L’Italia sfiduciata

L’altro ieri non ha avuto la fiducia il governo, è stata sfiduciata l’Italia.
Non voglio riassumere i fatti ormai ben noti del 14 dicembre, di quelli accaduti in Parlamento o fuori, nella città di Roma; quelli sono, checché ne dicano i coalizzati che hanno chiesto la sfiducia al governo. A questo punto  non basta che facciano autocritica, seppur doverosa; hanno perso: nei programmi, nei modi, nei tempi e anche la – poca- fiducia dei cittadini che ancora possedevano.
L’appello di Gianfranco Fini e del suo FlI  era basato sul modello di una destra laica e moderna.
Questo modello ha un grande nemico rappresentato da uno Stato estero: Città del Vaticano; il quale fregandosene allegramente della sovranità italiana ingerisce sulla politica interna indicando nel Popolo delle Libertà il suo interlocutore privilegiato. A poco importa se il leader di questo partito abbia una dubbia moralità, per quello esistono le assoluzioni e le contestualizzazioni ad personam emesse dai vescovi. Al Vaticano interessa solo l’imponente quantità di denaro che il leader del PdL qli può assicurare, grazie al farragginoso e iniquo sistema dell’otto per mille, la preferenza dei fondi per l’istruzione alle scuole parificate private (quasi tutte cattoliche) e il conseguente smantellamento del più importante concorrente a questo progetto, l’istruzione pubblica.
L’altra principale componente è l’IdV di Antonio Di Pietro.
Infatti il suo programma è basato tutto sulla contrapposizione a parole del leader del PdL Silvio Berlusconi, salvo votare la cretinata del federalismo demaniale [1] [2] o dei sindaci-sceriffi fortemente voluti dall’altro partito xenofobo che è nella coalizione di governo, ossia la Lega Nord. Nei fatti ha portato in Parlamento persone che nel passato forse non sono proprio così immacolate come vogliono far  credere, in realtà alcuni transfughi dell’una o l’altra parte politica sono transitati per quel partito, per rifarsi una verginità, prima che l’eterno piacione Rutelli decidesse di formare un nuovo ennesimo cespuglietto chiamato API (!), pronti a vendersi al miglior offerente (e chi altri può essere se non l’uomo più ricco d’Italia) in cambio del quarto d’ora di notorietà che il salto della quaglia offre.
E poi c’è il Partito Democratico, erede dell’estinto DS, a sua volta ex PdS che prima fu il  PCI,  scomparso con la morte del suo ultimo leader degno di questo nome: Enrico Berlinguer.
Un partito che cambia nome ogni cinque anni per non cambiare i suoi leader (lì si che c’è pluralismo democratico, sono più  di uno!) da venti anni, che sono più occupati a farsi la guerra fra di loro che a pensare di fare qualcosa per il bene del paese; ogni tanto giusto una buona azione, come il discorso del suo segretario Bersani a Montecitorio martedì mattina e nient’altro.

Mai da questi partiti ho visto prendere posizione seria e netta in  Parlamento e fuori per le disastrose condizioni della finanza pubblica, per i terribili risultati economici, per i lavoratori precari e quelli che ormai sono esclusi dal mondo del lavoro, per la scuola pubblica ormai ridotta a chieder l’elemosina alle famiglie degli studenti anche  per la carta igienica [3] !
Intanto fuori, come vuole la leggenda di Nerone [4], Roma bruciava. Manifestazioni di studenti e lavoratori e precari e delusi dall’agire politico di tutti i partiti politici in questi anni di Seconda Repubblica si sono scontrate con le forze di Polizia mentre manifestavano il loro -legittimo- dissenso per questa politica distante dalle loro necessità. Non lo so se gli scontri sono stati creati ad arte o se poche centinaia di stupidi hanno fatto casino per loro diletto, ma in  fondo il risultato è stato lo stesso: delegittimare chi manifestava e di conseguenza le loro proteste agli occhi del resto del Paese che se ne sta rincoglionito davanti al televisore, ormai spettatore passivo della sua disfatta come Cittadino.

[1] In pratica adesso i Comuni hanno la piena titolarità di quei beni immobili e parti di territorio che prima erano del demanio, cioè di tutti. Adesso i Comuni che non possono permettersi queste strutture ex demanio potranno venderle ai privati.
[2] Facciamo una colletta e ci acquistiamo un paradiso ex demaniale per noi? 😛
[3] L’IdV l’ha fatto, ma a mio opinabile avviso è stato più per convenienza politica che per convinzione.
[4] La leggenda vuole che l’Imperatore Nerone fosse responsabile del Grande Incendio di Roma del 64, in realtà non fu così.

CCC: Cultura Come Cibo

Stamattina riflettevo sulle tristi condizioni dell’Italia. Non voglio polemizzare sulla spazzatura di Napoli o sui festini hardcore, ci sono per quello centinaia di altri blog che ne parlano. Io vorrei porre l’accento sul bassissimo interesse che ha l’intera classe politica di questo paese verso la cultura e il degrado sociale che a mio avviso essa comporta.

