertebrati terrestri più evoluti, possiede certe capacità di apprendimento e ragionamento che si stenta a credere che siano in possesso di una specie acquatica invertebrata che si è evoluta partendo almeno 200 milioni di anni fa 2 . Ad esempio i  polpi hanno mostrato di saper risolvere semplici labirinti, aprire i barattoli e usare creativamente i gusci delle noci di cocco (vedi filmato qui accanto).
Se la leggenda vuole che Napoleone Bonaparte riuscisse a dettare più lettere diverse contemporaneamente, alcuni polpi a loro modo sanno fare qualcosa di simile. Non hanno un linguaggio sonoro come le balene, i delfini o molti vertebrati terrestri, ma sanno cambiare colore. Quello che in origine era un meccanismo naturale di camuffamento  si è evoluto fino ad accogliere anche alcune caratteristiche legate alla comunicazione: alcuni  polpi sono in grado di comunicare contemporaneamente con altri esemplari della stessa specie usando parti diverse del corpo 3.
Quindi vedete che per quanto il suo comportamento denoti un’intelligenza superiore, non è affatto facile comprendere lo stato d’animo di un cefalopode evoluto come il polpo.

Questi ostacoli però non hanno fermato la ricerca scientifica sulla coscienza/consapevolezza.
In questo campo sono state sviluppate negli ultimi anni nuove tecniche e strategie per la ricerca su animali umani o non umani. Di conseguenza i nuovi dati disponibili impongono una riflessione su molti preconcetti passati.
Molti studi su animali non umani hanno mostrato che nel loro cervello esistono circuiti simili a quelli umani che sono correlati con l’esperienza conscia e la percezione. I substrati neurali delle emozioni non sembrano essere limitati alle strutture corticali. Le stesse reti neurali sottocorticali responsabili dell’affettività negli esseri umani sono importanti per i comportamenti emotivi negli animali. Se eccitate artificialmente le stesse zone del cervello generano lo stesso comportamento corrispondente e gli stessi stati emotivi sia negli esseri umani che negli altri animali.
Ma le similitudini  cerebrali fra le varie specie animali non si fermano qui: anche meccanismi come il sonno/veglia e attenzione 4, il meccanismo di punizione/premiazione, la memoria o l’apprendimento sono sorprendentemente simili tra le varie forme di vita di questo pianeta, e appunto molti degli stessi meccanismi si ritrovano anche negli uccelli o negli invertebrati come appunto i cefalopodi.

Questo porta a ipotizzare che la capacità di elaborazione propria del cervello si sia evoluta insieme alla vita animale stessa e che molte caratteristiche neurali finora considerate  tipiche dei primati e dei mammiferi e ritenute residenti nella neocorteccia in realtà siano molto più primitive e antiche di quanto fino ad oggi si fosse supposto.

Tutto questo ha portato gli scienziati riuniti a Cambridge a promulgare questa Dichiarazione della Coscienza che estende molte delle caratteristiche ritenute tipicamente umane anche agli animali 5.
E anche se questa dichiarazione per qualcuno può sembrare la conferma della banalità e per altri solo il tentativo di abbassare l’essere umano allo stesso livello degli animali, io credo che debba essere letta in una chiave ancora diversa: quella che apparteniamo tutti a una grande famiglia interconnessa nei modi più impensati e preziosi, finalmente la presa di coscienza da parte dell’animale umano che anche gli altri animali sanno amare e soffrire in egual modo e che deve avere per lo loro lo stesso riguardo che ha per sé stesso.


Altri riferimenti:
Cephalopod intelligence, Wikipedia (eng).

Note:

  1. So di attirarmi le ire degli antropocentrici e di qualche fondamentalista – in giro ce n’è sempre qualcuno – ma gli esseri umani non sono altro che animali e, come tutte le altre forme di vita animale (insetti, anfibi, rettili o primati), siamo semplicemente degli eterotrofi simbionti di altre forme di vita autotrofe fotosintetiche (il mondo vegetale).
  2. I cefalopodi si svilupparono durante il Mesozoico – tra 250 e 65 milioni di anni fa – e sono sopravvissuti ad almeno due grandi estinzioni marine.
  3. Squids say it with skin: a graphic model for skin displays in Caribbean Reef Squid.
  4. Pare che anche alcune specie di uccelli (i diamanti mandarini) posseggano il sonno REM come  i mammiferi.
  5. Qui potete vedere la dichiarazione finale del convegno: FCMC-Declaration.ogg e qui potete scaricare una copia PDF della Dichiarazione di Cambridge.

Umberto Genovese

Autodidatta in tutto - o quasi, e curioso di tutto - o quasi. L'astronomia è una delle sue più grandi passioni. Purtroppo una malattia invalidante che lo ha colpito da adulto limita i suoi propositi ma non frena il suo spirito e la sua curiosità. Ha creato il Blog Il Poliedrico nel 2010 e successivamente il Progetto Drake (un polo di aggregazione di informazioni, articoli e link sulla celebre equazione di Frank Drake e proposto al l 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics) “Cercando tracce di vita nell’Universo” (2012, San Marino)) e collabora saltuariamente con varie riviste di astronomia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro "Interminati mondi e infiniti quesiti" sulla ricerca di vita intelligente nell'Universo, riscuotendo interessanti apprezzamenti. Definisce sé stesso "Cercatore".
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