Il 2012 è finito in gloria, con buona pace della Fine del Mondo e dei gonzi che ci hanno creduto insieme alle altre balle come Nibiru, le astronavi travestite da comete o da buchi nelle mappe astrali e così via. Invece in sordina …

99924 Apophis osservato da Herschel nelle tre bande di 70, 100 e 160 micron.
Credit: ESA/Herschel/PACS/MACH-11/MPE/B.Altieri (ESAC) and C. Kiss (Konkoly Observatory)
… il nuovo anno ha ben iniziato con l’incontro forse più urgente dell’anno: il passaggio al perigeo di 99942 Apophis 1.
Infatti il 9 gennaio 2013 l’asteroide Apophis è transitato accanto alla Terra ad appena a 14,5 milioni di chilometri.
Nell’occasione il telescopio spaziale Herschel è riuscito a stimare le dimensioni e l’albedo dell’asteroide Near-Earth con maggior precisione rispetto alle stime precedenti: così dai 270 metri finora riconosciuti si è passati a 325, circa il 20% in più di quanto era stato calcolato prima, mentre l’asteroide è risultato essere un po’ più scuro di quanto si fosse pensato: da un albedo di 0,33, più o meno quello della Terra, a 0,23, quello di un bel pratino.
Ovviamente Apophis non è ricoperto d’erba, non è neppure verde, ma è altrettanto scuro quanto lo è un prato verdeggiante, che non è proprio scuro quanto lo è un pezzo di carbone ma nemmeno bianco come un campo appena innevato. Più tardi vedremo perché questa può essere una informazione importante.
Intanto i nuovi dati raccolti in questo passaggio sono serviti a stimare con una maggiore precisione l’orbita dell’asteroide per gli incontri futuri che si prospettano alquanto interessanti.
Apophis orbita attorno al Sole in un po’ meno di un anno terrestre, 324 giorni, per cui non sempre è così vicino alla Terra mentre altre volte transita un po’ troppo vicino.
Il prossimo incontro ravvicinato accadrà nel 2029, quando Apophis sfiorerà la Terra ad appena poco più di 38.000 chilometri, abbastanza lontano da non caderci in testa ma abbastanza vicino per creare forse qualche problema ai satelliti in orbita medio-alta. Comunque, la vastità dello spazio suggerisce che il rischio che l’asteroide spazzi via qualche satellite è piuttosto bassa, la stessa agenzia spaziale americana stima che il rischio di impatto con qualche satellite operativo è piuttosto basso, circa il 2,7%.
Invece qualche motivo di preoccupazione dovremmo averlo per i passaggi successivi: anche se per il passaggio del 2036 la probabilità di un impatto si è ridotta di 30 volte, passando da 1 su 230.000 a 1 su 7 milioni, per il 2068 il rischio di un impatto aumenta, passando da 1 su 400.000 a 1 su 185.000. Le cifre dette così possono spaventare , ma il rischio che Apophis ci cada sulla testa è comunque pari allo 0,000014% per il 2036 e dello 0,0005% per il 2068; è certamente molto più rischioso viaggiare in automobile.
Nel malaugurato caso che comunque Apophis decida di scendere sulla Terra, questo non sarà altrettanto catastrofico quanto l’asteroide di Chicxulub 2 che rilasciò circa 100 milioni di megatoni di energia e provocò l’estinzione dei dinosauri 65 milioni di anni fa, ma di certo non sarà altrettanto indolore come l’Evento di Tunguska 3 del 1908.
Sulla base dei dati precedenti a questo passaggio, la NASA aveva stimato che un impatto di Apophis avrebbe generato energia per 510 megatoni, più del doppio dell’energia rilasciata dall’eruzione Krakatoa del 1883 4, un evento che mutò il clima globale della Terra per i successivi anni.
In attesa che nuove stime del potenziale distruttivo tengano conto delle nuove misurazioni dell’asteroide, si può comunque ipotizzare che questo sarà pari almeno a 850-900 megatoni, pari a circa 17-18 bombe Zar (quella depotenziata) simultanee.
Alcuni anni fa trattai l’argomento su come deviare un asteroide su questo Blog 5. In quell’articolo illustravo alcuni metodi che la comunità scientifica ha preso in considerazione per deviare un asteroide che si avvicina troppo pericolosamente alla Terra. Ma una nuova proposta 6 è quella di ricorrere all’effetto Yarkovsky 7 per modificare l’orbita di Apophis quel tanto che basta per scongiurare altri incontri pericolosi con la Terra.
