Buon riposo Dennis Ritchie

Dennis MacAlistair Ritchie

A pochi giorni dalla morte di Steve Jobs, un altro grande padre della moderna informatica ci ha lasciati: Dennis MacAlistair Ritchie.

Non è conosciuto come William Gates III o osannato dalle iMasse come Steve Jobs, ma a lui si debbono molti sistemi operativi moderni e le loro evoluzioni: infatti Dennis Ritchie faceva parte del team della AT&T che sviluppò il sistema operativo UNICS nel 1969 che poi avrebbe portato al più evoluto UNIX e i suoi illustri discendenti, cui tra i più famosi e utillizzati sono Gnu/Linux, MacOSx, e freeBSD.

main ()
{ printf (“ciao, mondo”);
}

Non solo, Dennis Ritchie sempre tra il 1969 e il 1973 creò alla Bell Telephone Laboratories  il linguaggio di programmazione C per programmare i sistemi Unix. Nel 1978 con la collaborazione di Brian Kernighan, informatico canadese, pubblicò la bibbia dei programmatori The C Programming Language  (tradotto in italiano Programmare in C), concedendo a milioni di programmatori e appassionati di accedere al fantastico mondo della programmazione con un  linguaggio moderno, efficiente e potentissimo, che avrebbe dato vita a tanti altri linguaggi più moderni ed evoluti.

Senza i pionieri della programmazione come Ritchie, i nostri preziosi personal computer, i nostri smartphone o tablet, ma anche molti elettrodomestici più sofisticati, sarebbero solo ferraglia.

Grazie Dennis Ritchie!

 

 

 

Buon riposo Steve Jobs

Umby

Stanotte è morto Steve Jobs, fondatore ed ex amministratore delegato di Appe Inc.

Nel bene o nel male Steve Jobs ha cambiato il nostro modo di vivere e di lavorare.
Come avevo già raccontato l’anno scorso su queste pagine 1, lo spirito di  innovazione di Jobs ha davvero cambiato il mondo: da un’interfaccia a caratteri del primo Apple I, alla grafica con finestre di Lisa e dei primi Macintosh, che solo lo strapotere della Microsoft relegò a prodotti di nicchia.
Infine è arrivato il supporto tattile con l’Iphone e evolutosi concettualmente con l’Ipad, tanto da costringere le aziende concorrenti a sviluppare sistemi simili che ormai stanno via via sostituendo il classico pc portatile.
È vero, e non lo nego, che adesso la Apple ha preso una strada che non condivido, quella di essere diventata un marchio di tendenza che fornisce prodotti assai più costosi del loro reale valore per un pubblico di fans su scala mondiale.
Questo però è marketing, come quando una parte di italiani compravano l’automobile Fiat nonostante che fosse peggiore della concorrenza straniera perché era italiana, o l’altra parte non la comprava per principio per lo stesso motivo.
È altrettanto vero che la Apple – come molte altre aziende del settore – produce i suoi prodotti in Cina attraverso la Foxconn, una multinazionale di Taiwan con stabilimenti nella Repubblica Popolare Cinese che rifornisce anche Nokia, Sony etc., dove la manodopera è pagata 51 centesimi di dollaro l’ora, e che Steve Jobs al contrario del rivale Bill Gates non faceva donazioni miliardarie di beneficenza.
Questo però e il mondo reale. Il mondo che abbiamo costruito con le nostre scelte politiche e sociali, il mondo della globalizzazione capitalista ci permette di giocare con i nostri ninnoli supertecnologici pagandoli relativamente poco perché sono realizzati da qualcuno nel mondo reale per cifre da fame. Se adesso usiamo Internet, leggiamo la posta elettronica sullo smartphone preferito, o ci gustiamo l’ultimo film super effettoso in 3D stravaccati sul divano di casa, ricordiamoci che tutto questo è spesso frutto di lavoro sottopagato da qualche parte del mondo, magari nella Cina Comunista che per essere un sistema politico di popolo sembra sia governata da masochisti anoressici, o dagli gnomi di Babbo Natale, visto come vengono (sotto)pagati gli operai cinesi.

A questo punto concludo dicendo che Steve Jobs è stato un gran sognatore che ha rivoluzionato il mondo nel suo settore, quello tecnologico, e noi adesso ne riscuotiamo i benefici.
Dare a lui la colpa di essersi arricchito sfruttando manodopera a basso costo 2  piuttosto che per le sue idee rivoluzionarie, no, non me la sento  perché la colpa di questo sfruttamento è comune, è di noi pingui occidentali che preferiamo i nostri ninnoli tecnologici e certi agi a basso costo piuttosto che batterci per un mondo più giusto e onesto.