Carnevale della fisica n° 41, le conclusioni

Questo 41esimo Carnevale della Fisica improntato a “La Fisica e la saggezza contadina” è terminato. Il prossimo, il numero 42, avrà come tema “Personaggi e scoperte della Fisica moderna, da Planck e Einstein all’LHC” e sarà ospitato nel mese di aprile sul blog Scienza e Musica di Leonardo Petrillo a cui cedo il prestigioso testimone.
Per me è stata una così stimolante esperienza che invito tutti i bloggers scientifici a farla almeno una volta e non è detto che mi riproporrò di ospitare una delle prossime edizioni di questa straordinaria iniziativa.
E adesso p
ermettetemi questa digressione, anche se ovviamente sarebbe stato più opportuno parlare di fisica nel Carnevale della Fisica. Vorrei più in generale parlare di Scienza, vista la vastità dei temi trattati e le importanti riflessioni che questi stimolano. 

Perché, secondo l’opinion mia, a chi vuol una cosa ritrovare, bisogna adoperar la fantasia, e giocar d’invenzione, e ‘ndovinare

Galileo Galilei,
Contro il portar la toga

In fondo è proprio questo lo spirito della Scienza, ricerca scoperte e invenzioni sono state possibili solo quando come uomini abbiamo abbandonato la rozza e primitiva natura di animale e abbiamo iniziato a interrogarci sul “di là” delle cose. Così abbiamo scoperto il fuoco, la natura dei metalli e la ruota. Abbiamo “adoperato la fantasia”  e siamo riusciti a misurar le stelle, come ha scritto sul suo blog Dropsea Gianluigi Filippelli in Misurare le distanze celesti, a scoprire gli angoli più intimi della materia con il Large Hadron Collider in La natura ama nascondersi  – sempre di A. Filippelli, a studiare la natura più intima della materia come ci mostra Massimo Auci con SPECIALE BOSONE DI HIGGS: LE CONSEGUENZE su Gravità Zero, a inventarci cose sempre più straordinarie giocando con la luce come ci mostra Annarita Ruberto con i suoi interessanti contributi pubblicati su Scientificando su: La Femtofotografia: Il Mondo Ad Un Trilione Di Fotogrammi al secondo e in KM3NeT: Telescopio Sottomarino Per Neutrini Cosmici.

Vi chiederete cosa c’entri tutto questo col tema di questo Carnevale.  C’entra, perché è la volontà di superare i limiti naturali che conta, non chi li supera.
Ad esempio ora tutti noi diamo per scontato forse troppe cose, il frigo che mantiene freschi i nostri alimenti, l’energia elettrica nelle nostre case, i trasporti veloci, ma non è sempre stato così, almeno per quasi tutta la nostra storia su questo pianeta.
I nostri antenati avevano imparato a farsi le loro previsioni meteo giorno per giorno senza i supercomputer e i satelliti 1 che abbiamo imparato a costruire oggi, e senza quei preziosi strumenti come la radio e la televisione 2 che quotidianamente ci informano, semplicemente guardando il tramonto, come ci racconta Mauro Merlotti in Rosso di sera sul suo Zibaldone Scientifico. Blog che sfogliandolo – anzi vi invito a scorrere anche gli altri blog che qui cito, troverete cose altrettanto interessanti, ci regala altre perle simili come Equinozio di primavera e, giusto per rimanere in tema con la Pasqua, 118. … e la data della Pasqua?
logo-poliedrico1Sabrina Masiero di Tuttidentro ci racconta che fu un contadino appassionato di astronomia, Johann Georg Palitzsch, ad osservare il previsto ritorno della cometa di Halley la notte di Natale del 1758 nel suo Le comete e gli antichi, quando ancora si credeva – in verità qualcuno le teme ancora oggi – che le comete fossero fonte di sciagura e maledizioni.
Eppure proprio i contadini, i nostri avi, non erano solo depositari di saperi che solo oggi la scienza sa spiegare, ma seguivano regole del buon vivere in armonia con la natura che purtroppo oggi abbiamo dimenticato, come ci ricorda Rosa Maria Mistretta nel suo COME I CONTADINI PREVENIVANO LE FRANE… su La Scuola del Sapere. Non solo tecniche di prevenzione del degrado del territorio quindi, ma come dimostra Andrea Mameli nel suo Linguaggio Macchina con l’articolo Il verme tagliato perdona l’aratro. Ma non il trattore, l’incredibile sviluppo tecnologico applicato all’agricoltura senza alcun criterio scientifico è addirittura fonte di aberrazioni incredibili e inaspettate che soltanto oggi a quasi cent’anni dall’invenzione del primo trattore a combustione interna 3 iniziamo a comprendere.

