La notte europea dei ricercatori 2017

Possiamo senz’altro dire che questo è l’anno in cui le notizie false (fake news) e la farfugliante battaglia politica contro di esse stanno, per ora, dominando il dibattito.
Trovo quella discussione priva di senso perché senza comprendere il meccanismo che si cela dietro di esse non è possibile curare tale fenomeno, un po’ come combattere un ascesso con un analgesico: si può star bene lì per lì ma l’infezione rimane e si propaga agli altri denti.
Prima di Internet e dei social network c’erano i mitici Bar dello Sport, o le osterie se preferite, dove alcuni avventori, di solito sempre gli stessi, facevano a gara a chi la sparava più grossa o magari si limitavano a raccontare fatti in modo talmente distorto e convincente da stravolgere il significato delle notizie in sé. Ma tutto rimaneva confinato nella sfera di paese e, per il fatto che tutti conoscono tutti, finiva che tali racconta storie venivano bollati per quel che erano e infine erano pochi quelli che continuavano a dar loro credito passando poi per creduloni agli occhi della comunità. Con l’arrivo di Internet e la comunicazione globale diretta tali personaggi non si sono moltiplicati ma hanno acquistato una platea infinitamente più vasta dei soliti avventori di osteria; di conseguenza anche il numero dei boccaloni disposti a dar loro credito è parimenti più ampio mentre il classico meccanismo di autodifesa che funzionava per le piccole comunità su Internet ha perso la sua efficacia.
Poi è la volta delle cancellerie e le segreterie politiche, dove la diramazione di notizie false è prassi piuttosto usata per screditare e denunciare le (presunte) malefatte degli avversari: esempi di questi gesti li si trovano all’inizio della II Guerra Mondiale con l’incidente della stazione radio tedesca nel 1939, o l’altrettanto famoso Incidente del Tonchino che scatenò la Guerra del Vietnam, oppure la ben più recente balla delle fialette di antrace (borotalco) dell’ex Segretario di Stato USA Colin Powell al Consiglio di Sicurezza dell’ONU nel 2003 che portò alla II Guerra in Irak.
Ma non solo: il triste fenomeno delle fake news colpisce anche la scienza. Senza andare troppo lontano nella memoria basta ricordare l’impossibile miracolo promesso dal Metodo di Bella o dallo Stamina di Vannoni che sono costati milioni di euro di sperimentazioni a tutta la comunità italiana, oppure il caso del pittoresco transistor organico del ricercatore tedesco Jan Hendrik Schön che pubblicava un articolo scientifico (falso) mediamente ogni 8 giorni e che rischiò anche di vincere addirittura un Nobel per le sue finte scoperte. Per carità la scienza ha alcuni suoi automatismi che impediscono alle frodi scientifiche e alle fake news di fare danni irreparabili, come l’obbligo di riproducibilità degli esperimenti, la divulgazione dei dati e la revisione tra pari. Ma tutto questo non basta, basta guardare l’attuale dibattito scientifico sul Global Warming o quello appena più vecchio sulla tossicità del fumo del tabacco prima che questa venisse universalmente accettata e che è costata la vita di milioni di persone mentre i dati delle ricerche scientifiche incaricate di valutarne gli effetti venivano alterati o omessi fino alla palese evidenza che qualcosa non tornava.

In verità esistono antidoti alle fake news e le frodi in generale: la conoscenza e la cultura.
Io – parlo per me e le mia povera cultura, ovviamente – per esempio quando sento di apocalittiche catastrofi che stanno per colpire la Terra, come la recente ma periodica bischerata di Nibiru (il Pianeta IX) che starebbe per collidere con la Terra, quella legata al calendario Maya del 2012, o le tante altre scemenze come le scie chimiche degli aerei sorrido, perché so quel che sono: panzane. Ma chi non è dotato delle conoscenze adeguate sul campo preso di mira dalla fandonia — perché questo sono le fake news: bugie create scientemente ad arte — è assai facile da abbindolare. Per questo è importante dare ascolto a chi studia ed conosce quello specifico argomento.
Per questo la Commissione Europea promuove e finanzia ogni anno la Settimana della Scienza e l’evento conclusivo La Notte Europea dei Ricercatori che quest’anno ci sarà il 29 di settembre 2017. Del tema della manifestazione di quest’anno curata da Frascati Scienza ne ho parlato nello scorso articolo, così come l’elenco delle università e enti scientifici che da questa sono coordinate per conto della Commissione Europea.

Conoscere, cercare la verità ovunque si celi, essere culturalmente preparati.  È questo quel che serve per riconoscere una fandonia o una frode, e la Notte Europea dei Ricercatori non è certo la cura ma è un assai promettente inizio da non lasciarsi senz’altro sfuggire.
Certi della Vostra partecipazione, all’evento di quest’anno (29 settembre), Frascati Scienza, la Commissione Europea, io ma sopratutto le migliaia di ricercatori che lavorano e studiano per noi ogni giorno dell’anno vi ringraziamo.

La Notte Europea dei Ricercatori 2016

This European Researchers’ Night project is funded by the European Commission under the Marie Skłodowska-Curie actions

This European Researchers’ Night project is funded by the European Commission under the Marie Skłodowska-Curie actions

L’altro giorno Marcel Fratzscher, docente di macroeconomia all’Università di Humboldt di Berlino e presidente dell’importante istituto di ricerca tedesco Diw Berlin, suggeriva a margine del Forum The European House tenutosi a Cernobbio una via per rilanciare l’Europa in vista delle sfide dei prossimi decenni. <<Credo che la necessità sia ancora quella di riconoscere che la crescente disuguaglianza sociale non sia solo una sfida politica, ma anche una sfida economica che deve essere indirizzata attraverso migliori istituzioni, migliore educazione, accesso all’educazione; queste devono essere le chiavi importanti per l’Europa.>>
Difficile dar torto ad un simile pensiero: l’accesso a una migliore educazione è senz’altro il modo migliore e più efficace per avviare una reale redistribuzione della ricchezza nella società. Una migliore educazione non deve per forza limitarsi alla semplice scolastica. Servono programmi di ben più ampio respiro che comprendono l’educazione civica, il rispetto verso le altre culture e per gli altri, la divulgazione mediale e così via.
Si sente spesso – e a sproposito, secondo me – parlare di europeismo e di anti-europeismo. Lasciammo perdere per un attimo le logiche delle tifoserie partitiche e ricordiamoci per un attimo le tante entità politiche che dividevano il continente europeo fino alla II Guerra Mondiale: tanti Stati in guerra tra loro dai tempi della fine della Pax Romana. Quasi 2000 anni di guerre fratricide, di eterne lotte che variavano continuamente fronte, nome e improbabili alleanze ma sempre con lo stesso denominatore comune: la guerra. Alla fine fu chiaro che non  ci sarebbe mai stato un  vincitore mentre ogni singolo stato poteva aspirare a dominare gli altri con la forza come le dittature nazifasciste avevano dimostrato. Questo fu il motivo che spinse a concepire l’Unione Europea. Una unione democratica di Popoli e non di Stati, dove le risorse economiche e umane sarebbero state dedicate al benessere di tutti i sui cittadini e non alle guerre intestine. Per questo preferisco sentirmi Cittadino Europeo ancora prima che Italiano.
La Notte Europea dei Ricercatori è solo una piccolissima parte di questo lunghissimo percorso. 2000 anni di guerra hanno creato una diffidenza atavica tra le diverse culture europee che spesso non sono sono limitate neppure dai confini geografici delle nazioni. Per superare questa diffidenza occorrerà ben più che 70 anni di storia. Ma questo è già un piccolo e importante passo, una minuscola ma non insignificante tessera del mosaico europeo che dobbiamo faticosamente costruire giorno dopo giorno superando le barriere culturali e nazionali che ancora dividono i Popoli di questo continente.
Il contributo di Frascati Scienza al grande disegno europeo non è indifferente; sono anni che si cimenta nella preziosa opera di organizzazione delle manifestazioni scientifiche nazionali ed europee coinvolgendo in questo le varie entità di ricerca scientifica e università italiane , come dimostrano la prossima Settimana della Scienza (24 – 30 Settembre 2016) e la  Notte Europea dei Ricercatori 2016 (30 Settembre 2016).

È possibile scovare i diversi programmi e le manifestazioni più vicine seguendo questo link messo a disposizione dalla Commissione Europea, dove vengono indicati tutti gli eventi si svolgeranno simultaneamente il prossimo 30 Settembre in più di 250 città in Europa e nei Paesi limitrofi (Ucraina e Turchia, ad esempio), intitolati alla memoria delle opere di Maria Slodowska-Curie.

Gocce nel mare? Forse lo sono ma come dicevano i nostri antenati latini gutta cavat lapidem, ossia la goccia perfora la pietra. E a ben guardare, l’ostilità che più o meno artificiosamente è indotta da coloro che vedono come ostacolo l’Europa Unita è un macigno che deve essere sgretolato per il bene di tutti i Popoli Europei.

Notte europea dei ricercatori 2015, ci siamo!

visualSempre più spesso sentiamo parlare nei notiziari di disastri naturali o addirittura ci è capitato di vivere quei tristi momenti in prima persona. Spesso questi tristi eventi mietono vittime tra la popolazione e sono causa di ingenti danni economici. Purtroppo fenomeni come il Global Warming e la depauperazione delle risorse e del territorio possono trasformare anche  un banale forte acquazzone agostano in una catastrofe (come di recente è capitato in Toscana e in buona parte del Sud Italia).
Per risolvere questi problemi non basta parlarne ma occorrono soluzioni concrete. Non basta riempirsi la bocca di decrescita felice o proporre il ritorno alla bucolica vita preindustriale come spesso si vede inneggiare sui social network e nei convegni New Age.
Non è pensabile una regressione agli schemi di vita preindustriale, e in un mondo sempre più interconnesso parlare di localismo non è proprio il caso. La risposta sta nella ricerca, anche in quella più lontana dalle ricadute pratiche immediate che cade nell’abusato termine di ricerca di base. Chi chiede oggi a cosa serve cercare acqua su Marte, scoprire quanto pesa il bosone di Higgs, la natura dei neutrini solari, lo fa con lo stesso spirito di chi criticava Alessandro Volta che faceva sgambettare le zampette di rane dissezionate, di chi dava del pazzo – invitandolo ad andare magari alla Longara – a Guglielmo Marconi 1 con i sui esperimenti con i rocchetti di filo, a chi pensava che fosse inutile lo studio dei fenomeni fotoelettrici di Einstein.
Se oggi abbiamo le telecomunicazioni a lunga distanza, se possiamo programmare le sonde ai confini del Sistema Solare, la telemedicina e tantissime altre scoperte ed invenzioni che hanno arricchito questo mondo lo dobbiamo a quei veri Indagatori del Mistero del passato, molti dei quali non hanno nemmeno una targa che li ricordi. E se vogliamo che ci sia ancora un domani, che quelle che ancora ci sembrano sfide impossibili come contrastare le tempeste, sconfiggere malattie per ora incurabili, resistere alla forza dei terremoti e così via, dobbiamo avere fiducia nella scienza e nella ricerca. Le basi per uno Sviluppo Sostenibile partono proprio da qui.
banner-700x300E proprio per vedere lo stato dell’arte della ricerca scientifica italiana, il prossimo 25 settembre ci sarà la Notte Europea dei Ricercatori, un appuntamento [cite]http://goo.gl/T1KYMD[/cite] annuale giunto alla sua decima edizione, un importante progetto promosso e finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma europeo Horizon 2020. che chiuderà la Settimana della Scienza, una kermesse di 7 giorni di eventi e dibattiti scientifici organizzate da molte università italiane. Unica coordinatrice della serata per l’Italia è l’Associazione Frascati Scienza.
Gli eventi previsti in tutta Italia sono tantissimi, è praticamente impossibile raccoglierli e descriverli tutti, qui potrete trovare solo un elenco di alcuni di questi previsti per il 25 settembre [cite]http://goo.gl/3f2y2U[/cite], oppure provate a chiedere il programma presso le segreterie della vostra università più vicina e, nel caso fosse una di quelle che ancora non partecipano, beh chiedete di farlo nelle prossime edizioni 🙂


Note:

Notte Europea dei Ricercatori 2015

manifesto webSettembre.

