La prima condanna per inquinamento luminoso in Italia

 

 

 

 

 Finalmente una bella notizia!
Per lo specifico vi rimando al link dell’Unione Astrofili Italiani, permettetemi però di spiegare perché reputo questa una buona notizia non solo per la lotta contro l’inquinamento luminoso, ma anche per  quello ambientale.

Per illuminare un’area del vostro giardino o terrazzo (ma questo vale anche per gli spazi pubblici) occorre una certa energia per produrre luce. Se a questa però si consente anche di disperdersi verso il nulla, occorrerà più luce – e quindi più energia – per illuminare ad un certo modo il luogo desiderato.
Se invece quella luce dispersa viene diretta dove è necessario occorrerà generare meno luce – e quindi sarà necessaria meno energia – per ottenere lo stesso grado di illuminazione.

Minore consumo di energia significa generarne di meno e di conseguenza inquinare di meno. Quindi un attento uso di lampade ad alta efficienza, superfici riflettenti e specchi può limitare fortemente l’inquinamento luminoso e contemporaneamente contribuire alla riduzione dei gas serra responsabili del Global Warming generati per produrre l’energia elettrica che alimenta le vostre lampadine.

Unione Astrofili Italiani – UAInews.

Fotoritocco: come nascondere l’inquinamento luminoso

Credit: Il Poliedrico

Questa è l’immagine originale, tolto il Master Dark, ovvero il rumore elettronico del sensore CCD.
Come potete vedre, l’immagine è comunque sbiadita, poco definita nonostante i ben 20 secondi di esposizione come rilevano i dati EXIF:

Image size      : 3888 x 2592
Camera make     : Canon
Camera model    : Canon EOS 1000D
Tempo di esposizione: 20 s
Apertura diaframma: F4
Lunghezza focale: 27.0 mm
ISO speed       : 800

La colpa principale è dell’inquinamento luminoso che maschera il segnale utile con l’orribile patacca gialla che prende quasi tutta l’immagine.
Siccome è impensabile costruire una flat box per un banale 18-55 che non è stato – ovviamente – progettato per le riprese del cielo notturno, e che comunque il rumore dell’inquinamento rimarrebbe, ecco dunque come elaboro le mie foto per ricavarne il massimo dell’informazione disponibile.

 

Credit: Il Poliedrico

Per l’elaborazione uso Gimp, un software di fotoritocco potente altrettanto quanto il più famoso Photoshop 1, ma con licenza GNU GPL, il che lo rende immediatamente disponibile legalmente e gratuitamente per chiunque rispetto ai software commerciali, è disponibile per qualsiasi piattaforma operativa GNU/Linux, MS Windows 2, Apple Mac OsX 3.

Cominciamo a caricare l’immagine (potete salvare e usare quella qui sopra per le prove) che vogliamo correggere e immediatamente aumentiamo la luminosità dell’immagine complessiva agendo sulle curve di colore del livello.
In questo modo si renderanno visibili molti particolari in più,  in questo caso stelle, ma si accentuerà anche il rumore di fondo dell’inquinamento luminoso, ma quello non è un problema. Attenzione a non strafare giocando con le curve, il rischio di creare artefatti e di rovinare così l’immagine è sempre in agguato.

 

Credit: Il Poliedrico

A questo punto è necessario creare due nuovi livelli dell’immagine visibile dal menù a discesa di Gimp Livello -> Nuovo dal visibile su cui operare come riportato in figura.
Il livello Visibile#1 lo spengiamo cliccando sull’occhietto a sinistra nella finestra Livelli. Poi selezioniamo il livello inferiore, il Visibile, e lo impostiamo in modalità Solo toni scuri – o “Darken only” se possedete la versione inglese.

 

Credit: Il Poliedrico

Selezioniamo il movimento di livello con questo pulsante nella finestra Strumenti e clicchiamo sull’immagine di livello nella finestra principale. Poi con le freccie spostiamo il livello Visibile fino a mascherare completamente le stelle.
È meglio in questo caso usare le frecce per ottenere l’effetto voluto, è più  preciso del movimento del mouse e più facile poter tornare indietro per non eccedere nel movimento del livello.
Una volta ottenuta l’informe poltiglia- in questo caso marrone – è bene uniformare il tutto con un paio di passaggi di sfumatura gaussiana per nascondere ogni traccia residua di informazione reale. A volte per ottenere informazione è necessario distruggere altra informazione.
Ora si possono fondere verso il basso  il livelli Visibile con lo sfondo e ottenere così un unico livello Sfondo – in modalità normale, mi raccomando –  e Visibile#1.

 

Credit: Il Poliedrico

Adesso riaccendiamo Visibile#1 e lo impostiamo in modalità differenza et …. voilà: il rumore dell’inquinamento luminoso è scomparso, lasciando intatta l’informazione originale, ossia le stelle.
A questo punto si può di nuovo giocare con le curve di colore per migliorare ancora l’immagine, ma sempre senza eccedere.

 

Credit: Il Poliedrico

Questo è il risultato finale. Non sarà un granché, i trucchi con i filtri e i livelli permettono molte più cose, come ad esempio correggere il mosso delle stelle causato dalla lunga esposizione, etc., ma intanto avete scoperto come nascondere il fastidioso inquinamento luminoso che è ormai inevitabile nei centri urbani, il che credo non sia poco.

Un’ultima cosa: lavorate sulle immagini grezze in formato RAW o PIC o TIFF quando potete, i risultati saranno migliori.

 

 

 

 

 

 


Mucche e inquinamento

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Mucche
In questi giorni sta facendo notizia sui quotidiani italiani un articolo pubblicato sul Washington Post sui problemi posti dalla flatulenza delle mucche all’inquinamento atmosferico. L’articolo in questione non sono riuscito a trovarlo ma ricordo che in tono scherzoso avevo pubblicato in questo Blog un articolo sulle flatulenze col titolo: Attività umana e effetto serra; trovo curioso che giornali di gran lunga superiori alle pretese di questo Blog possano postare un articolo tutto sommato simile e che questo genere di notizie ciclicamente ritorni di moda. Quello che mi preme sottolineare però, e che spesso ignoriamo quando andiamo al supermercato e che anche evidentemente i giornalisti di testate famose non conoscono, che quelle grasse e grosse e succulente bistecche costano molto in termini di risorse al nostro pianeta, risorse importanti come l’acqua, basti pensare che per ogni kg di manzo prodotto con la tecnica dell’allevamento intensivo, servono 100.000 litri d’acqua necessari soprattutto per la coltivazione zootecnica, il terreno agricolo per la produzione di mangimi, e,ovviamente, tutte le altre risorse consumate per la lavorazione di questa pregiata fonte di alimentazione dell’homo occidentalis. Il problema fondamentale appunto non è secondo me tanto la flatulenza bovina suina e ovina, per quanto questa sia sgradevole, ma come piuttosto stiamo facendo di tutto per rovinare il nostro unico e prezioso mondo: usare il SUV da 26 quintali per andare a far la spesa all’hard discount non è proprio il massimo dell’intelligenza, o pretendere di fare una dieta quasi esclusivamente a base di carne solo perché la troviamo a buon prezzo in tutti i supermercati e dal macellaio sotto casa, non è proprio una cosa da vispi. Adesso chiudo e vado a cena: le alici al forno sono ottime contro la notte.