Tutto questo ovviamente mi fa riflettere: cosa sono dunque il sapere, la conoscenza? Sono questi sinonimo di scolarizzazione e progresso?
Ecco quello che volevo mostrare quando ho scelto questo tema.
La scolarizzazione non previene la superficialità nell’affrontare i problemi della nostra esistenza come non è affatto vero che credere acriticamente in non meglio identificate influenze astrali degli oroscopi, nelle scie chimiche o nelle alchimie alternative sia sinonimo di mentalità progressista.
E qui si ritorna agli insegnamenti del Sommo Galileo, allo osservare e sperimentare, alla vera chiave della conoscenza scientifica.
Anche quando è impensabile verificare sperimentalmente una rivoluzionaria idea come la deriva dei continenti – ce ne parla su Gravità Zero Tiziana Brazzatti 4 nel suo ANCHE LA “SCIENZA” SBAGLIA: WEGENER E LA TEORIA DELLA DERIVA DEI CONTINENTI – occorre reimparare a guardarsi intorno e sforzarsi di capire, come cercò di fare Darwin nel 1835 quando ipotizzò un possibile nesso tra  il terremoto del 20 febbraio 1835 in Cile, la precedente eruzione del vulcano Osorno a cui assistì e le naturali formazioni geologiche che aveva osservato esplorando le Ande durante il suo lungo viaggio col brigantino Beagle.
E la Saggezza Contadina in fondo è appunto questa: imparare a osservare e sforzarsi di capire il mondo che ci circonda, che esso sia un tramonto, una volta stellata o un mucchietto di uva appassita, come ho spiegato nel mio La scienza del vino dei miracoli su questo blog.

Quando esiste la volontà di superare il limite, di andare oltre le proprie conoscenze allora si fa della buona Scienza. A questo punto appare chiaro che perfino la scolarizzazione è solo uno strumento, un mezzo che ci aiuta a comprendere meglio le cose, non il fine ultimo della nostra esistenza.
Il grande astronomo Milton L. Humason aveva solo una formazione scolare primaria, eppure questo non gli impedì di assistere Edwin Hubble nelle sue ricerche cosmologiche e di essere un ottimo scienziato.
E così oggi scopriamo che Wegener amava i palloni aerostatici, che ci hanno tanto aiutato a comprendere la natura del mondo, e gli aquiloni, che sono sì giochi da bambini, ma anche strumenti di indagine degli straordinari fenomeni elettrici dell’atmosfera.
Giocattoli e giochi da bambini, come le stranote bolle di sapone con cui i nostri nonni hanno sicuramente giocato, pur non sapendo assolutamente niente dei complessi fenomeni fisici e chimici che danno origine alla loro straordinaria natura che sempre Annarita Ruberto narra nel suo articolo: Affascinanti Bolle Di Sapone E Tensione Superficiale.

Vedete? io ci vedo un nesso tra tutte queste storie che narrano di scoperte scientifiche, invenzioni, di tecnologia. Sono tutte frutto di chi ha saputo osare al di là delle proprie conoscenze, di chi ha saputo guardare il mondo con occhi di bambino come se lo vedesse per la prima volta. Higgs avrà forse immaginato la natura della massa delle particelle come se queste dovessero farsi strada nella gelatina, Wegener come se i continenti del Globo fossero le tessere di un puzzle, Einstein si ispirò per la Relatività Speciale immaginandosi a cavallo di un raggio di luce, mentre l’umile contadino avrà una volta accarezzato le messi al tramonto sicuro di una bella giornata per il dì successivo. Tutti loro hanno saputo guardare il mondo con occhi nuovi, lontani da qualsiasi forma di ortodossia che suggeriva loro di lasciar perdere.

ps. non credevo che arrivassero così tanti contributi per questa edizione del Carnevale che fino a pochi giorni fa temevo andasse deserta. E siccome non è mia intenzione non citarli, eccovi l’elenco completo di tutti i lavori che mi sono pervenuti in ordine di arrivo.
Spero che li leggerete come ho fatto io, sorseggiando un buon vinsanto invecchiato seduti comodi in una poltrona. Se poi non sapete come nasce il vinsanto, ve lo spiego nel mio articolo:



Un piccolo sacrificio in controtendenza: le donazioni.

