Uno spettacolo gratuito



Cielo visibile alle 19:45 del 14 Luglio 2010 Tempo Locale dell'Italia Centrale



Lo sfuggente Mercurio, Una falce di Luna, una bellissima Venere, il fiero Pianeta Rosso e l’inanellato Saturno, un cast di autentiche stars che si esibiscono per noi in una danza mozzafiato fin dalla notte dei tempi, gratuitamente per gli esseri umani che alzano coraggiosamente lo sguardo al cielo.

Eppur si muove! (tx2025el reflow)

Prendo a prestito la celeberrima battuta attribuita all’astronomo Galileo Galilei che pronunciò  quando gli fu imposto da scriteriati omuncoli di abiurare l’eliocentrismo, dedicandola al mio resuscitato portatile (uno dei diversi) glorioso HP TX2025el.


Hewlett-Packard tx2025el

Agli inizi dello scorso mese, durante la mia convalescenza dall’infortunio che mi era capitato, mi morì letteralmente tra le braccia il mio portatile.

Ora chi mi conosce, sa della mia mania per i computer e quanto ci tenga a loro; ho una collezione infinita che parte addirittura dagli anni ’80 del secolo scorso, praticamente da quando ho iniziato a spippolare su questi cosi. Ovviamente non ho tutti quelli che avrei voluto o  piaciuto avere, alcuni di quelli che ho avuto non esistono più oramai da anni, avendo per un  certo periodo cannibalizzato macchine di classe PC in nuove configurazioni più performanti, riciclandone i componenti ancora validi (dischi, schede audio e video, schede di rete etc…). Adesso, anche quelli che mi hanno conoscono attraverso il Poliedrico, sanno di questa mia mania.

Nome del prodotto tx2025el
Codice prodotto KM115EA
Microprocessore Tecnologia mobile AMD Turion 64 X 2 TL-64
Cache microprocessore 512 KB + 512 KB di cache livello 2
Memoria 2048 MB (2 x 1024 MB)
Memoria max Fino a 2 GB di memoria DDR2
Scheda video NVIDIA GeForce Go 6150
Memoria video Fino a 527 MB
Disco rigido 250 (5400 rpm)
Drive multimediale Masterizzatore DVD Lightscribe Super Multi (+/-R +/-RW) con supporto a doppio strato
Display Schermo Widescreen BrightView WXGA da 12,1″ ad alta definizione (1280 x 800)
Fax/Modem Modem da 56K ad alta velocità
Scheda di rete Interfaccia di rete integrata Ethernet 10/100BT
Connessione wireless 802.11 pre-n

Bluetooth

Audio Altoparlanti Altec Lansing

Scheda audio compatibile 3D Soundblaster Pro integrata a 16 bit

Tastiera Tastiera compatibile da 101 tasti
Dispositivo di puntamento Touch pad con pulsante On/Off e scroll pad con scorrimento verticale dedicato, pulsanti per la regolazione del volume e disattivazione dell’audio, 2 pulsanti di avvio rapido
Slot scheda PC
  • Uno slot ExpressCard/34
Porte esterne
  • 3 USB 2.0
  • 1 porta VGA
  • 1 connettore modem RJ11
  • 1 connettore Ethernet RJ45
  • Uscita TV S-video
  • 2 uscite cuffia (1 con uscita SPDIF)
  • 1 ingresso microfono
  • 1 IEEE1394
  • 2 porte infrarossi con controllo a distanza (telecomando opzionale)
  • Microfono stereo integrato
  • Connettore docking per il cavo
Dimensioni 22,4 cm (L) x 30,6 cm (L) x 3,13 cm (H min) / 3,87 cm (H max)
Peso 1,92 kg
Livello sicurezza
  • Lettore di impronte digitali integrato
Alimentazione
  • Adattatore di alimentazione CA da 65W
  • Batteria a 4 e 8 celle agli ioni di litio (Li-Ion)

Questo gioiellino qui accanto racchiude prestazioni e accessori non comuni per un portatile in appena 3 Kg di peso compreso di batteria (ne ha in dotazione ben 2), ha un telecomando remoto agli infrarossi, un masterizzatore dual-layer con lightscribe (per le etichette) e uno schermo tattile, con penna o… dita. Quindi capite che io abbia fatto i salti mortali  per ripararlo.
Il guasto era dovuto a una dissaldatura, un banalissimo guasto dovuto all’eccessivo calore che il portatile, purtroppo, emette durante l’esercizio.