Scilla e Cariddi (15/2/2001 STS098 Atlantis ©NASA)

Parliamo un attimo di arte: ho passato le mie ultime vacanze in uno dei luoghi più splendidi d’Italia, e forse del pianeta: la Sicilia.
Colonizzata dall’umanità da almeno 15 mila anni, essa vanta una collezione di reperti e siti archeologici unici al mondo, una storia e una cultura unica e ricca che solo i punti d’incontro di diverse civiltà può produrre. Eppure oggi tutto questo patrimonio che ci appartiene è in stato di degrado, sommerso dall’incuria della gente comune e del menefreghismo politico.
Un po’ più su,  il sito archeologico più famoso del mondo, Pompei, sta cedendo non tanto per il maltempo, ma per l’incuria e l’imperizia con cui viene gestito. Non mi riferisco ai volontari e ai tecnici che custodiscono il sito fisicamente, spesso mal pagati e che eppure fanno quello che possono, ma a coloro che hanno il compito di mantenere e  valorizzare questo immenso patrimonio culturale che però non fanno preferendo altro.
La spazzatura di questi giorni di Napoli non è certo una novità e non deve per questo essere considerata un’emergenza: io che nel Sud ho le origini vi dico che la spazzatura all’angolo e sui bordi delle strade l’ho sempre vista, e non solo a Napoli: a Gallipoli in Puglia, in Calabria, a Gela…  un  immenso territorio ricco di arte e di storia, con paesaggi naturali incantevoli, sommerso dal sudiciume e lasciato lui stesso a farne parte per colpa di una totale incuria amministrativa e dei suoi abitanti.
Il territorio italiano in questi momenti in cui scrivo è martoriato da alluvioni e calamità naturali: però vedo che in tutti questi anni si è preferito cementificare e costruire indiscriminatamente anche dove il buon senso lo sconsigliava, come quando l’anno scorso si scoprì [1] che a Messina si era costruito una scuola nell”alveo naturale di un torrente, e questo mi turba. Una scuola elementare della mia città è stata chiusa perchè si è scoperto che è a rischio crollo, ma non sempre le amministrazioni si accorgono del degrado in cui versano la stragrande maggioranza  dei plessi scolastici di questo paese prima che avvenga un serio incidente come purtroppo più volte è capitato in passato.
La Scuola Pubbblica, e qui non mi riferisco ai plessi – o almeno non soltanto, in questi anni che vengono indicati come quelli della «Seconda Repubblica», è stata amministrata con inettitudine che rasenta la meticolosità voluta nell’annientarla: tagli orizzontali e indiscriminati alle risorse, anche quelle di prima necessità (in alcune scuole ai bambini viene chiesto di portare la carta igienica da casa), oltre che nella ricerca universitaria che finora si è salvata solo grazie all’eccellenza raggiunta negli anni precedenti e al sacrificio di tanti giovani che hanno continuato a credere in un futuro che finora non è mai arrivato, mentre per gli istituti privati – in  maggioranza cattolici, le risorse sono sempre andate in crescendo da quando nel 2000 una sciagurata scelta incostituzionale permise loro di accedere al finanziamento pubblico  in nome di una non meglio identificata quanto disattesa equiparazione.
Anche analizzando la Scuola Pubblica dal punto di vista meramente capitalista si scopre quanto la politica dei tagli e il disinvestimento scolastico sia antieconomica: ogni singolo alunno, dalle elementari alla laurea, costa allo Stato mediamente 100.000 – 120.000 euro. Tutto sommato non sono poi molti se a questa spesa iniziale venisse data la possibilità di reimpiego qui in Italia come  ricerca e lavoro; d’altronde quando un’azienda investe in mezzi, persone e strutture poi si aspetta un futuro ritorno economico. Invece disinvestendo sui neolaureati, non offrendo loro alcuna prospettiva, si è ottenuto che un’intera generazione fosse laureata e disoccupata: o sottoccupata – che fose è pure peggio: 120.000 euro accompagnati dagli enormi sacrifici di intere famiglie gettati via, come se fossero anche questi pattume. Chi non ha accettato di essere gettato via è emigrato in altri paesi che si sono ritrovati tra le mani quelle capacità, che non sono state lasciate germogliare in Italia,  gratuitamente  e ricevendone in cambio benefici come brevetti, scoperte scientifiche, mano d’opera altamente qualificata  etc… .

Come ebbe a dire un noto ministro di questo governo: “la cultura non si mangia“, salvo poi ritrattare come è oramai diventato malcostume con un’altra battuta, “la cultura non è commestibile“, non accorgendosi nella sua ottusaggine che forse il rimedio era pure peggio del danno fatto prima: è vero, la cultura non si mangia, ma può imperdirci di affogare nel lordume dell’ignoranza e nella barbarie del degrado.

[1] http://carta.org/campagne/ambiente/18472

L’involuzione della specie: da Darwin alla filosofia del piccione

La cultura che viene oggi promossa dalla televisione e dai programmi trash  io la chiamo la Filosofia del Piccione:
mangiare, bere, sporcare e non capire niente…
(nemmeno quando poi il piccione viene fatto arrosto).

Pennacchio di cenere del vulcano Planchon-Peteroa (Cile)

Questa foto della Nasa ripresa dall’Earth Observing-1, mi ha fatto ritornare in mente un  saggio del celebre Charles Darwin pubblicato per  la Geological Society nel 1838 intitolato “Sulla connessione che esiste tra certi fenomeni vulcanici nel Sud America e la formazione di catene di montagne e di vulcani, come effetti della stessa forza per cui vengono sollevati i continenti1.

Charles Darwin era un naturalista, e nel 1835, anno in cui scrisse il saggio, non si conosceva ancora la deriva dei continenti e le placche tettoniche. Ma non era uno stupido o un visionario, come alcuni integralisti religiosi fanatici del biblico creazionismo vogliono far credere. Vide un plausibile nesso tra il terremoto del 20 febbraio 1835 in Cile, la precedente eruzione del vulcano Osorno a cui assistì e le formazioni geologiche e naturali che osservò esplorando le Ande durante il suo lungo viaggio col brigantino Beagle.
Ora magari alcune supposizioni di Darwin possono farci sorridere, ma lui era figlio del suo tempo e delle sue conoscenze. Oggi abbiamo portato avanti le sue e le nostre conoscenze, quindi se troviamo delle inesattezze sulle teorie di Darwin come ad esempio sull’evoluzione della Vita (non sull’impianto ma sull’interpretazione di alcuni dati) lo si deve unicamente ad una maggiore comprensione che abbiamo oggi della meccanica evolutiva.

Andando oltre Darwin, c’è chi ancora si briga di raccontarci che la Terra è piatta, che Galileo Galilei e  Keplero avevano torto, che l’uomo moderno non è mai stato sulla Luna, mentre gli Antichi 2  facevano le piramidi usando forze occulte e spostavano i blocchi di pietra di Stonehenge col pensiero o magari  con l’aiuto di qualche alieno, come quello che qualche sedicente esperto asseriva avesse  manomesso la Voyager 2.
Quando sento di queste notizie, non so se arrabbiarmi o riderci su, allora mi prende lo sconforto.
Penso alle migliaia di studenti (e mi fermo a questo Paese) a cui è stata tolta la geografia come materia di insegnamento, mentre non viene toccata l’ora di indottrinamento religioso (la chiamo così perché non è insegnamento delle religioni) e si vuole donare loro una Bibbia, forse perché nell’era dei navigatori satellitari non serve sapere i nomi dei fiumi, le regioni che attraversano, i nomi dei mari in cui ogni agosto, come animali al pascolo, vengono spinti, magari pregando che durante il tragitto il mezzo di trasporto non si rompa e li faccia arrivare a destinazione.
Penso a quelli che la mattina nemmeno si vestono senza consultare gli oroscopi, o si rivolgono ai maghi  o alla televisione per ogni problema, quando spesso basta andare dal medico per i problemi di salute o da un amico che sappia ascoltare per gli altri.
Penso alla dilagante ignoranza che sta sommergendo  questo Paese che aveva dato i natali ai Ragazzi di Via Panisperna, Galileo Galilei e Leonardo da Vinci, a centinaia di migliaia di ricercatori poi costretti ad emigrare, nonostante gli innumerevoli sacrifici delle loro famiglie e di loro stessi.
Penso al colpevole disinteresse per la trasmissione della conoscenza contrapposto all’interesse squisitamente politico di avere un popolo ignorante e passivo che non sa porre domande e avanzare  legittime pretese.
Penso all’ignavia della classe politica di questo Paese, succube alle ingerenze illecite e anticostituzionali di uno Stato estero che impone la sua visione limitata, distorta e molto di parte della Scienza in funzione della restaurazione del potere temporale che aveva temporaneamente perso 140 anni fa.

Ora facciamo un gedankexperiment (esperimento ideale): un alieno cosa potrebbe pensare di noi?
Che stiamo regredendo nello stato intellettivo in maniera caotica e disordinata: invece di dare spazio alla conoscenza, la stiamo eliminando dal futuro dei nostri figli,  in compenso diamo largo respiro all’ignoranza e alla superstizione: 2012, Nibiru, il geocentrismo, la Terra piatta, il creazionismo, l’odio per la diversità e l’omologazione del pensiero unico. Sicuramente penserà, a ragione, che non potrà esserci una prospettiva futura per un popolo così.

Un pensiero contro natura

L’altra sera mi sono imbattuto in una trasmissione televisiva in cui erano ospiti due personaggi politici: una ultraconservatrice cattolica e un esponente di primo piano di un partito politico che non esito a definire xenofobo e razzista; non faccio nomi perché non ritengo sia importante menzionare altro di questi personaggi. Entrambi si scambiavano reciproci  ammicamenti amichevoli sulla loro posizione comune contro la pillola RU486, ma spesso ho visto ben più di questo punto di contatto tra due schieramenti che si definiscono di opposte opinioni.
Entrambi i personaggi sopra citati in diverse occasioni hanno mostrato anche altre posizioni comuni: sull’omosessualità o le coppie di fatto, sull’aborto come sull’eutanasia etc. definendo questi argomenti come contro natura, e pertanto condannabili dal loro punto di vista.

Contro natura: tutto ciò che va contro gli ordinamenti naturali.

Allora  per questo è condannabile una trasfusione di sangue? gli esseri umani non possono scambiarselo così, come fosse un paio di mutande.
Rimuovere un tumore chirurgicamente è contro natura, togliersi un dente, mica è naturale rimuovere un  pezzo di corpo, anche se guasto.
Morire in guerra, morire di fame, morire per produrre qualcosa che non è proprio, è contro natura, non è certo naturale morire così.
La castità è contro natura, il rifiuto del  sesso  al di fuori della procreazione è contro natura, la capacità di trarre piacere dal proprio corpo è naturale, innaturale semmai è l’opposto.
Sforacchiare una montagna per farci passare un treno, distruggere le falde acquifere,  alterare il clima,  è contro natura, come lo è disseminare rifiuti in una discarica,  deviare il corso di un fiume per erigere una diga o bonificare una palude per coltivarne il terreno.
Molte, quasi tutte le attività umane vanno contro natura, nel senso che l’umanità ha appreso nell’arco della sua esistenza la capacità di andare oltre le naturali barriere e lo fa, nel bene e nel male.
Ai due questuanti politici, e anche a tutti gli altri che si appellano a condannare qualsiasi cosa perché essa è o va  contro natura, voglio ricordare che anche non usare il cervello e pretendere dagli ascoltatori di fare altrettanto, è e va contro natura.

Finché la barca va….


