Long Life and Prosperity, little big Probe!

Dopo aver letto di alcune tesi su presunte interferenze aliene alla Voyager 2, ho deciso di rispondere all’argomento su questo Blog, non avevo parlato prima di quanto accaduto alla sonda perché non volevo trasformare il mio sito nel portavoce ufficiale del Jet Propulsion Laboratory in lingua italiana, ma vedo che purtroppo simili notizie si prestano ad essere distorte fino a minare la credibilità della ricerca scientifica.
Voyager_probe[1]
una sonda Voyager
Se potessi scegliere a chi o a cosa intitolare una piazza o una via, non avrei dubbi: lo intitolerei alle sonde gemelle Voyager e a tutte le persone che hanno contribuito all’innegabile successo di queste missioni.
La Voyager 2 in questi giorni ha subìto un piccolo problema: la nobile sonda interplanetaria (e anche interstellare) il 22 aprile ha incominciato ad inviare dati incomprensibili a causa di un malfunzionamento del programma di formattazione dati, che è anche lo stesso che elabora i dati di volo.
Come conseguenza di una manovra di rollio in volo, comunque pianificata, la Voyager 2 ha ripreso contatto con la Terra il 30 aprile, giorno in cui gli ingegneri sono potuti intervenire per controllare lo stato di efficienza della navicella,  trovandola comunque a posto. La Voyager 2 è a una distanza tale che occorrono 13 ore perché il suo flebile sussurro arrivi al potente orecchio elettronico del NASA Deep Space Network e altrettante ne occorrono per inviare qualsiasi comando (la Voyager 2 è ora a 13,8 miliardi di chilometri dalla Terra).
Adesso il software della Voyager 2 è stata messo in modalità diagnostica, che consente di monitorare lo stato di salute della navicella.
Dopo 33 anni di volo interplanetario e a 13 ore luce di distanza era abbastanza plausibile che potesse insorgere simili problemi, senza ricorrere ad astruse spiegazioni che tirano in ballo gli E.T., come ha fatto il Bild tedesco in questo  articolo, dove è andato a pescare un esperto di alieni….
voyager20100430-browse[1]
Rappresentazione grafica
della Voyager 2 ai confini
del Sistema Solare
Comunque tornando a quel capolavoro di ingegneria che è la Voyager 2, essa
ha superato i confini del sistema solare  il 30 agosto 2007, convenzionalmente  indicati con l’eliopausa, ovvero il punto in cui l’azione del vento stellare del Sole si mescola con i venti interstellari.
Il vento solare è un gas sottile di particelle elettricamente cariche (plasma) emesso nello spazio dal Sole. Il vento ovviamente soffia in tutte le direzioni, e questa bolla  si estende oltre l’orbita di Plutone. Questa bolla è chiamata eliosfera e la navicella gemella Voyager 1 è stata la prima sonda a esplorare il suo strato esterno nel dicembre 2004 (la Voyager 1 è a 16,9 miliardi di chilometri da noi).
Purtroppo la Voyager 2 cesserà di funzionare il 2025, quando la sua batteria RTG smetterà di funzionare. Ma i contatti quasi sicuramente saranno persi molto prima, probabilmente entro cinque anni, quando i giroscopi che consentono di mantenere l’antenna orientata verso la Terra cesseranno di funzionare.