La scheda video -una GPU GO 6150- è montata su uno zoccolo mxm (Mobile PCI Express Module), il che lo porta ad essere teoricamente sostituibile, on po’ come si fa con le normali schede video nei fratelli maggiori PCI Express, ed è direttamente tenuta alla scheda madre da piccole sfere di stagno che  oltre  il contatto elettrico offrono anche una tenuta meccanica tra le due schede. Dato che in un portatile le dimensioni sono scarse (sennò che portatile è?), la CPU, in questo caso l’energivora stufetta AMD Turion, e la GPU, la Nvidia Go 6150, sono costrette a condividere lo stesso dissipatore e la stessa ventola. Essendo questi integrati vicini, ma su piani diversi, i progettisti hanno fatto ricorso a quella che i romani chiamano tacchia, ovvero una zeppa, per raggiungere la GPU che sta un paio di millimetri più in basso, più uno spessorino di silicone, che secondo me, non aiutava affatto la dissipazione del calore.
Partendo da queste premesse,  e sapendo che l’alternativa era quella di recuperare l’hard disk e buttare il resto (si, perché queste cose accadono sempre dopo la scadenza della garanzia), mi sono accinto a operare il portatile, e siccome ho le dita come prosciutti 8-), sono stato assistito dalle ottime mani di mia moglie.

La sceda madre, nuda e cruda

Dopo aver estratto l’estraibile -il lettore dvd è estraibile-  e svitato lo svitabile, ho avuto l’onore di avere tra le mani la scheda madre.
A questo punto è stato necessario ripulire accuratamente tutte le superfici a contatto col dissipatore con i soliti scovolini per le orecchie e alcool dalla vecchia pasta termica, ormai secca.

Ho costruito una sagoma di cartone in cui ho praticato un foro all’altezza e delle dimensioni dello zoccolo mxm della GPU e l’ho ricoperta di stagnola per poter dissipare il calore che l’avrebbe investita. Ho quindi fissato la scheda madre dal lato opposto alla GPU e sparato aria calda con l’asciugacapelli da 1500W per circa 2 minuti facendo cura di mantenere una certa pressione sullo zoccolo mmx dal lato opposto. Poi ho ripetuto la stessa operazione sul lato componenti avendo cura di metterci sempre il cartone stagnato a protezione della scheda madre. Il grave rischio di questa operazioone è infatti quello di provocare il distacco delle piste ramate della scheda madre, per cui, a chiunque venga in mente di seguire il mio disperato -e scellerato-  intervento, sa a quali rischi si  può esporre.

'a tacchia

A questo punto, si nota come tra la GPU e il dissipatore, rimane comunque un vuoto di circa mezzo millimetro, che ho avuto cura di riempire con uno spessore  di rame (‘a tacchia) per garantire il necessario smaltimento termico.

A questo punto ho ricoperto tutte le superfici a contatto del dissipatore con la pasta termica argentata (più efficace del normale gel siliconico bianco) e riassemblato il portatile; è sufficiente ripercorrere i passi fatti per smontarlo nell’ordine inverso, facendo attenzione alle viti.

Et voilà, l’HP tx2025el Betelgeuse è tornato a vivere!

Mi raccomando comunque ai possessori di portatili di usare sempre e comunque il profilo bilanciato  nelle opzioni del risparmio energetico di Microsoft Windows © o gli strumenti di risparmio energetico come CPU Frequency Scaling Monitor (applet di Gnome) o Powerdevil Power Management di KDE 4.x a cui è doveroso unire cpufrequtils per gestire il profilo energetico sotto GNU/Linux: i portatili non sono stati progettati per giocarci!


Una postilla è comunque doverosa: la tecnica che ho usato si chiama reflow,  quasi sicuramente è da considerarsi un rimedio temporaneo, in quanto probabilmente i nuovi contatti elettrici non sono stabili nel tempo e che il danno sia esteso anche alla GPU stessa; la soluzione migliore sarebbe comunque quella di far sostituire la GPU in un laboratorio attrezzato con una nuova, ma finché dura l’avventura… a caval donato non si guarda in bocca!