L'attentato di Via d'Amelio, 19 luglio 1992

Tredici giorni fa, il 20 luglio 2010, i magistrati di Caltanissetta Sergio Lari e Nico Gozzo, subito prima di essere ascoltati in Commissione Antimafia – presieduta da Giuseppe Pisanu (PdL), rilasciarono una inquietante lettura degli attentati del 1992.
– “Siamo a un passo dalla verità sulla strage di via D’Amelio. E la politica potrebbe non reggerne il peso” e poi -“non fu solo la mafia a volere le stragi”, dando credito a ciò che il pentito Gaspare Spatuzza sta dicendo da tempo, ricevendo in cambio il mancato ingresso nel programma di protezine dei pentiti di mafia.

Come succede spesso in questi casi, l’eco di questa notizia è quasi subito scomparsa dai, quantomeno imbarazzati,  giornali Italiani. Troppe domande irricevibili,   diciotto anni di depistaggi e condizionamenti in cui le testate informative italiane si sono prestate come parte attiva e passiva, un’orgia infinita in cui il popolo italiano è stato sodomizzato.
Adesso tiene il banco un’altra notizia: la scissione di un gruppo interno alla maggioranza (PdL) che pretende di avera dalla sua i sentimenti nobilissimi di legalità e  giustizia,  giusto per rimarcare le distanze dal resto del gruppo dirigente (o digerente) ormai  compromesso dalle troppe indagini della magistratura in corso e da frequentazioni non troppo limpide per arrogarsi il diritto di governare una nazione.
La  legalità deve essere un pilastro fondante del’agire politico, e chiedere a chiunque che possa essere anche solo sospettato di aver agito contra legem di farsi da parte fino a sentenza definitiva di innocenza, o per l’analogo opposto che debba essere allontanato definitivamente in caso di colpevolezza, è solo buonsenso.
Ma quando furono votate e approvate leggi che hanno stravolto l’ordinamento giuridico, come ad esempio la legge sulle rogatorie (legge n. 367/2001),  la depenalizzazione del falso in bilancio (legge n. 61/2002), la riduzione della prescrizione  (“Legge ex-Cirielli”, 251/2005), e le molte altre, è difficile credere che la legalità sia nel patrimonio culturale: in quei momenti dov’era?

E allora lo scisma? Se non è per pio desiderio di legalità, perché è accaduto?

L’attentato di Via dei Georgofili, notte tra il 26 e il 27 maggio 1993

La risposta la trovo nella vecchia notizia del 20 luglio, oppure in quella che è trapelata in queste ore dalla Procura di Firenze, dove due notissimi personaggi politici – uno di questi continua a chiamare eroe un boss mafioso condannato alll’ergastolo e morto in carcere, forse perché non lo ha mai menzionato negli interrogatori- sarebbero di nuovo sotto inchiesta per la stagione delle bombe di Firenze, Roma e Milano del 1993-94.
È dunque nella necessità di smarcarsi dai fatti di 18 anni fa che si è consumato lo scisma? Dall’esigenza di rifarsi una verginità apparente  agli occhi di un futuro elettorato ora che la barca del berlusconismo sta per affondare? O piuttosto per distogliere queste deflagranti verità  a cui la politica non può reggere il peso, con una non notizia artatamente studiata da chi ha manipolato l’informazione negli ultimi 18 anni?


 

 

Come andrà a finire non mi è dato di saperlo, io guardo alle stelle ma non credo o  faccio oroscopi, comunque penso che agli italiani convenga fare buona scorta di vasellina…

Il paese delle stragi perenni

Era il 2 agosto 1980, ore 10:25, un ordigno esplode nella stazione di Bologna uccidendo 85 persone e ferendone oltre 200.
Sono passati 30 anni, ancora non esistono colpevoli certi, pista interna, pista araba, ora pista americana… l’Italia è il paese delle piste, come quelle che in certi locali alla moda vengono offerte ai clienti insieme allo champagne, anche queste servono a rincretinire, a celare i problemi di un paese incompleto e immaturo.

L’Italia è il paerse delle stragi irrisolte: Portella della Ginestra,  Piazza Fontana, Piazza della Loggia, delitto Moro, Ustica, e altre che ora mi sfuggono, momenti in cui lo stato di diritto viene a mancare, come a Bolzaneto, ma anche del quotidiano stillicidio di morti sul lavoro, per incidenti stradali e imperizia nella Sanità.
Tutti colpevoli, anch’io, che nel mio piccolo non ho fatto abbastanza per fermare queste morti inutili  qualora avessi potuto, nel chiedere la verità e che venga fatta giustizia, nessun colpevole, come sempre nel Paese delle Stragi Perenni.

La Seconda Repubblica e la Fellatio di Stato

Una volta ci fu la P2, una organizzazione clandestina composta da personaggi più o meno noti, provenienti dal mondo dell’editoria, dello spettacolo, dello Stato e dei vertici militari. Questi bene o male, avevano un disegno eversivo ben preciso, quasi totalmente realizzato nella Seconda Repubblica, periodo storico in cui la realtà italiana, frutto della ricostruzione postbellica e memore di una storia millenaria, è stata distrutta e mortificata, sacrificata sull’altare di opere cementizie  inutili, sul degrado urbano e ambientale e sull’edonismo, spesso anche un po’ misogeno. 
e ora invece c’è la P3… il cui unico obbiettivo è  il potere, potere  dato dal denaro, l’appalto regalato ad amici,  la lista elettorale utile aggiustata, in cambio di regalie varie: la corruzione fatta sistema, non più denaro per il partito come era nella  Prima Repubblica, ma la fellatio garantita in cambio di una misera licenza edilizia; un po’ come accade nel degrado infinito delle scuole pubbliche della Seconda Repubblica dove,  grazie ai continui tagli di bilancio imposti, ormai non sono più scuole ma parcheggi per futuri adulti, ci sono ragazzine che si prostituiscono in cambio di una ricarica per cellulare.
Questo è l’universo italiano della Seconda Repubblica prodotta dal successo del disegno della P2: una P3, dove Cesare, principale protagonista della Seconda Repubblica, ha talvolta ragione a definire i quattro, o quaranta non importa, che si sono fatti beccare “sfigati”; e si capisce, ora più che mai, il senso di volere a tutti costi impedire le indagini della magistratura e  imbavagliare la libera informazione, soprattutto quella fuori da ogni controllo ufficiale come i blogger.
Se non altro adesso non avremmo saputo della P3, gli sfigati non sarebbero stati sfigati e, soprattutto, non sapremmo di Cesare….