A settembre per molti giovani riprende l’anno scolastico, molti di loro saranno scolari, termine che deriva dal latino schola, derivato a sua volta dal termine dell’antico greco σχολεῖον (scholèion), da σχολή (scholḗ). Il termine greco indicava il tempo libero, ma anche l’azione di fermarsi e confrontarsi. Era il luogo dove la figura del Maestro (dal latino magister, cioè sommo, dotto) intratteneva i nuovi allievi e gli studenti (dal latino studere, sforzarsi di fare). Non era per forza un luogo al chiuso, anzi. Era ovunque ce ne fosse bisogno: davanti a una bottega, in un parco, in piazza o in un teatro. Quello era lo spirito che alimentava il sapere e la conoscenza.
È in questo modo che i maestri dell’antichità come Aristotele, Pitagora, Platone e su fino a Newton, Galilei e poi Heisenberg, Einstein e Hawking intrapresero il loro cammino nella conoscenza, prima scolari, poi studenti ed infine ricercatori (cercare con insistenza). Quella conoscenze che poi arricchite dalle loro esperienze e il loro pensiero viene ancora oggi trasmesso alle generazioni successive.
Più o meno lo stesso percorso verrà riproposto l’ultimo venerdì di settembre con la Notte Europea dei Ricercatori, anno 2015. Un appuntamento annuale giunto alla sua decima edizione, un importante progetto promosso e finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma europeo Horizon 2020 e coordinato per l’Italia  dall’Associazione Frascati Scienza. Questo appuntamento sarà la conclusione della serie di eventi della Settimana della Scienza che Frascati Scienza offre al pubblico a partire dal 20 settembre (qui è possibile consultare l’intero programma)
Oltre alle naturali sedi storiche di Roma e Frascati, la Notte Europea dei Ricercatori 2015 vede  impegnate anche altre realtà universitarie di altre regioni, come è possibile consultare dalla pagina interattiva dedicata [cite]http://ec.europa.eu/research/researchersnight/events_it.htm[/cite]. Qui i ricercatori italiani torneranno un po’ alle origini dell’agorà e racconteranno al pubblico che vorrà ascoltarle le loro esperienze, i loro progetti e il futuro che sapranno donarci. Medicina, agricoltura, telecomunicazioni, fisica ma anche economia, sociologia, musica e così via; 4tutte materie che comunque avranno come tema di fondo la Sostenibilità, lo stesso argomento dello scorso anno, ma che si è dimostrato essere talmente vasto che è stato impossibile raccontarlo in una volta sola.

La Notte Europea dei Ricercatori: ormai ci siamo!

RhOME for denCity! L’Italia è campione del mondo in Architettura Sostenibile

In un mondo sempre più globalizzato e con gran parte del lavoro manifatturiero affidato sempre più alle macchine e sempre meno all’uomo, la redistribuzione della ricchezza globale – che porta benessere – generata finora per la maggior parte dalla produzione industriale rischia di bloccarsi definitivamente. Emerge quindi la necessità di spostare  la richiesta di lavoro dalla produzione di beni verso nuovi servizi e comparti dove la presenza umana è importante. Questa sfida può essere vinta solo puntando sulla scolarizzazione universitaria di massa, sulle specializzazioni e la ricerca scientifica.
A chi obbietta che “la cultura non si mangia”  e a chi esprime perplessità sulla ricerca di base definendola dispendiosa e senza ricadute immediate, basta ricordargli le zampette di rana di Alessandro Volta o gli esperimenti di Michael Faraday che dettero l’abbrivio per le Equazioni di Maxwell sull’elettromagnetismo. Senza il contributo di scienziati e ricercatori come loro non ci sarebbero state tutte le comodità, i beni e i servizi che abbiamo oggi.
Per questo l’Unione Europea conta molto sulla scienza, la cultura e la ricerca per il suo futuro.

