AP Columbæ una neonata molto vicina

Illustrazione di un gigante gassoso orbita attorno a una stella nana rossa simile a AP Columbae. (Credit: Harvard-Smithsonian Astrophisical Center)

Su questo pianeta era trascorso molto tempo dal”estinzione dei dinosauri di 65 milioni d’anni fa. Era infatti il tempo in cui si svilupparono le antenate delle prime protoscimmie che avrebbero portato al genere umano, circa 40 milioni di anni fa. Nascevano allora le grandi catene montuose come le Alpi e l’Himalaya per l’effetto della deriva dei continenti.
Il mondo allora era molto più caldo di oggi: il clima artico era più simile a quello della Foresta Amazzonica attuale che a quello della tundra odierna.

 Mentre la vita biologica su questo Pallino Blu 1 prosperava, ad appena 27 anni luce di distanza un altro miracolo si compiva: una piccola nana rossa grande appena un terzo del nostro Sole si accendeva.

AP Columbae
Epoca j2000 (ICRS)
Costellazione Colomba
Ascensione retta  06h04m52.16s
eclinazione  -34°33'36.1" 
Caratteristiche
Tipo spettrale M 5 D
Tipo di variabile Nessuno
Luminosità (bolometri) 0,001 L
Temperatura 3700 Kelvin
Età 0,04 Miliardi di anni

AP Columbæ, una debole stellina rossa dell’emisfero sud,  è ancora in fase di presequenza principale,  praticamente una stella ai primi bagliori di vita, la cui distanza è stata calcolata con precisione col sistema della parallasse.
Questa importante scoperta è frutto di una collaborazione internazionale tra il Centro di Astrofisica e Scienze dello Spazio dell’Università della California e la Scuola di Ricerca di Astronomia e Astrofisica dell’Università Nazionale Australiana (ANU).
Simon Murphy, che simpaticamente nella sua homepage si definisce un proto astronomo, è uno dei coautori della ricerca e fa presente che nonostante che AP Columbæ sia studiata da almeno 15 anni, solo ora si sono apprese le sue caratteristiche più peculiari: la sua distanza e la sua età.
Per la distanza non ci sono stati particolari problemi, questa è stata misurata col metodo della parallasse 2, ma l’età?

La risposta a questa domanda è nelle proporzioni degli elementi chimici che compongono la stella.

AP Columbae - Credit: Centre de Données astronomiques de Strasbourg

Dall’analisi spettrale della luce di AP Columbæ è stata rilevata una anomala percentuale di litio, un metallo alcalino che si è prodotto unicamente durante la prima nucleosintesi dell’Universo, quella del Big Bang insieme all’idrogeno, all’elio e al berillio. Il litio concorre al processo di fusione termonucleare della stella abbassando la soglia di innesco della fusione: la presenza di litio in una stella indica quindi che questo non è stato ancora consumato e che la stella è molto giovane.
Ricapitolando: attraverso l’analisi della luce e dello spettro si possono ricavare una quantità incredibile di informazioni di    una stella: dimensioni, massa, temperatura e perfino l’età con ragionevole approssimazione.
In questo caso si è scoperto che questa stella è circa un terzo della massa del Sole, è  luminosa appena un millesimo di questo, e ha una temperatura superficiale di appena 3700 Kelvin.
La poca distanza di AP Columbæ dalla Terra (ripeto, questa è di appena 27 anni luce) la rende un ottimo laboratorio per verificare le nostre teorie sulla formazione dei pianeti extrasolari, in particolare dei giganti gassosi – o gioviani – che per ora in qualche modo riescono ancora a sorprendere gli astronomi.

Chissà, forse per Gaia c’è un altro buon bersaglio da studiare.

Stella stellina, l’eclissi ti è vicina

Grazie all’attenzione di un lettore, Nicolò -che ringrazio, mi sono accorto che il software di simulazione (Stellarium) era saltato e proiettava dati non veritieri.  In realtà la disoccultazione di 51 Oph avviene alle 20:09 per la mia località di riferimento, con differenze minime rispetto al resto dell’Italia e quindi invisibile. Fatto salvo questo grossolano errore,  il resto dell’articolo rimane comunque valido. Grazie, e scusate di nuovo per l’imperizia.

 

 

 

 

Due nuove simulazioni dell’eclissi di Luna
15 giugno 2011 – Credit: Il Poliedrico

 

Disoccultazione 51 Ophiuchi (c Oph) prevista per le 21:45 - Credit: Il Poliedrico

Ecco due nuove simulazioni della trentaquattresima eclissi – di Luna – del centotrentesimo ciclo di Saros 1.

Una curiosità che ho scoperto guardando le simulazioni, è che alle 21:45 circa si disocculterà una stella abbastanza ben visibile rispetto a quelle che circondano il nostro satellite, perché è quella più luminosa, alla portata di un normale teleobbiettivo o binocolo, visibile anche a occhio nudo: c Ophiuchi o 51 Ophiuchi.

51 Ophiuchi

51 Oph, – per gli amici – è una stella un po’ particolare rispetto alle altre ben più attempate stelle normalmente visibili nel cielo. È una stella giovanissima, di età compresa tra i 700 mila e 1,5 milioni di anni le cui reazioni termonucleari si stanno per accendere proprio ora, una fase chiamata di pre-sequenza principale 2. È ancora avvolta nel suo bozzolo di polveri non ancora dissipate e …. possiede un disco planetario ben compatto in cui probabilmente si stanno formando per la prima volta attorno a questa stella dei pianeti.

51 Ophiuchi
Costellazione Ofiuco
Ascensione retta α 17h 31m 24,95s
Declinazione δ -23º 57’ 45,5’’
Distanza 410 anni luce
Magnitudine visuale +4,81
Magnitudide assoluta –0,80
Luminosità 312 volte Sole
Temperatura 10.250 K
Massa 4,2 masse solari
Tipo spettrale A0V
Velocità radiale -12 km/s
Età stimata 700000 anni
± 500000

Il sistema di 51 Oph è simile a quello di β Pictoris, il disco è visto di profilo dalla Terra.
La distanza che ci separa da 51 Ophiuchi è molto più grande rispetto a β Pictoris (appena 63 anni luce), pertanto il disco di 51 Ophiuchi è stato possibile osservarlo solo attraverso l’interferometro del Keck Observatory, il quale ha evidenziato ben due componenti distinte del disco: la prima, centrale, è una nube di particelle di polvere di grandi dimensioni, mentre l’altra sembra essere una nuvola che circonda tutto il sistema ed è composta da minuscole particelle di silicati che vanno da 7 a  1200 unità astronomiche dalla stella. Il disco interno ha un raggio di circa 4 UA, con una densità circa 100.000 volte superiore alla polvere del nostro sistema solare. Nel disco interno le collisioni hanno creato chicchi di grandi dimensioni superiori a 50 micron capaci di resistere all’intenso vento stellare,  mentre i grani inferiori ai 50 micron vengono espulsi dalla pressione di radiazione della stella.

Non sono molte le stelle che appartengono a questa classe speciale: le  Herbig Ae/Be praticamente sono stelle con una massa superiore a 2 masse solari  in una fase anteriore all’ingresso nella sequenza principale che avviene quando la stella raggiunge le condizioni di una fusione termonucleare dell’idrogeno stabile. Per le stelle con massa inferiore alle 2 masse solari questa fase è chiamata T Tauri dal nome della stella che per prima fu identificata con queste caratteristiche.

Come vedete, anche da una banale -si fa per dire – eclissi di Luna si può fare della sana astrofisica, d’altronde le eclissi così non capitano tutti i giorni!