P2 -> P3 -> P(olitica)???

Mi ero ripromesso che non avrei parlato di politica per molto tempo, purtoppo le notizie di questi giorni sono troppo importanti per non parlarne.

Il quadro politico del mio paese, l’Italia, non è dei migliori. Abbiamo un primo ministro che ha almeno il triplo dell’età di chi dovrebbe iniziare a lavorare ed è dieci anni più vecchio di chi dovrebbe andare in pensione per legge. ma non è il solo: abbiamo un garante della Costituzione che è nato quando del secolo scorso ne era trascorso appena un quarto, a cavallo delle due Guerre Mondiali, abbiamo una classe politica dove si è ancora giovani a 40-50 anni, cioè quando tutto il resto della popolazione inizia ad essere tagliata fuori dal mondo del lavoro produttivo.
I politici italiani pensano che “fare politica” sia un mestiere, come l’imbianchino, il fornaio, o il muratore (anche se per alcuni quest’ultima attività piace, ma in un altro senso).
No, “fare politica” vuol dire dedizione, sacrificio, impegno per il bene superiore della collettività; e questo lo si può fare solo se la politica attiva rimane una attività temporanea, una parentesi -breve- nel percorso di vita del cittadino.
Invece abbiamo politici con un percorso professionale lungo decenni, o di intere vite addirittura; è giusto che ognuno possa coltivare un impegno politico, anche lungo, ma purché questo non diventi una professione, un mestiere, altrimenti una democrazia, come pretende di essere la Repubblica Italiana, diventa una oligarchia, con i suoi privilegi e prebende, capace solo di guardare dall’alto in basso il resto dei cittadini dicendo “io so’ io e voi non siete un cazzo!” e chiedendo continuamente sacrifici alla cittadinanza nonostante si arroghi per sé iniqui privilegi e distribuisca favori ai gruppi di potere a loro vicini.

Chiusa questa breve introduzione, voglio un attimino parlare di quello che sta ora accadendo.
Questi sono giorni convulsi. Da una parte c’è un ddl iniquo e anticostituzionale presentato dal governo che mira di fatto a bloccare qualsiasi indagine giudiziaria e il diritto di cronaca , per impedire alla gente di farsi un quadro chiaro della situazione nazionale; un esempio, basta guardare il TG1 (il telegiornale della prima rete RAI) guidato dall’attuale direttore per farsi un’idea di quella che potrebbe diventare l’informazione in Italia se questo ddl dovesse tramutarsi in legge dello Stato. Dall’altra ci sono i Giudici, i Magistrati e, conseguentemente, alcuni Giornalisti (notate l’uso delle maiuscole), che avendo ancora senso di responsabilità dello Stato, che rischiano di veder mandare in fumo anni di lavoro consumati nel combattere le criminalità vere che strangolano l’Italia.
Ho già spiegato qui quali sono, secondo me i mali della politica italiana, quella che io chiamo (anti)politica, e qui il desiderio di certe associazioni segrete nel volere condizionare nel loro interesse la vita politica del paese, mi riferisco in particolare alla loggia massonica deviata (?) Propaganda 2, il cui interesse, riassumo, era quello di restaurare le classi sociali in base alla loro ricchezza e manipolare le forze economiche a esclusivo vantaggio dei propri affiliati; più aggiungo gli interessi particolari del vero detentore del potere italiano, il Vaticano, a cui si intrecciano le tutt’ora oscure vicende di faccendieri come Michele Sindona, Roberto Calvi e la criminalità organizzata (le mafie, la Banda della Magliana).
Tutti questi poteri contrari agli interessi dello Stato, grazie alla loro eccezionale influenza negli anni susseguenti alle stragi di personaggi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che avevano scoperto questi intrecci  pericolosi tra alcune frange dello Stato, interessi economici e criminalità organizzata, riconquistarono la guida del Paese nonostante l’opera di pulizia moralizzatrice di Mani Pulite vanificandone i risultati positivi e consolidando un sistema corrotto e clientelare nella gestione di tutte le opere di rilevanza pubblica, col risultato di moltiplicare all’infinito i costi di gestione dello Stato e ridurre la qualità e il numero dei servizi resi ai Cittadini.
Quest’opera di destrutturazione dello Stato, ancora incompleta, è stata fatta passare attraverso parolone altisonanti come “alternanza“, “bipolarismo“, “riforme costituzionali” e ora “federalismo“, ma sono solo mezzi di distrazione di massa, distrazione della popolazione a capire la realtà del paese e distrazione delle ormai esigue risorse economiche ancora a disposizione dello Stato verso quegli interessi estranei che ho citato sopra.
È in questo contesto che si svolge l’attuale lotta politica: pezzi ancora fedeli allo Stato (uno Stato di legalità e giustizia secondo il dettato costituzionale) contro l'(anti)Stato figlio delle stragi di mafia e della P2, quello che alcuni giornali hanno ribattezzato P3, al governo con il beneplacito di un piccolo Stato estero che pretende di guidare ancora il Paese considerandolo ancora suo e un’opposizione inutile, bizzosa e iniqua che non riesce ad accordarsi tra le sue componenti per sostenere chi lotta -ancora per poco, temo- per una Società come i Padri Costituenti avevano voluto mettere per iscritto.