Umby

Umby

La scienza e la cultura non hanno prezzo. Sono il frutto dell’esperienza e del pensiero libero di miliardi di esseri umani in un arco di almeno diecimila anni.
Considero un crimine mettere a pagamento la conoscenza, secretare gli algoritmi, brevettare le forme,  le parole e le idee come purtroppo spesso accade oggi con l’attuale modello economico imperante. Immaginate se Al-Khwarizmi avesse brevettato l’algebra, Galileo il Metodo Sperimentale, Keplero le equazioni del moto dei pianeti, oggi probabilmente non sareste qui a leggermi, la nostra vita sarebbe sicuramente molto diversa e quasi sicuramente molto meno tecnologica.

Però, giustamente, mantenere un blog come questo, acquistare spazio sul server ospitante, un dominio univoco e tutti i servizi a questo collegati, richiede denaro,  che – per fortuna 1 – non cresce sugli alberi.

Per questo i siti che spesso si incontrano quotidianamente sono zeppi di pubblicità fastidiosa, spesso non in tema con gli argomenti trattati 2.
Anch’io in passato, a malincuore devo dire, ho tentato questa strada per sostenere le spese di manutenzione, ma questo sito è troppo piccolo per sostenersi con la normale pubblicità on-line che non rende quasi niente 3 .
Dico a malincuore perché ho sempre trovato la pubblicità on-line qualcosa di orrendo, una forzatura morale verso il lettore quasi insopportabile, che viene visto piuttosto come un portatore di click per gli inserzionisti e non una Persona in cerca di informazioni.
Per questo qui avevo fatto in modo che qui la pubblicità fosse il meno invasiva possibile anche se era chiaro che molto probabilmente essa non sarebbe stata sufficiente per mantenere le giuste spese del sito. Magari con più banner, popup sparati a ogni click e altre diavolerie del genere avrei potuto coprire i costi sostenuti ma lo scopo originario del Il Poliedrico di fare informazione sarebbe risultato snaturato.

Ma la pubblicità non è l’unica forma di finanziamento possibile per un progetto, anzi, e la storia lo insegna.
Anticamente i poeti, i filosofi e gli studiosi più preziosi facevano ricorso al mecenatismo per le loro opere; per gli altri esisteva più semplicemente il meccanismo della donazione diffusa che comunque garantiva la loro presenza senza strafare.

Per quanto piccolo questo Blog ha circa 12000 visitatori univoci all’anno. Da quando si è dotato della struttura WordPress nel giugno 2010 a oggi 39000 diversi lettori si sono affacciati qui e sono tornati successivamente a seguire queste pagine.
Un solo centesimo a visitatore all’anno e Il Poliedrico  potrebbe pagarsi i servizi di hosting per almeno un paio d’anni, con soli 10 centesimi potrebbe addirittura acquistarsi un server dedicato tutto suo o giù di lì!

Adesso tutta quell’orrida pubblicità che snaturava la natura del Blog è scomparsa ma occorre l’aiuto di voi lettori perché questo possa continuare ad esistere. Per questo adesso sulla pagina principale de Il Poliedrico c’è un Banner Paypal piuttosto defilato e un anonimo link nella barra dei menù.

Se così sarà, alla fine di ogni un anno, tolte le spese vive del Blog, il ricavato verrà devoluto in beneficenza; a voi spetterà il compito di scegliere verso cosa.


 

Errare Humanum est

Umby

Mi spiace. Forse ho peccato di presunzione, o forse di leggerezza. Fate voi. L’importante è riconoscere i propri errori e cercare sempre di porvi rimedio.
Fatto è che le mappe che in precedenza avevo pubblicato per il passaggio ravvicinato dell’asteroide 2012 DA14 le ho tolte perché sono sbagliate e non vorrei essere successivamente accusato di avervi fatto mancare l’appuntamento del 15 febbraio.
Il principale problema è che è molto difficile ottenere delle effemeridi abbastanza accurate del piccolo asteroide usando software non espressamente dedicati all’elaborazione di coordinate celesti per piccoli corpi. Ce ne sono alcuni 1 che assolvono proprio questo compito, ma non li conosco abbastanza per potermi esprimere.
Il vero problema per cui software come Stellarium, C2A, etc. falliscono è che l’asteroide 2012 DA14 è troppo piccolo rispetto alla Terra e passerà troppo vicino al nostro pianeta perché questi possano dare previsioni abbastanza accurate della traiettoria in cielo del piccolo sasso.
Per avere dati più accurati possibile e poterveli quindi offrire sulla sua specifica pagina del calendario, ho fatto ricorso al programma online Horizons del Jet Propulsion Laboratory / Solar System Dynamics.
Il programma Horizons è disponibile per chiunque e offre diversi metodi di accesso, via telnet, via mail o via web, però restituisce solo coordinate celesti in ascensione retta e declinazione, niente forma grafica quindi, comunque necessarie per centrare l’asteroide o la cometa cercata. Certo una proiezione grafica per chi si approccia con un binocolo o ad occhio  nudo avrebbe fatto comodo, vedrò in futuro di attrezzarmi in questo senso.
Pertanto qui rinnovo il mea culpa per le mappe sbagliate che nel frattempo avevo pubblicato sul calendario, pregandovi di usare piuttosto le coordinate celesti prodotte da software ben più sicuri come Horizons. Vi prometto che in futuro farò più attenzione, perseverare autem diabolicum.


