Foto di famiglia per una stella

L'immagine ad infrarossi del sistema planetario HR8799 (HD218396). Questa immagine mostra il pianeta HR8799b (cinque volte la massa di Giove), pianeti e HR8799c HR8799d (sette volte la massa di Giove) e la HR8799e (nuovo pianeta). Le frecce indicano il moto dei pianeti previsto per i prossimi 10 anni. Credit: NRC-HIA, Christian Marois, and the WM Keck Observatory

Quella che vedete è la prima immagine di un sistema planetario diverso dal nostro, Distante circa 129 anni luce, HR8799 è lassù, sul bordo del grande quadrato di Pegaso a circa metà strada tra Markab (α Pegasi) e Scheat (β Pegasi), appena visibile ad occhio nudo nelle migliori condizioni.
Questo sistema planetario fu scoperto nel 2008 da Christian Marois ed altri usando una tecnica particolare chiamata immagine differenziale angolare usata sia sulle immagini riprese  al W.M. Keck che al Gemini Nord posti sul monte Mauna Kea alle isole Hawaii [1].

Pianeti
(in ordine di distanza)
Massa
(Giove = 1)
Semiasse Maggiore
(UA)
Periodo Orbitale
(anni)
Eccentricità
e 9±4 ~ 14.5±0.5 ~ 45 ?
d 10±3 ~ 24 ~ 100 >0.04
c 10±3 ~ 38 ~ 190 ?
b 7+4−2 ~ 68 ~ 460 ?
Disco di polvere 75 unità astronomiche

Questi sono giganti gassosi enormi, che insieme fanno una massa complessiva di oltre 30-40 pianeti come Giove distribuiti in una zona che va al di là dell’orbita di Saturno (10 UA) fino a 7 volte questa.
Questa scoperta mette in crisi le nostre teorie sulla nascita e l’evoluzione dei sistemi planetari: com’è possibile che a 70 UA ci sia stata ancora materia sufficiente per formare il pianeta b? e anche per creare gli altri pianeti più interni d e c?
Potrebbero essere migrati da zone più interne del disco protoplanetario fino ad occupare l’attuale posizione o sono pianeti vagabondi nati nel cluster stellare progenitrice della stella  come mostrano alcune simulazioni per le comete [2] e poi catturati in seguito, oppure il nostro modello che spiega abbastanza verosimilmente il sistema solare è da riscrivere?

Il bello della scienza, e quindi anche dell’astronomia, è proprio questo: ogni scoperta solleva molte altre domande senza risposta le quali, una volta esaudite, portano ad altre scoperte e così via.
La prossima volta che osserverete il grande quadrato di Pegaso, ricordatevi di questa stellina e se riuscirete a scorgerla pensate che qualche fotone di questa proviene anche da questi pianeti.

[1]  http://www.gemini.edu/node/11151
[2] http://www.swri.org/9what/releases/2010/cometorigins.htm

Umberto Genovese

Autodidatta in tutto - o quasi, e curioso di tutto - o quasi. L'astronomia è una delle sue più grandi passioni. Purtroppo una malattia invalidante che lo ha colpito da adulto limita i suoi propositi ma non frena il suo spirito e la sua curiosità. Ha creato il Blog Il Poliedrico nel 2010 e successivamente il Progetto Drake (un polo di aggregazione di informazioni, articoli e link sulla celebre equazione di Frank Drake e proposto al l 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics) “Cercando tracce di vita nell’Universo” (2012, San Marino)) e collabora saltuariamente con varie riviste di astronomia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro "Interminati mondi e infiniti quesiti" sulla ricerca di vita intelligente nell'Universo, riscuotendo interessanti apprezzamenti. Definisce sé stesso "Cercatore".
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