Nazionalismo vs. Bilderberg Club

Non mi piace un granché l’idea del copia-incolla di articoli provenienti da altri siti, anche se qualche volta io stesso ho ripubblicato interviste riprese da altrove, ma questa volta non ho proprio resistito. Questo è il discorso che il ricercatore Daniel Estulin ha pronunciato in conferenza stampa di fronte al Parlamento Europeo a Bruxelles il 1 giugno 2010, insieme a Mario Borghezio, per evidentemente presentare il suo libro in cui rivela Si tratta di un incontro annuale per inviti, non ufficiale, di circa 130 partecipanti, la maggior parte dei quali sono personalità influenti in campo economico, politico e bancario; per un elenco più approfondito consultare il link. I partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici.
Il gruppo Bilderberg nasce nel 1952, ma prende questo nome solo nel 1954 che gli viene dato dal principe Bernardo d’Olanda, padre dell’attuale regina Beatrice, e da David Rockefeller, quando il 29 maggio un gran numero di politici e uomini d’affari si riunì a Oosterbeek, in Olanda all’Hotel Bilderberg: da cui il nome di questa organizzazione. Da allora questi incontri si ripetono una o due volte all’anno.come tra gli intenti dell’élite finanziaria ci sia quello di far collassare di proposito l’economia globale per plasmare il mondo in una corporazione di cui loro siano i beneficiari, di fatto attaccando i vertici dell’Unione Europea – sinceramente credo che come istituzione abbia le sue gravi colpe e responsabilità nella situazione economica attuale e per quella che si prospetta per il futuro, come i gruppi di potere informali (Bilderberg, Gruppo di Roma, Trilaterale, etc.) siano un serio pericolo per la democrazia – e rivendicando esplicitamente vecchi nazionalismi mescolando alcuni avvenimenti e fatti storici innegabili, che invece dovrebbero esser visti per quello che furono, senza scomodare altre vecchie e nuove teorie complottistiche di qualsiasi natura. Mescolare fatti con ipotesi di complotti oscuri non può che minare le fondamenta di un più generale argomento…

Buona lettura

Siamo oggi nella condizione di cambiare la storia. Finalmente credo che l’umanità abbia un futuro. Una popolazione in un momento demoralizzata e senza scopi sta uscendo da un lungo sogno. In questo risveglio generale, le persone cominciano a fare le domande giuste. Non è più, “cosa otterrò con questo?” Ma “cosa è giusto?”. E’ un fenomeno internazionale di risposta e reazione ad una marcata percezione che il mondo intero è destinato alla catastrofe a meno che noi, le persone, facciamo qualcosa al riguardo.

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Daniel Estulin

Ho scritto un libro sull’argomento Bilderberg. Il libro, in certo modo, si è trasformato nel catalizzatore di un movimento in tutto il mondo. Adesso, non abbiamo molto tempo, quindi vorrei spiegarvi cos’ è il Bilderberg e perché deve essere fermato.

Nel mondo finanziario internazionale, ci sono quelli che conducono gli eventi e quelli che reagiscono agli eventi. Mentre gli ultimi sono più conosciuti, più numerosi, e più potenti in apparenza, il vero potere risiede nei primi. Nel centro del sistema finanziario globale c’è un’oligarchia finanziaria rappresentata dal gruppo Bilderberg.
L’organizzazione Bilderberg è dinamica, nel senso che cambia con il tempo, assorbe e crea nuove parti mentre si disfa delle parti in declino. I suoi membri vanno e vengono, ma il sistema in sé non è cambiato. E’ un sistema che si auto riproduce, una ragnatela virtuale allacciata agli interessi finanziari, politici, economici ed industriali.

Il Bilderberg Club
Si tratta di un incontro annuale per inviti, non ufficiale, di circa 130 partecipanti, la maggior parte dei quali sono personalità influenti in campo economico, politico e bancario; per un elenco più approfondito consultare il link. I partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici.
Il gruppo Bilderberg nasce nel 1952, ma prende questo nome solo nel 1954 che gli viene dato dal principe Bernardo d’Olanda, padre dell’attuale regina Beatrice, e da David Rockefeller, quando il 29 maggio un gran numero di politici e uomini d’affari si riunì a Oosterbeek, in Olanda all’Hotel Bilderberg: da cui il nome di questa organizzazione. Da allora questi incontri si ripetono una o due volte all’anno.

Tuttavia, il Bilderberg non è una società segreta. Non è un occhio maligno che tutto vede. Non c’è cospirazione anche se molte persone con le loro fantasie infantili lo vedono così. Nessun gruppo di persone, e non importa quanto siano potenti, si siedono intorno ad un tavolo al buio, prendendosi per mano, osservando una sfera di cristallo, pianificando il futuro del mondo.
E’ una riunione di persone che rappresentano una certa ideologia.