Quando l’informazione nuoce a sé stessa

Umby

Diversi giorni fa comparve  la notizia, poi riportata senza alcuna verifica anche da molte testate giornalistiche, web e tradizionali, della scoperta di un meteorite precipitato sul villaggio di Arangawila, nello Sri Lanka, il 29 dicembre 2012 contenente presunte forme di vita fossili somiglianti agli organismi unicellulari terrestri conosciuti come diatomee.
Lo scarno comunicato originale fu pubblicato sulla rivista scientifica border line Journal of Cosmology il 10 gennaio scorso 1.
Nei giorni  successivi la comunità scientifica internazionale smontò impietosamente  questa notizia, come tra l’altro era già accaduto riguardo ad altri precedenti scoop di questa stessa rivista, dimostrando che i risultati della scoperta erano grossolanamente sbagliati  2.

Ma il danno se così si può dire, era ormai fatto. Migliaia di siti in tutto il mondo  nei giorni successivi alla pubblicazione del lavoro di N. C. Wickramasinghe 3 ripresero e diffusero la notizia che erano state trovate forme di vita in un meteorite senza attendere alcuna conferma o smentita alla notizia della scoperta da un qualsiasi organo scientifico indipendente.
Certo una notizia è pur sempre una notizia, ma è anche vero che spesso le notizie scientifiche non ancora verificate non si conciliano troppo con l’idea dello scoop 4.

Penso quindi che occorra una certa cautela prima di diffondere una notizia così eclatante come può esserlo la scoperta documentale della vita extraterrestre.
Diffondere questo genere di notizie partendo da un semplice articolo pubblicato su un sito peer review 5  border line senza attendere che si sia espressa la comunità scientifica sull’argomento può solo generare confusione, alimentare false attese e condurre magari a conclusioni sbagliate, come ad esempio far credere che la Scienza Ufficiale con la sua smentita voglia boicottare la scoperta, dimenticando che invece proprio in questo campo La Scienza ha investito tantissimo e continuerà a farlo in futuro.

Infine vorrei fare una chiosa a Wickramasinghe, senza alcun intento polemico.
Il concetto di Panspermia originale è meraviglioso e aiuta a risolvere molti paradossi di cui invece soffre l’Abiogenesi planetaria tradizionale. Forse però un po’ più di cautela e qualche esame in più sul presunto campione meteoritico male non avrebbe senz’altro fatto.
Nelle Scienza non è importante arrivare comunque primi ma contribuire con la solidità delle proprie idee al progresso dell’Umanità.


Sciagure, disgrazie e catastrofi inventate. Ma la scuola dov’è?

Umby

Quando si dice che al peggio e alla stupidità umana non c’è mai fine – nemmeno di fronte alla Fine del Mondo scorsa – non credo di dire una cosa insensata.
Alcuni turisti che si erano recati al Parco Nazionale di Tikal, in Guatemala, forse per assistere da un luogo privilegiato l’avverarsi della presunta profezia, ignorarono bellamente il divieto di salire sui templi danneggiandoli, alcuni in maniera piuttosto grave.

