Una sonda di … polistirolo

Colin Rich, inventore delle Pacific Star

Qualche anno fa un gruppo di amici capitanati da Colin Rich ebbero la fantastica idea di fotografare la Terra dallo spazio con un pallone sonda, Siccome i palloni sonda generalmente non si trovano al supermercato – o sì? – decisero di costruirne uno con materiali facilmente reperibili. La struttura particolare della sonda era realizzata con fogli di polistirolo rinforzato con scotch americano (quello telato e grigio per riparazioni impossibili)  abbinata a un pallone meteorologico di tre metri di diametro per l’ascensione.  Gli ostacoli più importanti da superare furono:

  1. peso (che doveva essere inferiore a  1,8 kg per soddisfare le normative FAA)
  2. fonte di energia per alimentare le telecamere
  3. temperatura (la Pacific Star ha dovuto sopportare temperature di -50 Celsius)
  4. Global Positioning Systems
  5. altimetro di navigazione
  6. paracadute di rientro

 

CHDK
CHDK è un firmware custom esclusivamente per le Canon Powershot che sovrascrive temporaneamente il firmware originale del produttore mettendo a disposizione funzioni che sfruttano a fondo  l’hardware della fotocamera.
Tra le funzioni avanzate messe a disposizione, vi è quella di eseguire script particolari scritti dall’utente per automatizzare alcune operazioni; tra queste c’è lo anche lo scatto.

La prima sonda, la Pacific Star I,  lanciata il 2 maggio 2010, volò fino a 36271 metri di quota, fu quasi perfetta.
Le immagini riportate non furono un granché, mentre le fasi più critiche, il volo, l’atterraggio e il recupero andarono benissimo: qui potete vedere il video del primo lancio.
Forte di quell’esperienza Colin progettò una nuova sonda con  due macchine fotografiche acquistate su eBay di una nota casa e di un determinato tipo (presto vi dirò il perché):  la Pacific Star II, lanciata il 5 giugno dello stesso anno, volò fino a una quota di 37544 metri, qui potete vedere il video del secondo lancio.
Attraverso l’uso sapiente dell’hardware a disposizione e degli script di programmazione CHDK, Colin Rich è riuscito la seconda volta a far volare e recuperare la sua seconda sonda riportando a terra immagini spettacolari.
Non c’è due senza tre, e Rich non è stato fermo. Infatti, grazie alla sua esperienza nell’assemblare sonde a basso costo e peso, è stato contattato dal Lawrence Berkeley National Laboratory e dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti per includere nelle sue sonde strumenti in grado di monitorare la presenza di radionuclidi dovuti all’incidente di Fukushima e misurare la presenza di fuliggine nella stratosfera, parametro importante per studiare l’impatto antropico nel Global Warming.
Non c’è che dire: anche la Pacific Star III – lanciata il 25  maggio 2011, è stata un successo, arrivando fino quasi a 40000 metri in 3 ore e mezzo, come potete vedere dal filmato.
E chi l’ha detto che per fare scienza aerospaziale occorrono grandi cose? basta una vaschetta di gelato …. 🙂

 

Sito ufficiale : http://www.pacificstarflight.com/Pacific_Star/Open.html

la sonda Cassini in safe mode

Image credit: NASA/JPL-Caltech

il 2 novembre scorso la sonda spaziale Cassini in orbita attorno a Saturno è entrata in modalità safe-mode, una modalità di sicurezza che sospende l’invio dei dati scientifici verso la Terra tranne i dati sullo stato tecnico della sonda.
Questo mette a rischio il prossimo incontro con Titano previsto per l’11 novembre prossimo, anche se ne sono previsti altri 53 da qui al 2017.
Già altre sei volte la sonda si è mesa in safe-mode, questa modalità viene comandata automaticamente dal computer di bordo ogni qual volta viene riscontrata una situazione che richiede l’intervento diretto dei tecnici da Terra.
Sarà interessante vedere se stavolta ci saranno sedicenti esperti ufologi (vedi Binario Alieno) che invocheranno una mano aliena, o saturnina, sullo spegnimento della sonda per farci un dispetto.

Engineers Assessing Cassini Spacecraft – NASA Jet Propulsion Laboratory.