Non è un Governo Globale o un Nuovo Ordine Mondiale, come molte persone erroneamente credono- Tuttavia, l’ideologia è quella di una Compagnia Mondiale LTD. Nel 1968, in una riunione del Bilderberg in Canada, George Ball, il sottosegretario d’Economia di JFK e di Johnson disse: “Dove si trova una base legittima per il potere dell’amministrazione corporativa di prendere le decisioni che possano colpire profondamente la vita economica delle nazioni i cui governi hanno solo una responsabilità limitata?L’idea dietro ognuna di queste riunioni Bilderberg è di creare quello che loro stessi chiamano L’ARISTOCRAZIA DEL PROPOSITO sul modo migliore per gestire il pianeta tra le élite dell’Europa e del Nord America. In altre parole, la creazione di una rete di enormi cartelli, più potente di qualsiasi nazione sulla Terra, destinata a controllare i bisogni vitali del resto dell’umanità, ovviamente dal loro punto di vista privilegiato, per il nostro bene e beneficio. Noi, la classe inferiore ( “The Great Unwashed “, come si riferiscono a noi).
Tuttavia, il motivo per cui la gente non crede nel Bilderberg ed in altre organizzazioni che lavorano insieme ed esercitano tale controllo nello scenario mondiale è che la loro è una fantasia cartesiana, nella quale le intenzioni isolate di alcuni individui, e non la dinamica dei processi sociali modellano il corso della storia come il movimento dell’evoluzione delle idee e di certi argomenti per varie generazioni e perfino secoli.
Bilderberg è il mezzo per raggruppare istituzioni finanziarie che rappresentano i più potenti e predatori dei nostri interessi finanziari. Ed in questo momento, questa combinazione è il peggior nemico dell’umanità.
Non possiamo che congratularci oggi, il Bilderberg è diventato un argomento dei mass media corporativi. Non perché questi di colpo abbiano ricordato la loro responsabilità verso noi, ma perché noi abbiamo forzato questa posizione scomoda prendendo coscienza che i presidenti, i primi ministri e i loro piccoli re e regine sono burattini di potenti forze operando dietro le quinte.
Qualcosa ci è successo in mezzo al collasso economico generale. Le persone in gran misura si vedono soggette a qualcosa che non sempre capiscono. Ma che li porta ad agire in un certo modo, nel loro interesse. Questo è quello che stanno facendo in Grecia. Questo è quello che stanno facendo negli Stati Uniti. Si chiama il principio antropico. E’ come se una marea arrivasse e si portasse via le nostre paure.
La gente, rendendosi conto che propria esistenza è minacciata, ha perso la sua paura, ed il Bilderberg ed altri lo percepiscono.
Forse è per questo che in un recente discorso nel Council on Foreign Relations a Montreal, Zbigniew Brzezinski, uno dei fondatori della Trilaterale, ha avvertito che “un risveglio politico globale” combinato alle lotte interne dell’élite, minaccia di sviare il movimento dal Governo Globale.
Potete vedere che le persone a questo tavolo vengono da diversi trascorsi politici e ideologici- Quello che ci unisce, però- è che tutti siamo patrioti. E quelli che ci si oppongono, quelli che lavorano per le società segrete, che hanno venduto le loro nazioni per un pezzo di carne, sono traditori. Non solo traditori della loro gente e nazioni, ma di tutta l’umanità.
Adesso, l’argomento di questa conferenza stampa è il Bilderberg: Verso una Compagnia Mondiale LT.
Circa sei secoli e mezzo fa, l’economia europea era collassata in quello che è conosciuto come la “Nuova Età Oscura” d’Europa, il più grande crollo economico e demografico europeo dalla caduta dell’Impero Romano. Poi a metà del 14 ° secolo, gran parte del potere dell’oligarchia si è bruscamente disintegrato. Questa disintegrazione eruttò a catena come una repentina caduta della peggior bolla finanziaria di speculazione del debito nella storia (questo fin’ ora), quando le case bancarie (fiorentine) di Bardi e Peruzzicollassarono. La disintegrazione e caduta della bolla del debito lombardo ha provocato un collasso nel potere dentro le famiglie oligarchiche.

Cosa c’entra questo con il Bilderberg?
Cenni storici
I dati storici ed eventi a cui fa riferimento Daniel Estulin riguardano l’indebitamento delle case fiorentine con Edoardo III d’Inghilterra dopo la messa al bando degli ebrei da parte di suo nonno Edoardo I , che mancò di ripianare il debito.
L’altro evento è quella che chiama “la Nuova Età Oscura”:
in realtà fu l’inizio della Guerra dei Cent’Anni e la successiva epidemia di Peste Nera che uccise circa un terzo della popolazione europea.

La storia moderna si è sostituita alla storia medievale in quel momento quando le istituzioni che singolarmente distinguono la storia moderna dalla storia medievale sono state messe al loro posto. Questo avvenne nel 1439 al Consiglio di Firenze. Quali sono state queste nuove istituzioni?

  1. La concezione delle moderne repubbliche stato nazione sotto il governo di legge naturale
  2. Il ruolo centrale nel promuovere il progresso scientifico e tecnologico come il mandato conferito alla repubblica.

Questi due ideali rappresentano un punto cruciale: la loro esistenza come istituzione, in ogni parte d’Europa, ha cambiato tutta Europa perché questi cambiamenti istituzionali hanno aumentato il ritmo dello sviluppo pro-capite e per chilometro quadrato  dell’umanità sulla natura.
Quindi a nessuna nazione interessava non progredire e non svilupparsi per la paura di essere lasciata indietro, senza speranze.
Il primo successo avvenne sotto la Francia di Luigi XI, che duplicò il reddito pro-capite della Francia e sconfisse tutti i nemici della nazione. Il successo di Luigi XI ha generato una reazione a catena di sforzi volti a stabilire uno stato-nazione sul modello dell’Inghilterra di Enrico VII.
Un’altra idea chiave che proveniva dal Concilio di Firenze, che in seguito è stato realizzato negli Stati Uniti, è il principio universale del benessere generale, su cui si basa l’intera società moderna.
Adesso, benessere non significa un buon a nulla seduto sul divano mangiando pizza, sbavando, guardando la televisione, mentre aspetta che arrivi l’assegno di disoccupazione.
E’ una questione di immoralità. Qual è l’intenzione dell’esistenza dell’uomo e del governo? E’ quella di provvedere al benessere delle generazioni future dell’uomo. Assicurare la nostra sopravvivenza come specie. Il principio del Benessere Generale, come è stato espresso nel compendio del preambolo della Costituzione Federale degli Stati Uniti, è una legge fondamentale.