Il mondo è Tuo, abbine cura


Dedico questo post a mio figlio, che è appena partito per l’Inghilterra per 15 giorni di vacanza-studio presso il St Leonards-Mayfield School nel Sussex


Sono orgoglioso e felice di dare a mio figlio questa possibilità che io purtroppo non ho avuto, e non era solo una questione di altri tempi: sono cresciuto -e non mi vergogno affatto di dirlo, anzi ne vado fiero- ai limiti quasi dell’indigenza. Alle elementari ascoltavo con attenzione gli altri bambini che si narravano le scene viste in televisione dei loro programmi preferiti, per poi non farmi trovare impreparato qualora mi fosse chiesto qualcosa sull’argomento, non avevo mai visto un televisore, anche se sapevo cos’era. A casa mia non esistevano docce o vasche, non c’era neppure il bidet; c’era una tinozza però, con l’acqua tiepida d’estate (il bombola del gas costava troppo per le nostre tasche) mentre d’inverno le cose erano diverse: l’acqua la scaldava una pratica cucina economica a legna. Casa mia era un sottotetto, che quando tirava vento, sembrava di essere in motorino -senza casco – e quando pioveva forte, nella mia stanza il termine “acqua corrente” acquistava il suo vero significato; la tinozza del bagno era fantastica per raccogliere l’acqua piovana. Eppure ricordo di avere pianto quando ta 14 anni traslocai in una casa più confortevole e con i servizi sanitari, anche se  da allora acquistai immediatamente l’abitudine di farmi almeno una doccia al giorno.

Gli altri bambini per queste mie miserrime condizioni, spesso mi emarginavano, sanno essere spietatamente feroci i bambini.
Ma non me ne curavo, loro giocavano al calcio? io passavo quasi tutti i pomeriggi nella biblioteca comunale a leggere e studiare; gli altri bambini erano belli, atletici e sicuri di sé, io ero gracile, spaventato e insicuro, ma trovavo nell’apprendimento il mio riscatto. Fu a quel tempo che mi fu attribuito il possesso  della  “conoscenza a macchie di leopardo” e ne sono sempre andato fiero.
Per questo oggi sorrido quando sento parlare di “”gggiovani bruciati da alcool e droga” a causa del disagio e del degrado familiare:
Ma de che???
allora io sarei già dovuto essere al camposanto o in carcere, o forse perchè ero troppo povero anche per comprarmi uno spinellino-ino o troppo orgoglioso per abbassarmi a delinquere per avere un po’ più di denaro.

No, non mi sono arreso allora, e non lo faccio neppure adesso. La mia infanzia così meschina mi ha reso quello che oggi sono. Gli sbagli dei miei genitori di cui sono stato incolpevole vittima, oggi io non li voglio ripetere, cerco di dare ai miei figli tutto l’amore e le opportunità che io non ho avuto; poi essi sceglieranno il loro destino, ma non voglio che mi incolpino di avergli negato qualsiasi opportunità.
Ho raccontato ai miei figli la mia infanzia affinché facciano tesoro delle mie esperienze e comprendano il valore di quello che hanno e che dò loro: li ho visti soffrire per me, e questo me li ha fatti amare ancora di più.

Ora tocca a Francesco, che ha sempre ricambiato le mie attenzioni verso la sua istruzione con ottimi voti, a guadagnarsi questo viaggio; in futuro arriverà il momento anche per Leonardo, che ancora è troppo piccolo ma viene su bene anche lui.