Proprio per questo l’ex astronauta americano Russel Schweickart ha proposto di inviare al più presto su Apophis un trasponder per determinarne con estrema precisione l’orbita per decidere entro il 2014 se e quanto è necessario modificare la sua orbita con una missione spaziale. Per Scweickart dopo il 2014 potrebbe non esserci abbastanza tempo per allestire una missione di deflessione prima dell’incontro del 2029. Ogni missione successiva a questa data potrebbe essere molto più difficile, sette anni potrebbero essere non più sufficienti a scongiurare un possibile impatto.
Ma di quanto è necessario modificare l’orbita di Apophis?
Sono tre i parametri di cui occorre tener conto. Il primo è quello che gli anglosassoni chiamano keyhole, che noi possiamo immaginare come la classica cruna di un ago, in cui deve transitare il centro di massa dell’asteroide nel 2029 perché poi colpisca la Terra nel 2036. Questa finestrella è larga appena 641 metri, per cui basterebbe una deflessione di appena 320 metri.
Un altro parametro è legato all’incertezza dell’orbita, che per ora presenta uno scarto di circa 1800 chilometri sulla posizione effettiva dell’asteroide. Usando una tolleranza di sicurezza di 5 significa dover apportare una deflessione di almeno 9000 km. Per questo la proposta di Scweickart di inviare un trasponder sul corpo celeste è da prendere in considerazione assolutamente. Man mano che l’orbita di Apophis sarà conosciuta con una migliore risoluzione il grado di incertezza potrà scendere anche molto sotto ai 100 chilometri.
Il terzo parametro, per questo ho detto all’inizio che era importante conoscere l’albedo di Apophis e i dati ripresi da Herchel sono così preziosi, è invece dovuto al noto Effetto Yarkovsky, che modifica continuamente l’orbita del corpo celeste e su cui la proposta di Sung Wook Paek dovrebbe andare a incidere.
Adesso quando i fuffologi vi annunceranno una prossima fine del mondo per mano di Apophis sapete come stanno realmente le cose.
Altre letture suggerite:
Yarkovsky-driven impact risk analysis for asteroid (99942) Apophis
On the impact of the Yarkovsky effect on Apophis’ orbit
Note:
- L’asteroide 99924 Apophis si chiama così perché due degli scopritori, Roy A. Tucker e David James Tholen – il terzo è l’astronomo italiano Fabrizio Bernardi – erano appassionati della serie televisiva Stargate SG-1 dove un extraterrestre che era adorato dagli antichi egizi col nome di Apophis era l’antieroe della saga. ↩
- La gola del Bottaccione, Il Poliedrico 6 marzo 2011. ↩
- Il 30 giugno 1908 un meteoroide o il nucleo di una cometa, forse un frammento della cometa Encke – responsabile fra l’altro delle Beta Tauridi, precipitò ed esplose nell’atmosfera sopra la Siberia centrale nei pressi del fiume Podkamennaya Tunguska nel distretto di Krasnoyarsk con una potenza tra 15 e 20 megatoni distruggendo 2150 chilometri quadrati di bosco. ↩
- Il dato di 500 megatoni dichiarato da Wikipedia Italia per quell’evento è sbagliato, l’esplosione del Krakatoa fu di soli 150-200 megatoni. ↩
- N.E.O. Warning, Il Poliedrico 13 maggio 2010. ↩
- L’idea alquanto originale e prosaica è di uno studente del MIT, Sung Wook Paek. Questa prevede che un veicolo spaziale spari 5 tonnellate di vernice in polvere altamente riflettente (bianca) sull’asteroide in almeno due fasi per ricoprirne l’intera superficie con uno strato di 5 micron. Essenzialmente questo approccio è simile all’idea dell’australiana Mary D’Souza che vinse lo stesso premio del SGAC nel 2008 che suggeriva di trasformare l’asteroide in una vela solare. ↩
- l’Effetto Yarkovsky fu scoperto nella seconda metà dell’800 dal russo Ivan Osipovich Yarkovsky, il quale suggerì che l’orbita dei corpi minori di un sistema solare potesse essere influenzata in maniera apprezzabile dalla radiazione della sua stella.
In pratica l’energia orbitale di un corpo cambia a causa di forze non radiali causate dall’assorbimento e la riflessione dell’energia luminosa nelle diverse direzioni che dipendono dalla sua rotazione. Questo causa un’accelerazione o decelerazione dell’oggetto lungo la sua orbita a seconda che l’energia sia sottratta o aggiunta. Se la rotazione, la forma e le proprietà termiche del corpo sono note, la direzione e la grandezza di tale effetto possono essere calcolate. ↩
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