Cinque gemme nel cielo

Le cinque gemme del 1 maggio – Credit: Il Poliedrico

Domani mattina … levataccia!
Mi dispiace di avervi informato troppo tardi, magari avrete impegni e per quell’ora sarete in viaggio per la beatificazione del defunto Papa Wojtyla o per la Festa del 1 Maggio.
Comunque se alle 5:30 -6:00 volgerete lo sguardo ad est prima del sorgere del Sole potrete vedere quello che vi mostro nell’immagine qui sopra:
partendo dall’orizzonte avremo Giove (magnitudine -1.91) e Marte (magnitudine 1.25) separati da appena una ventina di primi d’arco, quindi sembreranno praticamente attaccati;
poco più su esattamente ad est sarà visibile Mercurio (magnitudine 0.90) e poco più in alto e indietro Venere (magnitudine -3.80):
su queste quattro gemme fa capolino una sottilissima falce di Luna crescente.

No, non sarà quindi una formazione di UFO quella che si presenterà domattina all’alba, ma un altro magnifico spettacolo del cielo,  un balletto che continuerà con i due pianeti più luminosi Venere e Giove che si rincorrono per tutta la metà del mese e saranno in mutua congiunzione il giorno 11 sempre nella luce soffusa dell’alba.

Buono spettacolo e soprattutto cieli sereni!

Perle in cielo e sogni umani

I flares satellitari si osservano quando la posizione del Sole e del satellite hanno lo stesso angolo rispetto all’osservatore. Nel caso specifico per la Svizzera questo particolare allineamento si verifica all’inizio della primavera.


Credit:Roland Stalder – Rigi Kulm, Switzerland

C’è una componente misteriosa nel significato della parola cielo che ha sempre affascinato l’essere umano.
In cielo sono state poste le divinità mitologiche e gli eroi classici, in cielo c’è chi vi cerca i segni della predestinazione e offre la divinazione  per gli uomini, gli angeli e le anime pie di molte religioni vengo collocate o fatte ascendere in cielo.
È quindi nel cielo che la naturale forma di interpretazione di fenomeni spesso banali venga cercata e spiegata: ecco allora che un banale riflesso dei satelliti geostazionari come si vede nel filmato può venire interpetrato come una curiosa formazione luminosa la cui unica spiegazione è spesso chiamata UFO.
Nell’antichità i fenomeni naturali  trovavano nelle divinità l’unica spiegazione: Zeus per i fulmini, Eolo per i venti, Nettuno per il mare, etc…,  solo per fare il primo esempio che mi viene in mente. Ovviamente insieme alle divinità, qualsiasi nome o attributo avessero, nacquero anche i personaggi che pretendevano di parlare e di intercedere per loro. Oggi si parlerebbe di reati come millantato credito e abuso della credulità popolare, ma a quei tempi non esisteva un codice penale evoluto come il nostro.
In seguito quelle forme di religione persero di significato, si evolsero in qualcosa che si  rivolgeva più all’etica e al comportamento umano, mentre l’intelletto aveva iniziato lentamente a sviscerare i segreti dei fenomeni naturali, anche se per l’immmaginario collettivo il cielo continuò a essere indicato come la sede naturale della purezza e del trascendentale.
Nei secoli la scienza si è evoluta, si è fatta più complessa e particolareggiata via via che la comprensione dei fenomeni naturali è cresciuta. Abbiamo capito finalmente che  la pretesa squisitamente umana di essere al centro dell’Universo, l’antropocentrismo, è una solenne cantonata, che molte delle nostre ancestrali credenze fossero soltanto illusioni.
Ecco che allora ancora una volta il cielo viene in soccorso all’immaginario collettivo: non ci sono più divinità da assecondare a loro capriccio, niente più angeli su carri infuocati che annunciano la fine delle sofferenze terrene. Adesso ci sono navi cosmiche, gli UFO, con i loro occupanti, gli alieni, che soccorrono un’umanità sofferente per i suoi errori.
La scienza che sa spiegare la stragrande maggioranza dei fenomeni di cui è a conoscenza, del resto – per fortuna – c’è sempre qualcosa di nuovo o di inaspettato che attende una risposta scientifica, forse si è fatta troppo complessa, o forse è diventata troppo presuntuosa per spiegare banalità come queste, oppure molti non sono disposti ad accettare una spiegazione logica preferendo ancora sognare, o infine tutte queste cose  assieme.
La scienza adesso può essere il potente strumento che consente di plasmare la realtà in un sogno, ma anche questo può essere interpretato da qualcuno come un modo di uccidere i sogni.