Poco tempo fa illustrai per sommi capi la prossima Notte Europea dei Ricercatori, progetto finanziato dalla Commissione Europea nata per sensibilizzare il pubblico sull’importanza della ricerca scientifica in Europa.
La manifestazione che ne fa da cornice è la Settimana della Scienza che inizia il 22 settembre e termina il 26, il cui tema, ricordo, è la Sostenibilità intesa nelle sue diverse espressioni: dall’ambiente all’architettura, dall’agricoltura all’energia, passando per tutte le voci interessate, ma non solo. Ad esempio a Roma si parlerà anche di dinosauri e di vulcani extraterrestri, ma anche di scuola nell’era  della globalizzazione per un futuro sostenibile, mentre a Frascati sarà ospite l’astronauta italiano Paolo Nespoli.
Insomma i temi trattati sono ampi e vari, vale la pena di consultare il link al programma della Notte Europea dei Ricercatori disponibile qui, o cercare tra le varie città più vicine cosa offrono per l’occasione.
E come ormai è uopo ricorrere ai servizi di social networking per coinvolgere sempre più persone, anche per la Notte Europea Dei Ricercatori dalle 20:00 del 26 settembre sarà disponibile l’hashtag Twitter #ern. Così sarà possibile seguire in tempo reale la manifestazione ovunque voi siate.

 

La Settimana della Scienza e la Notte dei Ricercatori 2014

manifesto-dpi-100_1Nonostante il continuo calo degli investimenti nella scuola e nella ricerca pubblica attuato dai governi di ogni connotazione politica di questi ultimi anni in nome della sostenibilità finanziaria imposta dai vincoli europei e che pone ai ricercatori seri problemi  anche strutturali, la ricerca scientifica in Italia è ancora viva e pulsante. In aggiunta, lo spazio dedicato ad essa nel panorama mediatico italiano è alquanto scarso se non addirittura in molti casi deprimente, eppure i risultati scientifici italiani continuamente ottenuti nel panorama internazionale dimostrano la qualità, e spesso l’eccellenza, della ricerca italiana.

Nonostante tutte queste difficoltà I ricercatori italiani continuano a competere con gli altrettanto preparati ricercatori europei nei loro rispettivi campi d’interesse: fisica, matematica, medicina e biologia, tanto per citarne alcuni.

Proprio per sensibilizzare al massimo l’opinione pubblica su questi risultati è che da 9 anni viene organizzata la Settimana della Scienza (22 – 26 settembre) che terminerà con la Notte Europea dei Ricercatori (26 settembre). Tra le 5 manifestazioni italiane finanziate dalla  Commissione Europea questa, DREAMS, è risultata essere la prima classificata in Europa nell’ambito della Researcher’s Night con ben undici città coinvolte su tutto il territorio nazionale e partner scientifici tra i più autorevoli al mondo, ed è coordinata dall’Associazione Frascati Scienza. Il tema scelto per quest’anno  è la “Sostenibilità”, una parola semplice che racchiude mille problemi urgenti che richiedono di essere risolti nei prossimi anni.

  • Sostenibilità alimentare ad esempio. Questo è uno dei prossimi problemi più urgenti da risolvere. Il Riscaldamento Globale erode la qualità e la quantità dello spazio legato all’approvvigionamento  alimentare globale, procurando un argomento particolarmente sensibile per i suoi risvolti socio-economici per gli anni a venire. Strumenti di monitoraggio dallo spazio, nuovi sviluppi nelle tecnologie genetiche e agro-alimentari etc. saranno importanti per la soluzione di questo problema.
  • Sostenibilità energetica. Anche qui le crescenti difficoltà legate ai combustibili fossili richiedono uno sforzo di ricerca non indifferente. Altri schemi , altre politiche energetiche e altri modi di vivere e pensare l’energia è un’altra sfida in linea col problema della sostenibilità globale.

Questi sono solo due banali esempi  sulla complessità del tema scelto per quest’anno e che i ricercatori italiani ed europei saranno chiamati a d affrontare nei prossimi anni. Nelle undici città  durante tutta la settimana e nella nottata del 26 settembre verranno mostrati al pubblico quello che intanto è stato raggiunto finora attraverso dibattiti, convegni e mostre sia per il pubblico adulto sia per i bambini.

Maggiori informazioni sull’evento e i luoghi che ospiteranno le manifestazioni sono disponibili su
http://www.frascatiscienza.it/pagine/notte-europea-dei-ricercatori-2014