Carnevale della fisica n° 41, le conclusioni

Questo 41esimo Carnevale della Fisica improntato a “La Fisica e la saggezza contadina” è terminato. Il prossimo, il numero 42, avrà come tema “Personaggi e scoperte della Fisica moderna, da Planck e Einstein all’LHC” e sarà ospitato nel mese di aprile sul blog Scienza e Musica di Leonardo Petrillo a cui cedo il prestigioso testimone.
Per me è stata una così stimolante esperienza che invito tutti i bloggers scientifici a farla almeno una volta e non è detto che mi riproporrò di ospitare una delle prossime edizioni di questa straordinaria iniziativa.
E adesso p
ermettetemi questa digressione, anche se ovviamente sarebbe stato più opportuno parlare di fisica nel Carnevale della Fisica. Vorrei più in generale parlare di Scienza, vista la vastità dei temi trattati e le importanti riflessioni che questi stimolano. 

Perché, secondo l’opinion mia, a chi vuol una cosa ritrovare, bisogna adoperar la fantasia, e giocar d’invenzione, e ‘ndovinare

Galileo Galilei,
Contro il portar la toga

In fondo è proprio questo lo spirito della Scienza, ricerca scoperte e invenzioni sono state possibili solo quando come uomini abbiamo abbandonato la rozza e primitiva natura di animale e abbiamo iniziato a interrogarci sul “di là” delle cose. Così abbiamo scoperto il fuoco, la natura dei metalli e la ruota. Abbiamo “adoperato la fantasia”  e siamo riusciti a misurar le stelle, come ha scritto sul suo blog Dropsea Gianluigi Filippelli in Misurare le distanze celesti, a scoprire gli angoli più intimi della materia con il Large Hadron Collider in La natura ama nascondersi  – sempre di A. Filippelli, a studiare la natura più intima della materia come ci mostra Massimo Auci con SPECIALE BOSONE DI HIGGS: LE CONSEGUENZE su Gravità Zero, a inventarci cose sempre più straordinarie giocando con la luce come ci mostra Annarita Ruberto con i suoi interessanti contributi pubblicati su Scientificando su: La Femtofotografia: Il Mondo Ad Un Trilione Di Fotogrammi al secondo e in KM3NeT: Telescopio Sottomarino Per Neutrini Cosmici.

Vi chiederete cosa c’entri tutto questo col tema di questo Carnevale.  C’entra, perché è la volontà di superare i limiti naturali che conta, non chi li supera.
Ad esempio ora tutti noi diamo per scontato forse troppe cose, il frigo che mantiene freschi i nostri alimenti, l’energia elettrica nelle nostre case, i trasporti veloci, ma non è sempre stato così, almeno per quasi tutta la nostra storia su questo pianeta.
I nostri antenati avevano imparato a farsi le loro previsioni meteo giorno per giorno senza i supercomputer e i satelliti 1 che abbiamo imparato a costruire oggi, e senza quei preziosi strumenti come la radio e la televisione 2 che quotidianamente ci informano, semplicemente guardando il tramonto, come ci racconta Mauro Merlotti in Rosso di sera sul suo Zibaldone Scientifico. Blog che sfogliandolo – anzi vi invito a scorrere anche gli altri blog che qui cito, troverete cose altrettanto interessanti, ci regala altre perle simili come Equinozio di primavera e, giusto per rimanere in tema con la Pasqua, 118. … e la data della Pasqua?
logo-poliedrico1Sabrina Masiero di Tuttidentro ci racconta che fu un contadino appassionato di astronomia, Johann Georg Palitzsch, ad osservare il previsto ritorno della cometa di Halley la notte di Natale del 1758 nel suo Le comete e gli antichi, quando ancora si credeva – in verità qualcuno le teme ancora oggi – che le comete fossero fonte di sciagura e maledizioni.
Eppure proprio i contadini, i nostri avi, non erano solo depositari di saperi che solo oggi la scienza sa spiegare, ma seguivano regole del buon vivere in armonia con la natura che purtroppo oggi abbiamo dimenticato, come ci ricorda Rosa Maria Mistretta nel suo COME I CONTADINI PREVENIVANO LE FRANE… su La Scuola del Sapere. Non solo tecniche di prevenzione del degrado del territorio quindi, ma come dimostra Andrea Mameli nel suo Linguaggio Macchina con l’articolo Il verme tagliato perdona l’aratro. Ma non il trattore, l’incredibile sviluppo tecnologico applicato all’agricoltura senza alcun criterio scientifico è addirittura fonte di aberrazioni incredibili e inaspettate che soltanto oggi a quasi cent’anni dall’invenzione del primo trattore a combustione interna 3 iniziamo a comprendere.