Come si relaziona questo con l’attualità? Questa gente vuole un Impero. Questo è ciò che è la globalizzazione. E troppe persone credono che per avere un Impero ci sia bisogno di avere denaro. Avete sentito la frase: L’Elite del Denaro. Ma il denaro non è un fattore determinante della ricchezza e dell’economia. Il denaro non fa altro che far girare il mondo. Il denaro non ha un valore intrinseco.
La mente umana influisce sullo sviluppo del pianeta. E’ così che si misura l’umanità. Questo è il vero significato d’immortalità. Quello che ci divide dagli animali è la nostra capacità di scoprire principi fisici universali. Ci permette di innovare, che di conseguenza migliora la vita della gente aumentando il potere dell’uomo sulla natura.
Vedete, stanno distruggendo l’economia mondiale di proposito. E non è neanche la prima volta. Questo è stato già fatto nel XIV secolo durante la Nuova Età Oscura: eliminarono il 30% della popolazione.

La Grande Depressione- Trasferimento della Ricchezza. La Grande Depressione non è stato un evento che che ha spazzato via i capitalisti degli Stati Uniti. E’ stato un evento che li ha resi ancora più ricchi trasferendo la ricchezza della gente nelle mani di quelli che erano già ricchi. E’ così che la Bank of America ha guadagnato miliardi attraverso i pignoramenti nel 1929-1937.

Non credete neanche per un secondo che il più ricco dei ricchi sarà danneggiato dal collasso che sta arrivando. Gli unici feriti saremo noi.
Guardate la Grecia. Quello che stanno cercando di fare è di far collassare il sistema, invece di permettere che la Grecia riorganizzi il suo sistema monetario, stanno imponendo alla Grecia di essere usata, che il debito greco sia finanziato dall’Europa. Ma, questo debito non vale nulla. E’ spazzatura, denaro di monopoli. Quindi chiedere all’Europa che a sua volta sta attraversando la sua debacle finanziaria, di assorbire un debito impagabile, che i greci, certamente, non potranno mai pagare, significa che sicuramente si distruggerà l’Europa. E questo è fatto di proposito, dato che nessuno, neanche Barroso, con tutto il rispetto verso di lui, è assolutamente intellettualmente impedito o Trichet è così stupido.
Disfiamoci della burocrazia di Bruxelles. Licenziamo tutti. Tutti sono mendicanti. Sono inutili. Queste persone non hanno mai fatto niente di utile nelle loro vite.(I leader europei ndr) in realtà appena possono essere considerati umani, sotto la prospettiva della rappresentazione umana del “Per il Bene Superiore dell’Umanità”.
Adesso, quello di cui vi sto parlando non è un problema scientifico ma un problema morale. Una questione di immortalità. Noi come stati nazione, come gente del Pianeta, crediamo nel futuro dell’umanità? E che tipo di futuro avremo tra 100 o 200 anni? O che ne sarà di noi in 10 mila anni? Abbiamo il diritto di sognare? Se può avere un senso essere qui, allora i cattivi non possono vincere.
Per esempio, ci hanno detto che l’euro deve essere salvato. Che il fallimento dell’euro porterà la caduta dell’UE. E’ una bugia. Invece di una debole e disfunzionale unione monetaria europea ritorneremo ad essere repubbliche stati nazioni indipendenti. L’Europa dei nostri avi.
“La diversità culturale non è solo il segno del progresso, ma una polizza di sicurezza contro l’estinzione umana” Una volta nato, il concetto di stato nazione non muore mai; aspetta solo che appaiano esseri umani valorosi e lucidi per la sua difesa, e che perfezionino il concetto. Così dobbiamo essere una fraternità di nazioni, di nazioni sovrane- unite con lo scopo comune dell’umanità. Fino a quando non potremo portare l’Umanità ad una Età della Ragione, la storia in realtà sarà plasmata non dalla volontà della maggior parte dell’umanità, ma da quei pochi che, con intenzioni buone o cattive, conducono il destino dell’uomo allo stesso modo di come una mandria di mucche è guidata avanti e indietro nei prati e, occasionalmente, anche verso il macello”.


Versione originale:

Daniel Estulin
Fonte: www.danielestulin.com
Link: http://www.danielestulin.com/2010/06/03/el-historico-discurso-de-daniel-estulin-denunciando-al-grupo-bilderberg-en-el-parlamento-europeo/
3.06.2010

Versione italiana:

Fonte: www.vocidallastrada.com
Link: http://www.vocidallastrada.com/2010/06/lo-storico-discorso-di-daniel-estulin.html
5.06.2010

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA
Revisione: i riquadri e i corsivi sono opera de: il Poliedrico



La ninna nanna de la guerra

Da sempre ho fatto mio il motto di Salvor Hardin, primo Sindaco di Terminus: «la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci». Questo motto lo dedico a tutti coloro che ritengono che possano esistere guerre giuste, guerre umanitarie, guerre sante, esportazione della democrazia, missioni di pace, etc… tutte dizioni che hanno un unico denominatore: le armi. A loro va anche questa poesia.

 
 
 Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!
1914, Trilussa