Il CICAP nei giorni scorsi ha fatto uscire il suo annuale studio sulle previsioni che astrologi, cartomanti e fattucchiere varie fecero lo scorso anno per il 2012 1 .
La ricerca evidenzia – come è ovvio – la totale  invalidità delle opere divinatorie ma mette in evidenza anche un altro fenomeno molto particolare e piuttosto insidioso che sta crescendo: le profezie pseudoscientifiche.
Ora, per quanto riguarda le pseudo-arti divinatorie – essenzialmente l’oroscopo e la cartomanzia anche se ne esistono altre – ne è nota l’inconsistenza anche tra i loro più seguaci sostenitori che però mai l’ammetterebbero, ma quando sciagure, disastri ed ecatombi varie vengono mescolate con dati pseudoscientifici per dare loro una parvenza di credibiltà, allora è molto più difficile dimostrane l’infondatezza al grande pubblico.
In questo periodo di massima attività solare, che poi tanto massima finora non è stata, va per la maggiore il mito secondo cui una eruzione solare gigantesca, una superiore addirittura al Bastille Day Event o a quella che nel 1989 isolò il Quebec 2 possa spazzare via la nostra intera civiltà.
Una eruzione così è possibile anche se piuttosto improbabile; una simile avvenne nel 1859 e bruciò i cavi dei telegrafi degli Stati Uniti, anche se occorre sottolineare che quella il telegrafo era una tecnologia molto, molto giovane e i progettisti dell’epoca non si aspettavano certo che una massiccia eruzione solare potesse mettere fuori uso migliaia di chilometri di cavo aereo. Comunque un’eruzione così massiccia può magari riuscire a danneggiare una regione o addirittura un continente, ma gli altri sarebbero comunque risparmiati dal massiccio EMP 3 e nel giro di qualche mese – o al peggio di qualche anno – è credibile che tutti i danni possano essere riparati. Niente fine della civiltà umana quindi.

Qualche tempo fa un buontempone studiando le mappe online del progetto Sky-Map.org scoprì dei buchi nelle mappe, segno che quelle zone di cielo non erano state ancora registrate. Ecco allora che quei buchi divennero astronavi di una cattivissima flotta di invasione aliena rivolta contro la Terra e che i governi – e la solita cattivissima NASA – tenevano nascosta questa scoperta, non si sa bene per quale motivo, se per paura di spargere il panico globale o per connivenza con l’Invasore Alieno!
Non contento lo zuzzurellone di turno affermò che queste minacciose astronavi di oltre 200 km di larghezza (!) erano state scoperte dal famigerato sistema HAARP 4 nei pressi del Polo Sud celeste. Un bel dramma geometrico, visto che le antenne radio di HAARP sono in Alaska! Inoltre HAARP opera a frequenze  comprese tra 2,8 e 10 MHz (onde corte) mentre su Sky-Map le mappe sono riprese a lunghezze d’onda ben diverse 5.

Oppure ci fu il caso della povera cometa Elenin 6 che fu sciolta da un’eruzione solare nei pressi di Venere ancor prima di transitare al perielio. Anche quella per gli pseudoscienziati doveva essere un’astronave di alieni, stavolta buoni, che venivano a salvarci dal fantasmagorico pianeta Nibiru (!) che stava per spazzare via l’intero Sistema Solare 7.

Qui ho portato solo alcuni esempi di catastrofi pseudoscientifiche ma ne potrei fare mille altri, come l’inversione dei poli magnetici, enormi caverne come basi aliene 8, oppure le scie chimiche.

Questo mi porta seriamente a dubitare della qualità della cultura di massa e a suggerire che occorrano molti più investimenti nell’insegnamento universale e nella cultura in generale in tutto il mondo. A mio avviso occorre pensare a nuovi modelli di sviluppo globale dove l’accesso alla cultura e all’alfabetizzazione sia altrettanto necessario e vitale quanto l’accesso al cibo, all’acqua e all’energia, checché ne dicano altre scuole di pensiero che non hanno il mio appoggio.

E in Italia?
Da padre di due bimbi in età scolare posso dire che la situazione che vedo quotidianamente è semplicemente mortificante. A fronte di insegnanti capaci e innamorati del proprio lavoro, ce ne sono altrettanti che sinceramente dovrebbero fare qualcos’altro. Poi quella che una volta era una Scuola Pubblica d’eccellenza è stata volutamente mortificata da chi aveva giurato di difenderla. La continua riduzione dei finanziamenti pubblici e il congelamento delle assunzioni a fronte di chi se ne va, ha rovesciato il quadro di tanti anni fa, dove dalla scuola pubblica uscivano molte menti eccellenti che oggi sinceramente farebbero molta fatica ad emergere dalla media. Piuttosto che a pensare a continui tagli lineari di spesa e a premi in base al credito scolastico raggiunto dai singoli istituti come ha suggerito qualcuno che forse non ha mai letto o capito la Costituzione della Repubblica Italiana, sarebbe meglio che in Italia si torni ad investire veramente sulla Scuola Pubblica, almeno il doppio di quanto lo si faccia oggi, tagliando altre spese, come ad esempio quelle militari, che in un quadro europeo hanno molta meno necessità di esistere.


Addio a Rita Levi-Montalcini

Rita Levi-Montalcini

Anche qui sto male.
Non vorrei raccontare di questi tristi momenti ma credo che un posticino lo meriti anche Lei.

