Analfabetismo funzionale e senso critico

Qualcuno una volta disse che la scienza non può essere democratica ma si sbagliava. La storia invece dimostra che l’evoluzione dello spirito umano e quello scientifico sono indissolubilmente legati tra loro e il loro grado di condivisione e diffusione nella società.

Il 22 febbraio scorso, una conferenza stampa organizzata dalla NASA illustrava la scoperta di quattro pianeti in orbita a una debole stellina lontana soli 39 anni luce, un tiro di sasso su scala cosmica. Per chi segue ormai da anni la nuova frontiera dell’esoplanetologia sa che notizie abbastanza simili sono ormai quasi la quotidianità. Grazie agli strumenti di ultima generazione e l’affinarsi delle tecniche di indagine negli ultimi vent’anni sono stati confermati (dal 6 ottobre 1995, il primo esopianeta riconosciuto, 51 Pegasi-b) ben 3609 — al momento in cui scrivo — pianeti per 2703 sistemi planetari di cui ben 610 di questi sono sistemi con più di un pianeta riconosciuto [1]; una media di un nuovo pianeta ogni due giorni e poco più!
Coloro che hanno sin qui seguito questo blog, senz’altro hanno avuto modo di apprendere come da una debolissima curva di luce sia possibile ricavare tantissime informazioni, non certo assolute come taluni credono — ci sono tante variabili in gioco su cui si gioca tutto, come la distanza assoluta e il grado di estinzione della luce della stella per effetto del mezzo interstellare — ma comunque ragionevolmente accettabili quel tanto che basta per produrre stime all’interno di un certo margine di tolleranza.

Tutti i video spettacolari, le immagini e le slide che si sono viste in quei giorni, ma anche le altrettanto meravigliose conquiste scientifiche e tecnologiche come i razzi recuperabili Falcon9 che possiamo vedere all’opera qui accanto, sono il frutto dell’ingegno umano incarnato in migliaia di anonimi scienziati e ricercatori di tutto il mondo che operano per il benessere di tutta l’umanità.
Questo benessere è tangibile sotto quasi ogni cosa che usiamo ogni giorno, i telefoni cellulari non sarebbero così piccoli e potenti senza lo sviluppo delle tecnologie di miniaturizzazione sviluppate per le missioni spaziali; Internet nacque per esigenze di comunicazione militare e scientifica, furono gli scienziati del CERN di Ginevra che inventarono il WEB, lo stesso mezzo spesso usato per sproloquiare bischerate sulla perniciosità della ricerca scientifica e l’inutilità di essa.

Avrebbero dovuto intitolare questo virgolettato « L’Idiozia, l’apoteosi del qualunquismo »

La cosa più triste è che ormai ogni giorno tra gli innumerevoli detrattori della ricerca scientifica scopro politici, giornalisti e opinionisti senza distinzione di censo, cultura o religione. Tutte persone invece il cui compito è proprio quello di guidare le coscienze 1.
A questo punto, viene da chiedersi perché questo accanimento antiscientifico che parte dalla negazione dei fatti, come ad esempio la negazione dello sbarco sulla Luna, fino al rifiuto delle più sicure tecniche di profilassi come le vaccinazioni.
Non esiste una risposta univoca a tale domanda e nemmeno motivi che possano giustificare questa linea di pensiero. Eppure a leggere i commenti di qualche prezzolato opinionista che criticava – credo il giorno dopo – la meravigliosa scoperta di quel piccolo e affollato sistema planetario sembra che esista un cortocircuito tra la scienza e quello che la gente percepisce.
Anche a costo di apparire riduttivo, scorgo che in questo mondo — vedi per es. Internet — in cui la densità delle informazioni mediamente disponibili su un qualsiasi argomento è la più alta mai avuta in tutta la storia umana, al comune cittadino quello che paradossalmente manca è proprio la capacità di intelligere tali informazioni.
Un esempio — stupido quanto volete — che mi viene ora in mente è che fa notizia una batteria di un laptop o di uno smartphone quando esplode, ma nonostante questo il mercato pretende dispositivi sempre più piccoli, economici e veloci. Dietro a questi incidenti ci sono inevitabili processi fisici e i desiderata dei consumatori che cozzano con quegli accorgimenti necessari che potrebbero evitare questi problemi, come batterie più voluminose e involucri più pesanti. Pochi però si rendono conto della mole di ricerca necessaria per ottenere dispositivi di accumulo di energia ancora più piccoli e meno rischiosi mentre tutti pretendono di goderne i frutti.


Penso che i ‘lieni siano idioti.
Viaggiare per anni luce per venire a fare cerchi nel grano sulla Terra è come se volassi in Australia a suonare i campanelli e poi tornassi indietro per non farmi scoprire.