Fila di perle nel cielo

Credit: Roland Stalder – Rigi Kulm, Switzerland

Un’insolita fila di oggetti luminosi è apparsa durante la notte del 5 marzo scorso nei cieli di Rigi Kulm, in Svizzera. È quella fila obliqua che potete vedere al centro del filmato che vi propongo per questo quiz:

  • Una flotta di UFO in volo sui cieli svizzeri
  • Un velivolo in volo
  • Un riflesso di palloni sonda
  • Un riflesso di satelliti in orbita

Anche stavolta il risposta l’avrete fra una settimana, il 22 d’aprile, quindi votate!
Lo so, questa volta è difficile, è svizzero!

Uno scrigno nel cielo australe

Nebulosa Tarantola. Credit: ESA/NASA

Uno dei miei desideri è quello di andare a vivere  nell’emisfero sud del mondo per qualche anno e così osservare le meraviglie celesti del cielo meridionale: le Nubi di Magellano, la Nebulosa Carena, la Croce del Sud … l’elenco è talmente vasto che occorrerebbe un atlante per contenerlo, qui non è proprio il caso.

Questa fotografia ripresa dal telescopio spaziale Hubble mostra uno di questi oggetti: la Nebulosa Tarantola o NGC2070 o 30 Doradus , a seconda di come ognuno scelga di chiamarla, situata nella Grande Nube di Magellano.
La 30 Doradus è enorme: 200 parsec 1 e dista 160-170 mila anni luce da noi: se si scambiasse di posto con la Nebulosa di Orione apparirebbe 60 volte più grande della Luna Piena e riuscirebbe proiettare ombre!
La sua natura nebulare fu riconosciuta sotanto nel 1751 dall’astronomo e abate francese  Nicolas Louis de Lacaille, noto per aver dato un nome a molte costellazioni dell’emisfero sud, prima si pensava che fosse soltanto una normale stellina di ottava grandezza.

La regione stellare R136 al centro della Nebulosa Tarantola Credit: ESA/NASA

In realtà 30 Doradus è la più grande regione di formazione stellare conosciuta nell’Ammasso Locale: una regione di idrogeno  ionizzato enorme, spazzata da venti stellari prodotti da antiche e nuove supernove e da giovani stelle blu, come quelle della regione R136 riprodotta qui a fianco.
Sono praticamente tutte delle giganti azzurre del tipo O3 2, uno scrigno di gioielli veramente unico!

Un giorno probabilmente 30 Doradus si evolverà in un ammasso globulare, uno dei tanti che circonda la nostra Galassia.

Sapete perché continuo a chiamare la nebulosa col nome di 30 Doradus? io non sopporto i ragni….

SNR 0509, una bolla di sapone nel cielo

SNR0509

Sembra una leggerissima bolla di sapone, una di quelle che i bambini – e anche qualche adulto – si divertono a creare per diletto.

In realtà è il risultato della somma di diverse riprese a diverse lunghezze d’onda del Telescopio Spaziale Hubble nell’arco di ben 4 anni (dal 2006 al 2010), tecnica usata per mettere in risalto particolari altrimenti invisibili. Più o meno tutte le fotografie astronomiche  subiscono una rielaborazione software, necessaria per esaltare alcuni particolari e migliorarne la resa anche cromatica, un po’ il contrario di quello che accade alle foto delle modelle dei calendari tanto di moda dove il ritocco serve a nascondere gli umani difetti.
Questa bolla è il residuo di supernova di tipo Ia nella Grande Nube di Magellano, una galassia satellite della nostra visibile dall’emisfero sud, denominata SNR 0509 [1]. Essa si estende per circa 23 anni luce e  si espande a una velocità di 18 milioni di chilometri orari. In questo modo è stato possibile risalire all’epoca dell’esplosione della supernova che è risultata essere avvenuta intorno al 1600. Anche se forse è stata visibile ad occhio nudo, non ci sono testimonianze storiche che descrivano l’apparizione di questa stella nova, come invece è accaduto per altre celebri supernove viste dall’emisfero nord nell’antichità.

Ma cos’è una supernova di tipo Ia?