Una stellina piccina picciò


La nana bruna è quella stellina rossa al centro dell'immagine


È stata scoperta quella che sembra essere la più fredda delle 14 stelle mancate conosciute finora nel nostro universo. Queste stelle mancate sono chiamate nane brune, esse sono così fredde e deboli che sono invisibili anche ai più potenti telescopi che operano alle lunghezze d’onda della luce visibile. La scoperta è stata resa possibile dal telescopio spaziale a infrarossi Spitzer che ne ha catturato il debole bagliore.
Le nane brune sono oggetti strani del cosmo: non sono pianeti di alcuna stella, e non hanno raggiunto una massa sufficientemente grande da innescare fusioni termonucleari nel nucleo per diventare stelle. Raggiungono temperature comprese tra i 450 Kelvin e i 1300 Kelvin dovuto alla loro lenta contrazione gravitazionale e hanno una massa compresa tra le 5 volte la massa del nostro pianeta Giove e le 0,08 masse solari necessarie a fondere l’idrogeno in elio.
L’altro progetto, il NASA Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE), che ha il compito di scandagliare tutto il cielo alle lunghezze d’onda infrarosse, dovrebbe trovare centinaia di oggetti di questo tipo.
La maggior parte delle nane brune scoperte da Spitzer appartengono alla nuova classe stellare più recente coniata proprio per le nane brune chiamata T, ossia con una temperatura inferiore ai 1300 Kelvin. Questa stellina mancata, chiamata per ora con l’improbabile nome diSDWFS J143524.44+335334.6 ha una temperatura di appena 700 Kelvin, il che la pone direttamente al limite del ramo Y a lungo cercato e per ora ancora teorico creato apposta per una classe di oggetti quasi stellari ancora più freddi. Qui sotto potete vedere il diagramma di temperatura usato dagli astronomi per classificare le stelle.

Oh Be A Fine Girl, Kiss Me *


Temperatura in Kelvin stelle
O 60.000 – 30.000 giganti azzurre (Zeta Orionis, Zeta Puppis)
B 30.000 – 10.000 bianco-azzurre (Rigel, Spica)
A 10.000 – 7.500 bianche (Sirio, Deneb, Altair, Vega)
F 7.500 – 6.000 bianco-gialle (Canopo, Polaris)
G 6.000 – 5.000 gialle (Alpha Centauri A, Capella, Tau Ceti, Sole, Zeta Reticuli)
K 5.000 – 3.500 arancio (Alpha Centauri B, Epsilon Eridani, Arturo, Aldebaran)
M < 3.500 rosse (Betelgeuse, Antares (supergiganti), Gliese 581 (nana rossa))
L 2.000 – 1.300 stelle al limite e nane brune massicce
T 1.300 – 700 nane? brune
Y < 600 sub nane brune (teorico)

* (e poi dicono che gli astronomi sono dei secchioni e non sanno fare le battute)

Si presume quindi che se esistono oggetti appartenenti alla classe Y, WISE sia in grado di trovarli, ha affermato Davy Kirkpatrick, membro del team scientifico WISE presso il California Institute of Technology di Pasadena, in California.
Kirkpatrick accenna anche alla possibilità che WISE possa trovare il, per ora solo ipotetico, oggetto responsabile delle perturbazioni delle orbite di Urano e Nettuno, problema che per ora è rimasto senza soluzione. Vi è una certa speculazione tra gli scienziati che un tale corpo possa esistere veramente, che si suppone possa essere una nana bruna compagna del Sole a migliaia di unità astronomiche da esso e responsabile di cicliche perturbazioni nella Nube di Oort. Questo ipotetico oggetto è stato per ora soprannominato col lugubre nome di “Nemesis“.

“Stiamo chiamando la ipotetica nana bruna Tyche, al posto di Nemesis”, ha chiarito Kirkpatrick. [1]
Anche se è per ora prematuro affermare che Tyche esista o meno, WISE dovrebbe essere in grado di trovarla, o di escludere definitivamente questa ipotesi.


[1] Fonte: http://www.spitzer.caltech.edu/news/1137-feature10-08-The-Coolest-Stars-Come-Out-of-the-Dark

Paura e Speranza

In questi giorni ha guadagnato il titolo di notizia catastrofista dell’anno la previsione dell’estinzione della specie umana entro il prossimo secolo. Normalmente a predire catastrofi e sciagure sono i sedicenti maghi seguaci delle quartine di Nostradamus o gli pseudo archeologi che vedono improbabili allineamenti astrali in qualche antico monumento dimenticando che i nostri antenati erano degli ottimi osservatori del cielo e dei suoi eventi, oppure di chi si diverte a diffondere paure e superstizione tra la gente, un po’ come altri articoli da me demistificati su questo Blog.