E’ morta la Premio Nobel per la medicina Rita Levi-Montalcini.
Il Nobel le fu assegnato nel 1986, 35 anni dopo aver scoperto il Nerve growth factor, una proteina che promuove la crescita delle cellule nervose.
Rita Levi-Montalcini si laureò in medicina nel 1936 e per tutto il periodo bellico della II Guerra Mondiale i suoi  studi furono alquanto discontinui per motivi di persecuzione religiosa.
Nel settembre del 1946, Levi-Montalcini accettò un incarico semestrale presso la Washington University di St. Louis , sotto la supervisione del professor Viktor Hamburger, dove vi rimase poi però per trent’anni.
Fu proprio lì che compì il suo lavoro più importante: riuscì a isolare il fattore di crescita nervoso (NGF) osservando come alcuni tipi di cellule tumorali riescono a causare una crescita estremamente rapida delle cellule nervose.

Forse però per molti è ricordata come la distinta Senatrice che votò sempre la fiducia al governo durante la XV Legislatura della Repubblica Italiana ricevendo in cambio epiteti poco signorili e insulti da molti membri dell’allora coalizione di opposizione.

Io invece preferisco ricordarla così, come Donna e Scienziato che non ha mai abbassato la testa di fronte a tutte le avversità che ha incontrato nei suoi 103 anni.

Errata corrige

Umby

L’8 maggio 2012 ebbi l’occasione di intervistare  il Dott. Giorgio Bianciardi  sulle sue ricerche sui risultati dell’esperimento Labeled Release condotti insieme al Dott. Levin – ideatore originale dell’esperimento LR ospitato sulle celebri sonde Viking –  e il Dott. Miller.
L’intervista finale pubblicata su questo blog 
1 conteneva un errore, una svista dovuta alla mia disattenzione e alla voglia di pubblicare 2.
Quel’intervista poi fu ospitata anche sulle pagine della rivista Coelum nel numero dello scorso settembre, dove l’errore fu corretto – per mia fortuna – dallo stesso Giorgio Bianciardi che in seguito mi contattò per farmi notare che, nonostante la correttezza scientifica del finale 3 ospitato su questo sito, questo non rispecchiava  il suo pensiero e chiedendomi cortesemente di rettificare, cosa che  volentieri faccio con queste righe, ripetendo la domanda e la sua risposta:

P. E se Curiosity dimostrerà il contrario?
D.B. Troverà composti organici, li troveranno, state sicuri.

Francamente non me la sento di stravolgere quello che ho già scritto – un conto è correggere una svista e un altro  è un intervento così pesante su un articolo –  per correttezza verso i miei lettori e verso il Dott. Bianciardi che merita la necessaria visibilità al suo pensiero.
Per questo preferisco scrivere queste righe piuttosto che apportare una banale modifica o aggiunta in calce al vecchio articolo.

 


Quando la politica distrugge la Scienza

Dubium sapientiae initium, Nel dubbio inizia la sapienza.
Forse con questo post mi attirerò gli strali di molti voi lettori ma ritengo che le dimissioni della Commissione Grandi Rischi sia stato un pessimo autogol della comunità scientifica italiana che stavolta non è andata di là del proprio naso.

Innanzitutto un po’ di storia.

Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione Civile, Enzo Boschi, presidente dell’Ingv, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case, Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova e Mauro Dolce direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile.
Queste sette persone sono stati ritenute colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose dal tribunale dell’Aquila per i fatti del terribile terremoto che il 6 aprile 2009 distrusse la città, uccise 308 persone e causò migliaia di sfollati e senza tetto.
I fatti contestati riguardano una riunione – alquanto irrituale a detta poi di  Enzo Boschi, uno dei condannati, visto che di solito gli incontri avvenivano a Roma – della Commissione Grandi Rischi tenutasi a L’Aquila il 31 marzo 2009, sei giorni prima del catastrofico sisma.
Quella riunione fu imposta dall’allora capo della Protezione Civile Guido Bertolaso che definì la convocazione degli esperti “un’operazione mediaticaperché vogliamo tranquillizzare la gente“, come risulta da una intercettazione telefonica registrata dai Carabinieri per un’altra indagine in cui lo stesso Bertolaso era indagato.
La riunione durò solo 45 minuti e e da esse non uscì alcun verbale, anzi, sempre lo stesso Enzo Boschi rivela che il verbale che appare adesso lui lo firmò solo dopo il terremoto: “Il verbale che mi inchioda non so chi l’abbia scritto, è apparso dopo il sisma, mi hanno fatto mettere una firma quando era già successo tutto”.
Per solidarietà verso i loro colleghi, l’attuale ufficio di presidenza della Commissione Nazionale dei Grandi Rischi – composto dal Presidente, Luciano Maiani, dal Presidente emerito, Giuseppe Zamberletti, e dal Vicepresidente, Mauro Rosi – ha rassegnato le sue dimissioni al Presidente del Consiglio dei Ministri.