Ne esistono diversi tipi di supernova, quella di tipo Ia nasce in un sistema binario stretto con un meccanismo simile alle stelle nova, dove una delle due stelle quando si espande per diventare una gigante rossa cede parte della sua materia alla stella compagna già al termine della sua esistenza, una nana bianca. Il plasma che cade sulla superficie della stella compagna finisce per accumularsi e incendiarsi in una reazione di fusione generando così una nova, ma se la stella nana bianca è vicina a 1,44 masse solari, l’accumulo di materia sulla superficie la fa collassare in una stella di neutroni riaccendendo le fusioni termonucleari del nucleo della stella -ormai sopite –  che inizia a bruciare il carbonio e l’ossigeno prodotti prima di decadere in nana bianca. L’improvviso rilascio di questa energia fa esplodere la stella degenere in una supernova di tipo Ia.
Quindi un limite fisico ben preciso, 1,44 masse solari detto limite di Chandrasekhar, fa  sì che tutte le supernove di tipo Ia siano sempre della medesima luminosità, e quindi la loro comparsa in altre galassie permette di stabilire con una certa precisione la loro distanza. Come si fa a sapere se una supernova sia di tipo Ia o di un altro tipo?
semplice … lo spettro di una supernova di tipo Ia non contiene  elio (quello era già stato consumato prima), ma mostra le tipiche righe di assorbimento del silicio prodotto durante la passata esistenza della stella prima di finire la sua esistenza come nana bianca.

Quindi, carbonio, ossigeno, silicio sono stati creati lì, dentro quelle fornaci termonucleari che noi chiamiamo stelle, e per quanto possa essere drammatica l’esplosione di una supernova, è grazie a quel meccanismo che si sono sparsi per il cosmo gli elementi chimici che compongono oggi i nostri corpi: siamo davvero figli delle stelle …

[1] SNR è l’acronimo di SuperNova Remnant (residuo di supernova)

Notizie dal cielo

Sono colpevole, lo ammetto, di aver tralasciato il Blog. La colpa? la solita: prima le ferie, poi il ritorno al lavoro. Dopo le ferie ci vorrebbero sempre almeno 15 giorni di riposo. Spero che con questa notizia mi perdonerete…

A fine settembre sarà visibile la cometa 103P/Hartley 2, forse la più brillante cometa del 2010, anche se solo attraverso un buon binocolo, e che nella seconda metà del mese di ottobre potrebbe addirittura essere visibile, seppur in condizioni di cieli molto tersi e bui, Luna e meteo permettendo, ad occhio nudo.

La 103P/Hartley 2 è stata scoperta fotograficamente da Malcolm Hartley nel marzo 1986 a Siding Spring in Australia. Il motivo per cui non era stata scoperta prima  risiede nel fatto che un passaggio ravvicinato a Giove nel 1982 ha modificato l’orbita della cometa in quella attuale.

La distanza di 103P/Hartley 2 dal Sole varia da 1,06 UA al perielio a 5,89 UA all’afelio. Il suo periodo è di 6,47 anni.


NGC 869 e NGC 884 Ammasso Doppio di Perseo

Infatti la Hartley 2 transiterà al perigeo tra il 20 e 23 ottobre, ad una distanza dalla Terra di appena 0,114 U.A. (circa 17 milioni di chilometri), mentre il suo perielio avverrà pochissimi giorni dopo, tra il 27 e 30 ottobre, ad una distanza dal Sole di 1,056 U.A. (circa 156 milioni di chilometri) [1].
Questa particolare vicinanza dei due eventi renderà la cometa particolarmente visibile nei cieli boreali, visto che in quei momenti la cometa sarà in transito nell’emisfero nord fino al 9 novembre[2].
Proveniente dalla piccola costellazione Lacerta (Lucertola), si dirige abbastanza velocemente verso Cassiopea attraversando parte della costellazione di Andromeda, passando accanto a Shedir (α Cas) il 30 settembre.
La luminosità sarà in continuo aumento per tutto il mese di ottobre, anche se la Luna purtroppo sarà ostile alle osservazioni nella seconda metà del mese.
Tra l’8 e il 9 di ottobre la Hartley 2 transiterà accanto all’Ammasso Doppio di Perseo, sarà quindi un’occasione imperdibile da osservare e fotografare, meteo permettendo, per coloro che non volessero perdersi questo appuntamento; rivolgetevi pure al circolo astrofili a Voi più vicino, sapranno aiutarvi.

Buono spettacolo.


