Questa qui accanto è l’immagine genitrice di quella qui sopra. Attraverso una elaborazione grafica dell’immagine RAW (un formato particolare che archivia i dati grezzi ripresi dal sensore CCD della fotocamera senza alcun algoritmo di compressione) ad alta risoluzione, ho potuto tirar fuori da questa ripresa due particolari altrimenti poco o nulla visibili: i gruppi di macchie solari n° 1140 e n° 1142.
Come risoluzione non c’è male, considerando la modestissima attrezzatura con cui è stata scattata, e per questo fonte per me di maggiore soddisfazione.
Come potete vedere, la strumentazione non era sofisticata, una fotocamera con un teleobiettivo entry level, e un filtro solare in Astrosolar (il Coso) autocostruito.
Innanzitutto mi sono basato per la messa a fuoco manuale all’immagine riprodotta sul più agevole schermo del portatile piuttosto che alla ridotta figura data dal dorso della fotocamera, usando anche l’ingrandimento software per una più precisa messa a fuoco.
Poi ho cercato di ridurre il più possibile la luminosità del disco solare riducendo i tempi e lasciando il più aperto possibile il diaframma. Infatti pur avendo già un’immagine molto intensa del Sole, ho cercato così di non abbagliare il sensore e di raccogliere i dettagli più fini.
Il resto l’hanno fatto i software di fotoritocco che mi hanno consentito di arrivare a questo risultato lavorando sulle curve di luce.
Il Sole ha un diametro di 400 pixel sull’immagine non elaborata, ciò significa che il più piccolo particolare percepito dal sensore è di circa 3500 km (diametro del disco solare / pixel immagine == 1 391 000 km / 400).
Poi ingrandendo e rinforzando i colori non ho aumentato la risoluzione, ma ho esaltato quello che era stato ripreso: così vedo che la 1140 e più di 30 000 chilometri (anche perché è vicina al bordo e non perpendicolare alla linea visuale) e il gruppo di macchie 1142 è molto più grande: circa 70 000 chilometri (essendo molto più vicina al centro dell’astro la misura è più corrispondente al dato reale).
In confronto la nostra Terra con i suoi 12 700 e rotti chilometri di diametro è veramente poca cosa.
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