No, questa volta è un arzillo vecchietto, uno scienziato che ha fatto molto per il genere umano, a predire questo sciagurato scenario.

In pratica ha detto che l’umanità si è resa irresponsabilmente colpevole della sua stessa distruzione nel momento in cui ha deciso di modellare l’ambiente in cui vive fin dall’inizio della sua storia, quella che il Nobel Paul Crutzen ha ribattezzato Antropocene. Quindi attraverso i suoi comportamenti che vanno dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse del pianeta, all’aver causato l’estinzione di migliaia di specie viventi e alterato l’equilibrio dell’ecosistema planetario e dell’atmosfera, fino all’indiscriminata esplosione demografica che ha portato l’umanità alla soglia dei 7 miliardi di individui, la specie umana si è resa boia di sé stessa.

Frank John Fenner

Australiano, nato il 21 dicembre 1914, è considerato uno dei più brillanti scienziati virologi del XX secolo. Ha contribuito a debellare definitivamente il vaiolo dal pianeta e a controllare la minaccia demografica dei conigli in Australia col mixoma virus

Fenner ha anche elogiato lo stile di vita degli aborigeni australiani che in 40 mila anni hanno saputo vivere in contatto con la natura senza avere la necessità di alterare l’atmosfera e sentire il bisogno della scienza…

Ecco: SCIENZA. Scienza da criminalizzare, da accusare sempre e comunque di tutti i guai e i mali del genere umano, il frutto dell’Albero Proibito del libro della Genesi che fu causa della cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre. Invece che accusare il consumismo sfrenato del ricco occidente che dissangua l’80% delle ricchezza del mondo, l’irrefrenabile ricerca del profitto economico anche e a scapito delle finite risorse del pianeta, vedi l’irresponsabilità della lobby petrolifera che ha fatto bocciare la richiesta di moratoria dell’amministrazione Obama sulle trivellazioni nel Golfo del Messico, Fenner si limita a indicare nella scienza il nemico numero uno dell’Uomo.

Un bel pensiero malthusiano, ignoranza superstizione e involuzione perlomeno all’era preindustriale, se non preistorica per scongiurare l’inevitabile catastrofe dell’umanità.

Invece a mio avviso da condannare per l’attuale situazione, che anch’io definisco grave e pericolosa, è l’enorme spreco di risorse di cui noi occidentali siamo responsabili, dell’enorme spreco di sforzi che facciamo in campo militare per la conquista con la forza delle sempre più esigue sacche di ricchezza che il mondo ci offre, nel cattivo uso che facciamo della Scienza, quando invece dovremmo cercare di espandere il genere umano anche al di fuori di questo mondo, in un disegno che ritengo inevitabile per il futuro della specie umana. Se un futuro esiste per il genere umano è proprio nella Scienza, che altro non è che il frutto proibito dell’uomo: l’intelletto, che ha sostituito le corazze o gli artigli che gli altri animali in competizione per l’habitat avevano quando è apparso, che ne ha impedito la precoce estinzione già 2,5 milioni di anni fa e decretato il successo e l’evoluzione come specie.

Ma chi sono io per criticare uno scienziato novantacinquenne?

is there anybody out there?


Lungi da me l’intenzione di creare l’ennesimo movimento new age o fondare un’altra religione, ho sentito il bisogno di scrivere quest’articolo per meglio illustrare il mio pensiero in merito alla Vita, anche Senziente, che penso sicuramente esista nell’Universo. In questo Blog ho già parlato di Panspermia, di equazione di Drake e di tanti altri indizi in favore dell’esistenza di altre forme di vita nell’Universo, perché in giro ho sentito troppe stupidaggini e visto tanta disinformazione che impediscono di poter poi affrontare questi argomenti che ritengo importanti anche per l’uomo comune. 

Cosi nel 1979 i Pink Floyd intitolavano una canzone del loro celeberrimo album The Wall, così oggi anche io intitolo questo articolo. Anche noi come Pinky dobbiamo  cercare di riprendere il contatto con l’Universo e liberarci dalle superstizioni e dalle paure che ci accompagnano fin dall’alba dell’umanità, dobbiamo riuscire ad abbandonare il dogma antropocentrico che ci fa credere di essere al centro di tutto e che tutto sia già stato preordinato in nostra funzione, tutte credenze e mistificazioni di comodo che invece le osservazioni scientifiche e sperimentali continuamente smentiscono.