[1]http://ssd.jpl.nasa.gov/sbdb.cgi?sstr=103P%2FHartley%202;orb=1;cov=0;log=0;cad=0#orb

[2]http://media.skyandtelescope.com/images/CometHartley2-bw.jpg

Il Buco della Serratura del cielo

La passione per l’astronomia ha da sempre guidato la mia vita e il mio pensiero, sono da sempre affascinato dai misteri del cosmo che non posso esularmi dal raccontarli: per me sono come dei vecchi e muti amici che mi accompagnano e rendono meno sola la mia umile esistenza di semplice mortale.
 
keyhole_noao_big[1]
Carena Nebula [1]

Uno degli oggetti più affascinanti del cielo è senza dubbio la Nebulosa Carena anche conosciuta come NGC 3372 o C 92 a seconda del nome del catalogo in cui è stata registrata  che contiene un’altra nebulosa altrettanto famosa: la Nebulosa Keyhole (Buco della serratura), e una delle stelle più rare della nostra galassia: Eta Carinae, una delle poche ipergiganti ancora esistenti, una stella 5 milioni di volte più luminosa del Sole e il cui raggio è 80 volte più grande (quasi quanto l’orbita di Mercurio), che pesa circa 150 volte più della nostra stella e.. che da qui a qualche migliaio di anni (in realtà forse è già accaduto ma ancora non lo sappiamo) esploderà in una supernova,  forse addirittura in una ipernova, ad appena 7.500 anni luce di distanza: in scala cosmica è come avere una bomba atomica innescata dietro casa.

Supernova_animated[1]
Animazione di una
supernova [2]
Quando tutto questo accadrà Eta Carinae sarà visibile a occhio nudo anche in pieno giorno, raggiungendo una magnitudine visuale di -7,5! Venere, che dopo la Luna e il Sole è l’oggetto più luminoso del nostro cielo, raggiunge solo una magnitudine di -4,4 al massimo dello splendore.
Questa mirabile stella fu studiata per la prima volta da Edmond Halley (lo scopritore dell’orbita dell’omonima cometa) dall’isola di Sant’Elena (la stessa di Napoleone) nel 1677 che la descrisse come una stella di magnitudine 4,  in seguito la sua luminosità parve aumentare per poi ridiscendere e successivamente risalire, tanto che nel 1843 raggiunse la magnitudine apparente di -0,8 rivaleggiando addirittura con Sirio (-1,42) e Canopo (-0,62).
Eta Carinae è una stella variabile di tipo S Doradus, un tipo di stella che a causa della sua grande massa produce tanta di quell’energia da disperdere parte della sua materia nello spazio, un po’ come l’acqua in una pentola che quando bolle  troppo, trabocca. È proprio in conseguenza a uno di questi momenti che la stella si è resa particolarmente visibile nel 1843, generando poi due bolle che hanno dato origine alla nebulosa Homunculus, preludio forse della sua morte che quando avverrà sarà indubbiamente l’esplosione più spettacolare a cui potremmo assistere da vicino.
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Homuncus Nebula [3]
Finger of GodAccanto alla Nebulosa Keyhole esiste un’altra particolare formazione nebulosa: il famoso “Gesto di Dio” o “Finger of God”.
Tutta quanta la Nebulosa Carena è comunque spettacolare,  una nube idrogeno di circa 260 anni luce di diametro che è sede di molti fenomeni di formazione stellare che hanno  dato origine a giovani ammassi stellari aperti, tante massicce stelle calde e blu che illuminano con la loro radiazione questa splendida porzione di cielo.
Un ricercatore allo Space Telescope Science Institute di Baltimora Max Mutchler,e Noreen Grice, presidente dello You Can Do Astronomy LLC e autore di libri tattili di astronomia, hanno creato un’immagine tattile della Nebulosa Carena che può essere apprezzata anche da coloro che non soffrono di handicap visivi.
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Immagine tattile della Carena Nebula [4]
L’immagine di 28 centimetri a colori  ricavata dalle imagini del telescopio spaziale Hubble è in rilievo con linee, barre e altri segni che corrispondono agli oggetti nella nube gigante, permettendo  agli ipovedenti di sentire col tatto ciò che non possono vedere. L’immagine è altresì utile e interessante per i normovedenti perché sottolinea oggetti che normalmente sfuggono all’attenzione usando il tatto come diversa forma di interazione.
“L’immagine di Hubble della Nebulosa Carina è così bella, e illustra l’intero ciclo di vita delle stelle”, dice Mutchler, che, insieme a Grice,  ha esposto per la prima volta l’immagine tattile nel gennaio 2010, al convegno dell’American Astronomical Society a Washington (DC) “Ho pensato che le persone non vedenti avessero anch’essi il diritto di poter esplorare e imparare.”

[1] http://www.phys.ncku.edu.tw/%7Eastrolab/mirrors/apod/image/9905/keyhole_noao_big.jpg
[2] http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/53/Supernova_animated.gif
[3] http://www.phys.ncku.edu.tw/~astrolab/mirrors/apod_e/image/0806/etacar2_hst.jpg
[4] http://www.nasa.gov/images/content/436264main_carinabook.jpg