Tutto questo ovviamente mi fa riflettere: cosa sono dunque il sapere, la conoscenza? Sono questi sinonimo di scolarizzazione e progresso?
Ecco quello che volevo mostrare quando ho scelto questo tema.
La scolarizzazione non previene la superficialità nell’affrontare i problemi della nostra esistenza come non è affatto vero che credere acriticamente in non meglio identificate influenze astrali degli oroscopi, nelle scie chimiche o nelle alchimie alternative sia sinonimo di mentalità progressista.
E qui si ritorna agli insegnamenti del Sommo Galileo, allo osservare e sperimentare, alla vera chiave della conoscenza scientifica.
Anche quando è impensabile verificare sperimentalmente una rivoluzionaria idea come la deriva dei continenti – ce ne parla su Gravità Zero Tiziana Brazzatti 4 nel suo ANCHE LA “SCIENZA” SBAGLIA: WEGENER E LA TEORIA DELLA DERIVA DEI CONTINENTI – occorre reimparare a guardarsi intorno e sforzarsi di capire, come cercò di fare Darwin nel 1835 quando ipotizzò un possibile nesso tra  il terremoto del 20 febbraio 1835 in Cile, la precedente eruzione del vulcano Osorno a cui assistì e le naturali formazioni geologiche che aveva osservato esplorando le Ande durante il suo lungo viaggio col brigantino Beagle.
E la Saggezza Contadina in fondo è appunto questa: imparare a osservare e sforzarsi di capire il mondo che ci circonda, che esso sia un tramonto, una volta stellata o un mucchietto di uva appassita, come ho spiegato nel mio La scienza del vino dei miracoli su questo blog.

Quando esiste la volontà di superare il limite, di andare oltre le proprie conoscenze allora si fa della buona Scienza. A questo punto appare chiaro che perfino la scolarizzazione è solo uno strumento, un mezzo che ci aiuta a comprendere meglio le cose, non il fine ultimo della nostra esistenza.
Il grande astronomo Milton L. Humason aveva solo una formazione scolare primaria, eppure questo non gli impedì di assistere Edwin Hubble nelle sue ricerche cosmologiche e di essere un ottimo scienziato.
E così oggi scopriamo che Wegener amava i palloni aerostatici, che ci hanno tanto aiutato a comprendere la natura del mondo, e gli aquiloni, che sono sì giochi da bambini, ma anche strumenti di indagine degli straordinari fenomeni elettrici dell’atmosfera.
Giocattoli e giochi da bambini, come le stranote bolle di sapone con cui i nostri nonni hanno sicuramente giocato, pur non sapendo assolutamente niente dei complessi fenomeni fisici e chimici che danno origine alla loro straordinaria natura che sempre Annarita Ruberto narra nel suo articolo: Affascinanti Bolle Di Sapone E Tensione Superficiale.

Vedete? io ci vedo un nesso tra tutte queste storie che narrano di scoperte scientifiche, invenzioni, di tecnologia. Sono tutte frutto di chi ha saputo osare al di là delle proprie conoscenze, di chi ha saputo guardare il mondo con occhi di bambino come se lo vedesse per la prima volta. Higgs avrà forse immaginato la natura della massa delle particelle come se queste dovessero farsi strada nella gelatina, Wegener come se i continenti del Globo fossero le tessere di un puzzle, Einstein si ispirò per la Relatività Speciale immaginandosi a cavallo di un raggio di luce, mentre l’umile contadino avrà una volta accarezzato le messi al tramonto sicuro di una bella giornata per il dì successivo. Tutti loro hanno saputo guardare il mondo con occhi nuovi, lontani da qualsiasi forma di ortodossia che suggeriva loro di lasciar perdere.

ps. non credevo che arrivassero così tanti contributi per questa edizione del Carnevale che fino a pochi giorni fa temevo andasse deserta. E siccome non è mia intenzione non citarli, eccovi l’elenco completo di tutti i lavori che mi sono pervenuti in ordine di arrivo.
Spero che li leggerete come ho fatto io, sorseggiando un buon vinsanto invecchiato seduti comodi in una poltrona. Se poi non sapete come nasce il vinsanto, ve lo spiego nel mio articolo:



La scienza del vino dei miracoli

Questa volta non parlerò di stelle o pianeti, neppure di particelle o di energie.
Visto che ospito questa edizione del Carnevale della Fisica e visto il particolare tema che ho scelto, voglio narravi di come si ottiene un particolare liquore tipico della provincia senese, e che stante una certa leggenda legata proprio alla città di Siena, qui ha avuto le sue origini: il vinsanto.

vinsantoLa leggenda vuole che durante la Peste Nera 1  del 1348 che decimò la popolazione europea, A Siena alcuni frati francescani usassero curare le vittime del terribile flagello con un particolare vino aromatico prodotto dall’Ordine per celebrare le loro funzioni. Da qui nacque la convinzione che questo vino avesse proprietà miracolose e per questo fu chiamato santo.

Che questo celebre liquore avesse proprietà miracolose oggi non è dato sapere 2, ma sicuramente l’intero processo della sua produzione rasenta del miracoloso, visto che a dispetto della semplicità con cui viene prodotto, tralasciando gli intrugli enologici moderni prodotti con lieviti e batteri selezionati in laboratorio, non è affatto certo che al termine del necessario processo di invecchiamento si ottenga un liquore gradevole, uno appena bevibile o peggio.
Ovviamente non tutti i tipi di uva e non tutta l’uva di un determinato tipo può essere usata in questa produzione un po’ particolare; l’uva deve essere scelta tra i migliori grappoli che non devono essere né troppo grandi o piccoli, presentare i chicchi ben separati tra loro e soprattutto devono essere ben asciutti. Per cui, per ottenere un buon vinsanto, la vendemmia deve necessariamente avvenire di sera o comunque quando l’umidità dell’aria non è condensata sui grappoli 3. In questo caso si parla appunto di vendemmia per scelti.

“E non sonavano Campane, e non si piangeva persona, fusse di che danno si volesse, che quasi ogni persona aspettava la morte; e per sì fatto modo andava la cosa, che la gente non credeva, che nissuno ne rimanesse, e molti huomini credevano, e dicevano: questo è
fine Mondo”.
Agnolo di Tura
(cronista senese)

Il passo successivo e sicuramente più importante – che richiede anche meno lavoro manuale a parte l’invecchiamento: la passitura.
L’uva raccolta viene stesa su stuoie naturali, normalmente graticci di canne, ad appassire in un luogo riparato dalle intemperie eppure aperto alla naturale ventilazione.
Il vero segreto di un buon vinsanto sta appunto tutto nei lieviti naturali, o selvaggi, che l’uva raccoglie durante questo lungo periodo 4.
Infatti quello che per un normale vino oggi non è affatto desiderabile, cioè una fermentazione incontrollata dovuta ai lieviti selvaggi capaci di alterarne irrimediabilmente il sapore, Il naturale processo di passitura dell’uva favorisce invece lo sviluppo di questi lieviti, muffe e batteri spontanei che aiutano la fermentazione successiva del mosto.
Questi misteriosi lieviti selvaggi sono tipici di un determinato habitat naturale, ognuno ne ha uno proprio autoctono e particolare: la presenza di un fiume, di un bosco o di un frutteto favoriscono una determinata famiglia di lieviti e di batteri piuttosto che un’altra. Anche la normale circolazione dell’aria è importante nella diffusione di questi agenti: per questo il solo spostare il luogo di passitura dà origine a importanti variazioni sul risultato. Ne è la riprova che cambiare luogo anche di diversi metri come una stanza può cambiare drasticamente il gusto del liquore finale.