Questi sono i fatti, nudi e crudi.
Penso che le motivazioni della sentenza siano comunque assurde – mi riservo di leggere le carte della sentenza quando queste saranno depositate e rese pubbliche –  e che la pena di sei anni inflitta ai membri della Commissione sia comunque eccessiva,  soprattutto quando in questo Paese chi ruba Denaro Pubblico, chi paga tangenti ai politici (!) in cambio di lucrosi appalti, oppure evade le tasse, non rischia praticamente niente grazie allo smantellamento ininterrotto dello stato di diritto perpetrato ininterrottamente in questi ultimi venti anni di II Repubblica, mentre le carceri sono strapiene di ladruncoli di strada, tossicodipendenti e gente disperata.
Ritengo però che il dolo da parte dei membri della Commissione in quei giorni ci fu, e che sia particolarmente grave perché fatto da accademici che in quel momento abiurarono la scienza, al di là del loro colore o credo politico.
Essi si mostrarono pavidi verso un’operazione puramente mediatica voluta dal governo politico di allora, chinarono il capo con piaggeria al volere del potere politico, cosa che un vero uomo votato alla scienza non dovrebbe mai e poi mai fare.
Non è possibile prevedere i terremoti, lo so e l’ho scritto diverse volte, né con i cassoni per raccogliere il radon, né guardando le fasi lunari, l’allineamento dei pianeti e neppure con i fondi di caffè o le frattaglie di bove.
Loro non potevano raccontare alla popolazione che nessun terremoto di forte intensità sarebbe mai arrivato o che ci sarebbe stato dopo sei giorni, nessuno di loro avrebbe potuto prevederlo. Non erano semplicemente in grado di dirlo e proprio per questo avrebbero dovuto far emergere il principio di precauzione, e quindi il dubbio, dicendo:
Non siamo assolutamente in grado di dire se ci sarà o meno un forte sisma in futuro. Suggeriamo che comunque siano prese misure particolari per evitare – o limitare – una eventuale emergenza almeno finché l’attuale sciame sismico in atto continua la sua attività.
Ma siccome un simile sensato annuncio non uscì – e un finto verbale della riunione apparve solo dopo il terremoto – è fin troppo evidente l’assoluta sottomissione della Commissione Grandi Rischi al volere politico. Questo non è il senno del poi, ma assoluto buonsenso che quella sciagurata sera non emerse.

Infine voglio fare esternare, in questo Paese tutti lo fanno – anche a sproposito, il mio disappunto su come vengono gestite le calamità naturali:
l’Italia è un paese a forte rischio sismico, come lo sono la penisola della California e il Giappone. Nonostante questo innegabile fatto scientifico la stragrande edilizia di questo paese non è costruita su principi e tecnologie antisismiche, tutt’altro: la famosa Casa dello Studente dell’Aquila era costruita in maniera molto approssimativa, con materiali scadenti, come allo stesso modo era stato costruito l’Ospedale San Salvatore dell’Aquila 1, con la sabbia al posto del cemento.
Purtroppo è così, è innegabilmente da irresponsabili non ammetterlo, che molta edilizia italiana sia così malmessa, tangenti, appalti al massimo ribasso e criminalità organizzata hanno prodotto questo in Italia: edifici fatiscenti già prima della loro inaugurazione, levitazione spropositata dei costi di realizzazione e sperpero di denaro pubblico 2.
Un’edilizia moderna e sicura, progettata secondo le ben collaudate regole edilizie adottate negli altri paesi ad elevato rischio sismico avrebbe un positivo impatto sull’economia del Paese.
La messa in sicurezza del territorio dai rischi di disastro idrogeologico ha costi non indifferenti all’inizio, ma ripaga rispetto alle spese da sostenere nelle infinite emergenze che accompagnano i disastri che si sarebbero potuti evitare.

Infine rivolgo un appello al Prof. Maiani affinché ritiri le sue dimissioni e prenda invece le distanze da chi non ha saputo – o voluto – opporsi a una mera manovra politica come fece quando il suo vicepresidente glorificava il terremoto in Giappone come Volontà Divina 3.
La scienza non può e non deve mai scendere a compromessi con la politica, il costo sarebbe poi troppo alto.

