Sciagure, disgrazie e catastrofi inventate. Ma la scuola dov’è?

Umby

Quando si dice che al peggio e alla stupidità umana non c’è mai fine – nemmeno di fronte alla Fine del Mondo scorsa – non credo di dire una cosa insensata.
Alcuni turisti che si erano recati al Parco Nazionale di Tikal, in Guatemala, forse per assistere da un luogo privilegiato l’avverarsi della presunta profezia, ignorarono bellamente il divieto di salire sui templi danneggiandoli, alcuni in maniera piuttosto grave.

Il CICAP nei giorni scorsi ha fatto uscire il suo annuale studio sulle previsioni che astrologi, cartomanti e fattucchiere varie fecero lo scorso anno per il 2012 1 .
La ricerca evidenzia – come è ovvio – la totale  invalidità delle opere divinatorie ma mette in evidenza anche un altro fenomeno molto particolare e piuttosto insidioso che sta crescendo: le profezie pseudoscientifiche.
Ora, per quanto riguarda le pseudo-arti divinatorie – essenzialmente l’oroscopo e la cartomanzia anche se ne esistono altre – ne è nota l’inconsistenza anche tra i loro più seguaci sostenitori che però mai l’ammetterebbero, ma quando sciagure, disastri ed ecatombi varie vengono mescolate con dati pseudoscientifici per dare loro una parvenza di credibiltà, allora è molto più difficile dimostrane l’infondatezza al grande pubblico.
In questo periodo di massima attività solare, che poi tanto massima finora non è stata, va per la maggiore il mito secondo cui una eruzione solare gigantesca, una superiore addirittura al Bastille Day Event o a quella che nel 1989 isolò il Quebec 2 possa spazzare via la nostra intera civiltà.
Una eruzione così è possibile anche se piuttosto improbabile; una simile avvenne nel 1859 e bruciò i cavi dei telegrafi degli Stati Uniti, anche se occorre sottolineare che quella il telegrafo era una tecnologia molto, molto giovane e i progettisti dell’epoca non si aspettavano certo che una massiccia eruzione solare potesse mettere fuori uso migliaia di chilometri di cavo aereo. Comunque un’eruzione così massiccia può magari riuscire a danneggiare una regione o addirittura un continente, ma gli altri sarebbero comunque risparmiati dal massiccio EMP 3 e nel giro di qualche mese – o al peggio di qualche anno – è credibile che tutti i danni possano essere riparati. Niente fine della civiltà umana quindi.

Qualche tempo fa un buontempone studiando le mappe online del progetto Sky-Map.org scoprì dei buchi nelle mappe, segno che quelle zone di cielo non erano state ancora registrate. Ecco allora che quei buchi divennero astronavi di una cattivissima flotta di invasione aliena rivolta contro la Terra e che i governi – e la solita cattivissima NASA – tenevano nascosta questa scoperta, non si sa bene per quale motivo, se per paura di spargere il panico globale o per connivenza con l’Invasore Alieno!
Non contento lo zuzzurellone di turno affermò che queste minacciose astronavi di oltre 200 km di larghezza (!) erano state scoperte dal famigerato sistema HAARP 4 nei pressi del Polo Sud celeste. Un bel dramma geometrico, visto che le antenne radio di HAARP sono in Alaska! Inoltre HAARP opera a frequenze  comprese tra 2,8 e 10 MHz (onde corte) mentre su Sky-Map le mappe sono riprese a lunghezze d’onda ben diverse 5.

Oppure ci fu il caso della povera cometa Elenin 6 che fu sciolta da un’eruzione solare nei pressi di Venere ancor prima di transitare al perielio. Anche quella per gli pseudoscienziati doveva essere un’astronave di alieni, stavolta buoni, che venivano a salvarci dal fantasmagorico pianeta Nibiru (!) che stava per spazzare via l’intero Sistema Solare 7.

Qui ho portato solo alcuni esempi di catastrofi pseudoscientifiche ma ne potrei fare mille altri, come l’inversione dei poli magnetici, enormi caverne come basi aliene 8, oppure le scie chimiche.

Questo mi porta seriamente a dubitare della qualità della cultura di massa e a suggerire che occorrano molti più investimenti nell’insegnamento universale e nella cultura in generale in tutto il mondo. A mio avviso occorre pensare a nuovi modelli di sviluppo globale dove l’accesso alla cultura e all’alfabetizzazione sia altrettanto necessario e vitale quanto l’accesso al cibo, all’acqua e all’energia, checché ne dicano altre scuole di pensiero che non hanno il mio appoggio.

E in Italia?
Da padre di due bimbi in età scolare posso dire che la situazione che vedo quotidianamente è semplicemente mortificante. A fronte di insegnanti capaci e innamorati del proprio lavoro, ce ne sono altrettanti che sinceramente dovrebbero fare qualcos’altro. Poi quella che una volta era una Scuola Pubblica d’eccellenza è stata volutamente mortificata da chi aveva giurato di difenderla. La continua riduzione dei finanziamenti pubblici e il congelamento delle assunzioni a fronte di chi se ne va, ha rovesciato il quadro di tanti anni fa, dove dalla scuola pubblica uscivano molte menti eccellenti che oggi sinceramente farebbero molta fatica ad emergere dalla media. Piuttosto che a pensare a continui tagli lineari di spesa e a premi in base al credito scolastico raggiunto dai singoli istituti come ha suggerito qualcuno che forse non ha mai letto o capito la Costituzione della Repubblica Italiana, sarebbe meglio che in Italia si torni ad investire veramente sulla Scuola Pubblica, almeno il doppio di quanto lo si faccia oggi, tagliando altre spese, come ad esempio quelle militari, che in un quadro europeo hanno molta meno necessità di esistere.


Sul servizio di Scuola Pubblica

 Piero Calamandrei – discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l’11 febbraio 1950

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.

Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime… Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico”