NASA Confirms Evidence That Liquid Water Flows on Today’s Mars | NASA

Le evidenze c’erano, e molte. Ma ancora era mancata la prova definitiva, la pistola fumante, come amano dire gli americani.
La sporadica presenza di metano nell’atmosfera richiamava processi abiotici di serpentinizzazione che necessariamente richiedono la presenza di acqua per accadere; gli studi di Catherine Weitz del Planetary Science Institute che identificò i segni della possibile presenza d’acqua allo stato liquido nel lontano passato di Marte all’interno di un gruppo di canyon chiamato Noctis Labyrintus 1 2;  La stessa presenza di perossido di idrogeno e vapore acqueo nell’atmosfera richiedono che l’acqua sia in qualche modo presente sul pianeta 3. Lo stesso rover Curiosity aveva mostrato conglomerati di ciottoli arrotondati come se fossero stati levigati dall’acqua [cite]http://goo.gl/FK8rx8[/cite] ma dove questa fosse finita, se dispersa nello spazio per fotodissociazione, congelata nel permafrost nei pressi dei poli o nel sottosuolo, non era possibile, fino ad ora, saperlo. L’unica cosa certa era, ed è ancora, che Marte è un luogo freddo e molto secco.

Ma adesso abbiamo la prima prova che dell’acqua liquida appare sporadicamente durante i mesi estivi marziani. Nell’attesa di poterne sapere di più vi rimando alla pagina della stessa NASA.

New findings from NASA’s Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) provide the strongest evidence yet that liquid water flows intermittently on present-day Mars.

Sorgente: NASA Confirms Evidence That Liquid Water Flows on Today’s Mars | NASA

Stephen Hawking: “La razza umana per sopravvivere dovrà abbandonare la Terra” 

Come dar torto al nobile scienziato? Tutti gli indicatori economici ci dicono che superiamo già ora, con il 40% della popolazione mondiale vive con meno di cinque dollari al giorno, la produzione delle risorse di almeno due pianeti come la Terra.1
Al di là della mia – e credo anche vostra – condanna morale a quel ‘1% che detiene oltre 98% della ricchezza del pianeta, l’anno scorso la spesa militare mondiale ha raggiunto i 1776 miliardi di dollari,2 mentre ne basterebbero appena 30-50 per eradicare la fame nel mondo.[1. Le ondate migratorie che in questi giorni stanno interessando l’Europa mostrano tutta l’ipocrisia dei programmi di sostegno dei paesi occidentali.  Praticamente tutti gli aiuti agroalimentari vengono riconvertiti in armi a sostegno di governi corrotti foraggiando in questo modo le multinazionali delle armi piuttosto che sfamare le popolazioni più povere, e anche i fondi stanziati dalle Organizzazioni non Governative raggiungono queste solamente per il 20%.]
Con un budget di quasi 2000 miliardi di dollari all’anno, nel giro di soli 20 anni sarebbe possibile avviare la colonizzazione permanete dello spazio vicino, creare fabbriche, fattorie orbitali e habitat completamente autonomi che potrebbero fornire spazio per ridurre la pressione demografica su questo pianeta. Potremmo sfruttare le risorse della fascia interna degli asteroidi, della Luna e così via.
Un altro grande tema affrontato con intelligenza da Hawking riguarda gli sviluppi dell’intelligenza artificiale. Come anche lui suggerisce, è necessario che gli interessi di quella artificiale coincidano con i nostri, altrimenti potremmo essere sopraffatti dal frutto del nostro stesso ingegno.  Se invece fosse correttamente guidata, l’intelligenza artificiale potrebbe essere una preziosa alleata dell’umanità, soprattutto nella colonizzazione spaziale e nella tutela di questo nostro vecchio mondo, che potrebbe tornare ad essere un paradiso.
Leggetevi l’interessante articolo al link qui sotto.

“Sento il dovere di informare la gente riguardo alla scienza”. Stephen Hawking, 73 anni, nonostante la malattia degenerativa che lo ha reso paralitico è più lucido che mai. “

Sorgente: Stephen Hawking: “La razza umana per sopravvivere dovrà abbandonare la Terra” (FOTO)

Notte europea dei ricercatori 2015, ci siamo!

visualSempre più spesso sentiamo parlare nei notiziari di disastri naturali o addirittura ci è capitato di vivere quei tristi momenti in prima persona. Spesso questi tristi eventi mietono vittime tra la popolazione e sono causa di ingenti danni economici. Purtroppo fenomeni come il Global Warming e la depauperazione delle risorse e del territorio possono trasformare anche  un banale forte acquazzone agostano in una catastrofe (come di recente è capitato in Toscana e in buona parte del Sud Italia).
Per risolvere questi problemi non basta parlarne ma occorrono soluzioni concrete. Non basta riempirsi la bocca di decrescita felice o proporre il ritorno alla bucolica vita preindustriale come spesso si vede inneggiare sui social network e nei convegni New Age.
Non è pensabile una regressione agli schemi di vita preindustriale, e in un mondo sempre più interconnesso parlare di localismo non è proprio il caso. La risposta sta nella ricerca, anche in quella più lontana dalle ricadute pratiche immediate che cade nell’abusato termine di ricerca di base. Chi chiede oggi a cosa serve cercare acqua su Marte, scoprire quanto pesa il bosone di Higgs, la natura dei neutrini solari, lo fa con lo stesso spirito di chi criticava Alessandro Volta che faceva sgambettare le zampette di rane dissezionate, di chi dava del pazzo – invitandolo ad andare magari alla Longara – a Guglielmo Marconi 1 con i sui esperimenti con i rocchetti di filo, a chi pensava che fosse inutile lo studio dei fenomeni fotoelettrici di Einstein.
Se oggi abbiamo le telecomunicazioni a lunga distanza, se possiamo programmare le sonde ai confini del Sistema Solare, la telemedicina e tantissime altre scoperte ed invenzioni che hanno arricchito questo mondo lo dobbiamo a quei veri Indagatori del Mistero del passato, molti dei quali non hanno nemmeno una targa che li ricordi. E se vogliamo che ci sia ancora un domani, che quelle che ancora ci sembrano sfide impossibili come contrastare le tempeste, sconfiggere malattie per ora incurabili, resistere alla forza dei terremoti e così via, dobbiamo avere fiducia nella scienza e nella ricerca. Le basi per uno Sviluppo Sostenibile partono proprio da qui.
banner-700x300E proprio per vedere lo stato dell’arte della ricerca scientifica italiana, il prossimo 25 settembre ci sarà la Notte Europea dei Ricercatori, un appuntamento [cite]http://goo.gl/T1KYMD[/cite] annuale giunto alla sua decima edizione, un importante progetto promosso e finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma europeo Horizon 2020. che chiuderà la Settimana della Scienza, una kermesse di 7 giorni di eventi e dibattiti scientifici organizzate da molte università italiane. Unica coordinatrice della serata per l’Italia è l’Associazione Frascati Scienza.
Gli eventi previsti in tutta Italia sono tantissimi, è praticamente impossibile raccoglierli e descriverli tutti, qui potrete trovare solo un elenco di alcuni di questi previsti per il 25 settembre [cite]http://goo.gl/3f2y2U[/cite], oppure provate a chiedere il programma presso le segreterie della vostra università più vicina e, nel caso fosse una di quelle che ancora non partecipano, beh chiedete di farlo nelle prossime edizioni 🙂


Note:

BRIGHT 2015

Questo simpatico spot per la Notte Europea dei Ricercatori anno 2015 è stato realizzato dall’università di Pisa, coordinatrice per la Toscana dell’importante evento promosso e finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma europeo Horizon 2020 e coordinato per l’Italia  dall’Associazione Frascati Scienza.
Il 25 settembre prossimo, ossia il quarto venerdì del mese, saranno proposti al pubblico incontri, dibattiti e dimostrazioni dalle diverse università europee con lo scopo di promuovere il mondo della ricerca, oggi più che mai impegnato per risolvere le sfide future: dalla sostenibilità (il tema principale di questa manifestazione), fino alle emergenze climatiche in atto, solo per citarne un paio. A questo appuntamento internazionale, che ha raggiunto quest’anno la sua decima edizione, si sono aggiunte dal 2012 le Università toscane.
Il  titolo scelto per la notte toscana è lo stesso dello scorso anno, BRIGHT, un aggettivo inglese che indica l’atto di splendere, di luccicare, giusto per sottolineare il tenace lavoro dei ricercatori di questa regione nel cercare di comprendere tutto quello che ancora è inspiegato e sconosciuto1. Con questa scelta si è anche voluto rendere omaggio all‘Anno Internazionale della Luce, proclamato dall’Assemblea Generale dell’ONU  (International Year of Light and Light-based Technologies o IYL) [cite]http://www.light2015.org/Home.html[/cite].
BRIGHT 2015 prevede attività in ben sette città toscane: Firenze, Pisa, Siena, Arezzo, Cascina, Lucca, Prato.

Molti altri sono gli atenei italiani impegnati nella Notte Europea dei Ricercatori, come è possibile consultare dalla pagina interattiva dedicata [cite]http://ec.europa.eu/research/researchersnight/events_it.htm[/cite]. Il programma completo per l’Università di Siena-Arezzo è disponibile qui [cite]http://www.unisi.it/bright2015[/cite], mentre per le altre università impegnate nello stesso evento potrete rivolgervi ai loro rispettivi siti o alle loro segreterie universitarie.

Notte Europea dei Ricercatori 2015

manifesto webSettembre.

A settembre per molti giovani riprende l’anno scolastico, molti di loro saranno scolari, termine che deriva dal latino schola, derivato a sua volta dal termine dell’antico greco σχολεῖον (scholèion), da σχολή (scholḗ). Il termine greco indicava il tempo libero, ma anche l’azione di fermarsi e confrontarsi. Era il luogo dove la figura del Maestro (dal latino magister, cioè sommo, dotto) intratteneva i nuovi allievi e gli studenti (dal latino studere, sforzarsi di fare). Non era per forza un luogo al chiuso, anzi. Era ovunque ce ne fosse bisogno: davanti a una bottega, in un parco, in piazza o in un teatro. Quello era lo spirito che alimentava il sapere e la conoscenza.
È in questo modo che i maestri dell’antichità come Aristotele, Pitagora, Platone e su fino a Newton, Galilei e poi Heisenberg, Einstein e Hawking intrapresero il loro cammino nella conoscenza, prima scolari, poi studenti ed infine ricercatori (cercare con insistenza). Quella conoscenze che poi arricchite dalle loro esperienze e il loro pensiero viene ancora oggi trasmesso alle generazioni successive.
Più o meno lo stesso percorso verrà riproposto l’ultimo venerdì di settembre con la Notte Europea dei Ricercatori, anno 2015. Un appuntamento annuale giunto alla sua decima edizione, un importante progetto promosso e finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma europeo Horizon 2020 e coordinato per l’Italia  dall’Associazione Frascati Scienza. Questo appuntamento sarà la conclusione della serie di eventi della Settimana della Scienza che Frascati Scienza offre al pubblico a partire dal 20 settembre (qui è possibile consultare l’intero programma)
Oltre alle naturali sedi storiche di Roma e Frascati, la Notte Europea dei Ricercatori 2015 vede  impegnate anche altre realtà universitarie di altre regioni, come è possibile consultare dalla pagina interattiva dedicata [cite]http://ec.europa.eu/research/researchersnight/events_it.htm[/cite]. Qui i ricercatori italiani torneranno un po’ alle origini dell’agorà e racconteranno al pubblico che vorrà ascoltarle le loro esperienze, i loro progetti e il futuro che sapranno donarci. Medicina, agricoltura, telecomunicazioni, fisica ma anche economia, sociologia, musica e così via; 4tutte materie che comunque avranno come tema di fondo la Sostenibilità, lo stesso argomento dello scorso anno, ma che si è dimostrato essere talmente vasto che è stato impossibile raccontarlo in una volta sola.