Primo contatto e xenofobia antropocentrica

First Contact by *GrahamSym
Digital Art / Fractal Art / Raw Fractals ©2012

L’altro giorno un loquace Martin Rees 1, presidente della Royal Society, annunciava che entro pochi anni – il 2025 – saremmo stati in grado di osservare altri pianeti al di fuori del sistema solare. Queste possibilità potrebbero portare a scoprire una qualche forma di vita su di essi.
Oggi sento  invece che alcuni gruppi di fanatici fondamentalisti religiosi musulmani hanno ucciso l’ambasciatore americano in Libia come risposta a un pessimo film che gira in Rete con l’ardire che è blasfemo per la Religione Musulmana e il Profeta Maometto.

Questi fatti completamente slegati fra loro però mi fanno pensare.
Nulla mi renderebbe più felice che annunciare su queste pagine la notizia della scoperta di altre forme di vita extraterrestri, anche se queste fossero dei piccolissimi batteri. Significherebbe che il Cosmo non è davvero uno spreco di spazio 2, il sogno di una vita, la mia, e quello di migliaia di generazioni umane che hanno rivolto gli occhi al cielo e immaginato altri mondi abitati domandandosi se davvero erano soli sulle sconfinate rive del Cosmo, che si avvera.
Come verrebbe letto l’annuncio che non siamo soli nell’Universo dai barbari fondamentalisti che infestano tutte le religioni? Quale Sacra Scrittura, Torah, Bibbia o Corano tiene conto della non unicità della Vita, se non quella sulla Terra?

Guerra dei trent’annni, Battaglia della Montagna Bianca

Se una miope interpretazione di una qualsiasi Sacra Scrittura spinge ad uccidere nel nome di Dio come è accaduto in Europa negli ultimi mille anni, se in nome delle religioni si sono combattute guerre, massacrato popoli e assassinato persone innocenti, come ultimo l’ambasciatore americano Chris Stevens, cosa succederà quando verranno scoperte altre forme di vita al di fuori di quelle elencate dalle Sacre Scritture?
E se dovessimo scoprire altre forme di vita intelligente? Come si concilierebbero queste scoperte con le interpretazioni squisitamente antropocentriche della vita?
Non posso non pensare all’ondata di xenofobia fondamentalista che potrebbe travolgere la nostra civiltà se prima non impariamo a controllare i fenomeni fondamentalisti che scuotono troppo spesso le nostre società, dai Creazionisti che ancora credono che il mondo sia stato creato il 23 ottobre del 4004 a.C. verso l’ora di pranzo 3, ai fanatici religiosi che si fanno esplodere in un supermercato, o alle nazioni che si macchiano di genocidio in difesa della propria supremazia spirituale, politica o economica.

Una vittima innocente della tracotanza umana del XXI secolo a Gaza

Spesso in qualche dibattito accademico viene portato come confronto l’esperienza delle diverse società umane quando queste sono venute in contatto, come gli inglesi nel continente nord americano e gli spagnoli in Sud America: tutte le civiltà tecnologicamente inferiori sono state decimate e assorbite da quelle più forti.
Questo è un possibile rischio di quello che potrebbe accadere anche alla nostra civiltà tecnologicamente più arretrata casomai riuscissimo ad avere un Primo Contatto con una civiltà extraterrestre, non importa se solo attraverso le onde radio o impulsi di luce collimata o solo per la scoperta di un qualsiasi artefatto non umano; l’importante è scoprire che il genere umano non sia l’unica forma di vita senziente dell’Universo.
In questo caso credo che invece il pericolo più grande sia insito in noi, nella nostra gretta smania di superiorità antropocentrica e nel nostro modo di affrontare l’ignoto: quello  che non capiamo lo sbertucciamo, poi lo denigriamo e poi lo annientiamo, esattamente come abbiamo sempre fatto in tutto l’arco della storia umana. Il vero pericolo è dentro di noi.


Un breve attimo di notorietà

Umby

Non sono molte le occasioni per chi come me ama parlare di scienza apparire su una rivista nazionale con un suo modesto lavoro.
Vi ricordate gli articoli sul Labeled Release Experiment 1  apparsi intorno aprile su questo Blog e poi culminati con l’intervista a Giorgio Bianciardi, ricercatore dell’Università di Siena 2?

Ebbene questa intervista – in versione quasi integrale – è stata ripresa e pubblicata (col mio consenso, si intende) su un’importante intervista astronomica nazionale, Coelum 3.
Tutto questo è per me naturalmente motivo di orgoglio, sarebbe sciocco da parte mia non ammetterlo. Ma è un risultato che devo unicamente a Voi Lettori che continuate a seguirmi e che mi sprona ancora di più nel mio modesto compito di divulgazione.