Anche il concetto stesso del Principio Antropico che vincola l’esistenza dell’Universo alla nostra presenza di osservatori, va visto in un’ottica molto più ampia, piuttosto che considerare noi osservatori umani dei privilegiati. Semplicemente privilegiati non lo siamo e neppure lo saremo mai, almeno finché considereremmo la nostra Terra, il nostro Sistema Solare e il nostro Universo come il nostro cortile di casa, una cosa di nostra proprietà.
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Provate a osservare attentamente questa fotografia dello spazio profondo presa dal telescopio spaziale Hubble,  vedrete una moltitudine di distanti galassie racchiuse in una frazione di coriandolo del cielo e molto lontane da noi nel tempo, la loro luce nacque prima che nascesse addirittura la nostra stella. Ciascuna di queste galassie racchiude centinaia di milioni di stelle di cui molte decine di milioni certamente simili anche al nostro Sole. Non vi sentite anche voi piccoli? Davvero pensate di essere ancora gli osservatori privilegiati del cosmo? In nome di quale superstizione pensate che tutto ruoti davvero intorno all’essere umano, quale oroscopo decide il destino dell’uomo?

Andando ancora più in là, vedete come l’Universo non ha bisogno della razza umana per esistere? Eppure Noi siamo qui, Io che scrivo, Voi che leggete, e così via. Sia Voi che Io abbiamo la consapevolezza di esistere, di pensare, questa si chiama intelligenza o, se volete, anima. Abbiamo appena iniziato a conoscere ciò che ci circonda, che sia il mondo dell’infinitamente piccolo gli atomi  che l’infinitamente grande del cosmo. Sono scale tra loro diversissime eppure sono proprie della stessa cosa chiamata Universo e nel mezzo ci siamo Noi.
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A questo punto è d’obbligo porsi una domanda: Ma Noi cosa siamo, di cosa siamo fatti?

Materia, la materia che nacque con l’Universo, che si è organizzata a livello atomico nelle fucine dei nuclei stellari, che è stata stata distribuita nel cosmo dalle supernovae e si è organizzata chimicamente sui pianeti prendendo vita e, poi successivamente, coscienza di sé.
Riassumendo Noi non siamo altro che l’Universo che si è evoluto al punto di tentare di comprendere sé stesso. E come è successo qui, in questo insignificante e microscopico pianeta, è sicuramente successo milioni di altre volte per ogni singola galassia delle innumerevoli esistenti. Non percepite la grandiosità di questo pensiero?
Tutti gli atti e le leggi dell’Universo, dal Big Bang alla leggera predominanza della materia sull’antimateria fino alle supernovae,  dalle costanti della carica elettrica dell’elettrone alla massa del protone fino alle leggi di gravitazione portano a questo, alla autoorganizzazione della materia e dell’energia nate col Big Bang fino a raggiungere la consapevolezza della propria esistenza e alla scoperta di sé, alla vita senziente.
E a nulla importano le peculiarità biologiche, la vita è Vita, è sacra qualunque essa sia. Questa va preservata, l’ambiente che ne permette l’esistenza va conservato, affinché altra vita possa beneficiarne in futuro.
Anche se Noi certamente non possiamo arrogarci il diritto di essere l’unica forma di vita senziente dell’Universo, siamo comunque unici, dunque altrettanto importanti e preziosi: la nostra unicità non è quindi nella presunzione di essere superiori, ma nella nostra stessa preziosa esistenza, nella sacralità della nostra individualità come frutto di quasi 20 miliardi di anni di evoluzione dello stesso Universo.

L’ITALIA CHE SOGNAVO di Lorenzo Peritore

 A  Giovanni Falcone  e  a  Paolo Borsellino,  due  grandissimi  e straordinarisiciliani che si sono fatti ammazzare per l’onestà e la legalità e daiquali tutta l’Italia dovrebbe prendere esempio.
Non era certo questa
l’Italia che sognavo,
un’Italia come questa
io non la immaginavo.

L’Italia dei corrotti
che sconoscono il dovere
accecati e resi schiavi
dal denaro e dal potere.

L’Italia dove emergono
con grande prepotenza
mafia camorra ndrangheta
e tant’altra delinquenza.

L’Italia in cui chi ruba
i soldi dello Stato
gli si risparmia il carcere
eleggendolo al Senato.

L’Italia in cui la gente
non può accampar pretese
se non quella di sperare
di arrivare a fine mese.

l’Italia degli sprechi
che non sa dire basta
a tutti quei politici
che formano la casta.

L’Italia che sognavo
fin da quando ero bambino
era quella a cui aspiravano
Falcone e Borsellino.

Un’Italia che riacquisti
tutta quanta l’onestà
dove valga la giustizia
e la legalità. 

Auguri a tutti i Lettori

Non ho mai avuto una grande passione per le feste ricordate, Il finto buonismo che vuole che vengano scambiati sorrisi e magari anche doni con le stesse persone  con cui fino al giorno prima si è avuto da ridire e che sicuramente il giorno successivo si riprende a odiare; come ho sempre cercato di  insegnare ai miei figli il Natale non viene solo il 25 dicembre ma ogni volta che riusciamo a far nascere la figura di Gesù nel nostro cuore, con le nostre opere terrene; lo stesso vale per la Pasqua, Gesù risorge ogni volta che ammettiamo con umiltà i nostri errori e chiediamo perdono al prossimo del torto che gli abbiamo fatto.
Quindi l’augurio che vi faccio non si ferma solo alla data del 4 aprile 2010 ma che valga  per ogni momento di ogni giorno, abbiate l’umiltà di perdonare e di chiedere perdono e che per Voi sia una Felice Pasqua sempre.

Mucche e inquinamento

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Mucche
In questi giorni sta facendo notizia sui quotidiani italiani un articolo pubblicato sul Washington Post sui problemi posti dalla flatulenza delle mucche all’inquinamento atmosferico. L’articolo in questione non sono riuscito a trovarlo ma ricordo che in tono scherzoso avevo pubblicato in questo Blog un articolo sulle flatulenze col titolo: Attività umana e effetto serra; trovo curioso che giornali di gran lunga superiori alle pretese di questo Blog possano postare un articolo tutto sommato simile e che questo genere di notizie ciclicamente ritorni di moda. Quello che mi preme sottolineare però, e che spesso ignoriamo quando andiamo al supermercato e che anche evidentemente i giornalisti di testate famose non conoscono, che quelle grasse e grosse e succulente bistecche costano molto in termini di risorse al nostro pianeta, risorse importanti come l’acqua, basti pensare che per ogni kg di manzo prodotto con la tecnica dell’allevamento intensivo, servono 100.000 litri d’acqua necessari soprattutto per la coltivazione zootecnica, il terreno agricolo per la produzione di mangimi, e,ovviamente, tutte le altre risorse consumate per la lavorazione di questa pregiata fonte di alimentazione dell’homo occidentalis. Il problema fondamentale appunto non è secondo me tanto la flatulenza bovina suina e ovina, per quanto questa sia sgradevole, ma come piuttosto stiamo facendo di tutto per rovinare il nostro unico e prezioso mondo: usare il SUV da 26 quintali per andare a far la spesa all’hard discount non è proprio il massimo dell’intelligenza, o pretendere di fare una dieta quasi esclusivamente a base di carne solo perché la troviamo a buon prezzo in tutti i supermercati e dal macellaio sotto casa, non è proprio una cosa da vispi. Adesso chiudo e vado a cena: le alici al forno sono ottime contro la notte.

un bellissimo incontro.

Ieri sera ho avuto una piacevolissima sorpresa. Nei giorni scorsi avevo cercato di contattare il Poeta Lorenzo Peritore per esprimergli la mia ammirazione per le sue opere in vernacolo siciliano e in particolare per una sua poesia dedicata al povero giudice Rosario Livatino brutalmente assassinato a soli 38 anni, che avevo pubblicato nel blog. Mi ringraziava per quanto gli avevo scritto nella lettera e mi concedeva la pubblicazione di quella stupenda opera.

Di questo lo ringrazio, e mi unisco pubblicamente all’unanime coro della gente umiliata da tutte le mafie che chiedono Giustizia.