Il problema del discernimento non inizia e non si ferma certo qui. A monte c’è anche la tremenda analfabetizzazione di ritorno, un deprimente effetto collaterale che credo sia dovuto in buona parte ad un pigro metodo scolastico dove viene preferita la mnemonica alla spiegazione, l’indottrinamento piuttosto che la promozione dello spirito critico. Penso che un sistema scolastico sostanzialmente incapace di  sostenere una qualche forma di dibattito e confronto costruttivo tra insegnanti e allievi, è in tutta onestà incapace di formare individui pienamente consapevoli. E lo dimostrano tutte le statistiche riguardanti il grado culturale di chi ha finito o cessato in anticipo il percorso scolastico: a fronte di una minoranza di persone capaci di comprendere un testo, molti di più sono coloro che non sono in grado di farlo e, di conseguenza, incapaci di compiere scelte responsabili che possono andare dall’accettare o meno tesi discutibili o errate fino al voto democratico.
Questo deve far riflettere sull’importanza di un processo di scolarizzazione perenne dell’individuo: non ci si può solo limitare a dire che due più due fa quattro perché è così e basta, va illustrato anche perché ciò accade. Con un percorso di istruzione e di confronto limitati nel tempo poi non può esserci spazio per l’elasticità di pensiero e lo spirito critico dell’individuo ormai necessari per affrontare la sempre più imponente mole di informazioni a cui può accedere. È  proprio la mancanza di questi strumenti che porta poi le persone ad abbracciare le tesi più assurde: da quelle parascientifiche fino a quelle antiscientifiche e la loro strumentalizzazione.

Io non ho la soluzione a questo grave problema, sarei un presuntuoso se dicessi di averla. Di fatto mi limito a denunciare le storture che quotidianamente scorgo e che fanno attualmente parte del dibattito attuale, come per esempio le fake news.


« Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza. »
(Ulisse, Inferno Canto XXVI vv. 118-120 Dante Alighieri)

Lo spirito critico, che in troppi usano per giustificare anche le tesi più bacate, serve quando è costruttivo, quando cioè porta ad un miglioramento delle proprie e delle altrui condizioni. Ad esempio, rifiutare la profilassi dei vaccini contro agenti patogeni potenzialmente letali significa esporre al rischio di contrarre le malattie anche coloro che per per problemi diversi non possono vaccinarsi. Allo stesso tempo però chiedere che i controlli sui farmaci siano il più possibile terzi e trasparenti, rientra nello spirito critico di cui tutti noi dovremmo poter disporre.
I media svolgono un ruolo fondamentale nel’evoluzione culturale dell’individuo. Se viene continuamente trasmesso il messaggio che basta indovinare un pacco, grattare una schedina di cartone o tirare una leva di una slot machine virtuale per diventare milionari, che la cultura non fa mangiare e che nel mondo reale la strada del successo non passa necessariamente dal merito, allora è ancor più evidente quanto sia importante, ma anche difficile, un reale cambio di passo.
L’unico suggerimento che mi sento di dare al lettore è quello di usare almeno il buon senso. Non esistono cure miracolose o trucchi nascosti, i soldi non crescono sugli alberi e il successo deve essere conquistato mostrando il proprio valore. Non ci sono complotti segreti mondiali, progetti per il controllo di massa di interi popoli o altre castronerie simili, solo sprovveduti convinti che queste cose esistano e pochi che sfruttano tali convinzioni per arricchirsi.
Tutti vorremmo un mondo migliore, senza guerre, carestie e povertà; ma siamo qui, ora, in una situazione dove ancora una volta c’è chi pretende di risolvere asti mai dimenticati con l’uso delle armi, col Riscaldamento Globale e i Migranti che fuggono da guerre che paradossalmente consentono il nostro tenore di vita, dal petrolio e il gas naturale al coltan per i condensatori al tantalio dei nostri telefonini.
Ripeto, non ho una soluzione a tutto questo, solo gli stolti credono di averla in tasca. Ma credo nella condivisione delle idee, la più alta delle espressioni della democrazia.

Note:

  1. Mi spiego meglio: se è lo scemotto di paese a raccontare al bar che gli alieni collaborano coi governi mondiali, la gente ridacchia e se ne va via divertita; ma se lo dice un ex ministro alla televisione saranno in tanti a dargli credito.  Eppure questo è l’esempio meno grave.

Riferimenti:

  1. . , "The Extrasolar Planets Encyclopaedia", 2017. http://exoplanet.eu/catalog/

Umberto Genovese

Autodidatta in tutto - o quasi, e curioso di tutto - o quasi. L'astronomia è una delle sue più grandi passioni. Purtroppo una malattia invalidante che lo ha colpito da adulto limita i suoi propositi ma non frena il suo spirito e la sua curiosità. Ha creato il Blog Il Poliedrico nel 2010 e successivamente il Progetto Drake (un polo di aggregazione di informazioni, articoli e link sulla celebre equazione di Frank Drake e proposto al l 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics) “Cercando tracce di vita nell’Universo” (2012, San Marino)) e collabora saltuariamente con varie riviste di astronomia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro "Interminati mondi e infiniti quesiti" sulla ricerca di vita intelligente nell'Universo, riscuotendo interessanti apprezzamenti. Definisce sé stesso "Cercatore".

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