Credit: Il Poliedrico

Il Facciatone del Duomo di Siena
Credit: Il Poliedrico

Al termine del lungo periodo di passitura è normale scoprire che molti frutti si sono ricoperti di un sottile strato di muffa. Questa è chiamata muffa nobile ed è una dei responsabili proprio del sapore caratteristico di molti vini passiti 5, che ha il compito di rimuovere altra acqua, altre a quella persa nella disidratazione naturale della passitura,  dalle uve lasciando dietro di sé una percentuale più elevata di solidi, come gli zuccheri, acidi della frutta e minerali.
Il mosto ottenuto dalla spremitura è infatti incredibilmente dolce, merito sicuramente della qualità dell’uva, ma più importante è questo processo di passitura che sottrae acqua e arricchisce l’uva dei preziosi, in questo caso, lieviti selvaggi.
Il mosto finale ottenuto per spremitura viene infine fatto riposare in recipienti di legno chiamati caratelli 6 da cui è stato tolto (svinato) il vinsanto precedente, accuratamente sigillati con ceralacca e riposti in luoghi dove l’escursione termica notte/giorno, estate/inverno è massima. In genere un solaio senza finestre o un sottotetto non coibentato è eccellente.
Queste escursioni termiche aiutano la fermentazione e l’invecchiamento del liquore in modi veramente inaspettati.
Normalmente in un vino la fase di fermentazione rigorosamente dura pochi giorni – da 24 ore per i bianchi più leggeri fino a 15-25 giorni per i vini più corposi –  mentre in questo caso viene fatta durare anni, perché?
La lunghissima fermentazione continuamente attivata e interrotta dalle notevoli escursioni termiche ambientali produce quelle sostanze secondarie responsabili dei gusti e degli aromi tipici di questo liquore, mentre l’ambiente sigillato del caratello impedisce l’ossidazione indesiderata del liquore e impone una fermentazione anaerobica del mosto 7 fin da subito.
Alla fine accade che la concentrazione alcolica sale fino a inibire ogni forma fermentazione  8 – questo dipende dalla resistenza della flora del lieviti selvaggi iniziale – mentre gli zuccheri e i sali minerali ancora non processati in parte contribuiscono all’aroma finale.
La defecazione 9 avviene spontaneamente, durante tutto il tempo in cui il liquore sta nel caratello.
Così si forma la madre, la feccia 10 residua del mosto, che a dispetto dell’aspetto melmoso e marrone è straordinariamente dolce 11.
Questo sottoprodotto residuo anticamente era considerato quasi altrettanto prezioso quanto il liquore. Si credeva che fosse il responsabile principale della riuscita del vinsanto, tant’è che veniva conservato altrettanto gelosamente del liquore, oppure venduto a chi non aveva la fortuna di approfittare di lieviti selvaggi buoni. In pratica invece è ricchissimo di zuccheri non degradati dal processo di fermentazione e sali minerali. Ormai nella madre della ricca flora del mosto non c’è rimasto niente, o quasi.
Il suo riuso nelle nuove fermentazioni ha il solo l’effetto di tramandare particolari aromi sviluppati nei cicli precedenti alle nuove fermentazioni e nient’altro.

Questo è il vero segreto di un vino considerato miracoloso, tramandato da generazioni di contadini che di muffe, lieviti e batteri non sapevano assolutamente niente ma che dalla loro avevano l’acume di scienziati e che lo sperimentare non faceva paura.

Una congiunzione invisibile

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Credit: Il Poliedrico

Come avevo sommariamente indicato nel nuovo calendario disponibile su questo Blog proprio oggi avviene una congiunzione stretta fra Marte e Urano.
Il momento di massimo avvicinamento apparente si verificherà tra polco intorno alle 18:oo UTC, le 19:00 in Italia. In quei minuti l’evento sarà sotto l’orizzonte per il nostro paese, ma in verità anche le altre località nel mondo non sono messe meglio vista l’estrema vicinanza del Sole alla posizione apparente dei due pianeti.
Anche in questo caso ci viene incontro una delle sonde spaziali che studiano perennemente il Sole, appunto la SOHO con il suo coronografo a largo campo: lo strumento Large Angle and Spectrometric Coronagraph (LASCO) C3, capace di un campo visivo da 3,7 a 32 raggi solari.
a Voi lo spettacolo dell’evento!

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Image credit: Nasa/SOHO/LASCO C3
Elaborazione grafica: Il Poliedrico

Carnevale della fisica n° 41, seconda chiamata!

logo-poliedrico1Per  la prima volta nella sua storia Il Poliedrico ospita un Carnevale della Fisica, il numero 41.
Il tema scelto per questa edizione è sicuramente impegnativo, la fisica e la saggezza contadina, ma senz’altro intrigante per i tanti punti di contatto che due mondi così lontani eppure, spesso inconsaspevolmente, condividono.
Mancano solo altri sette giorni per raccogliere  il vostro contributo a questa edizione (qui trovate il regolamento), che ho deciso comunque di estendere per l’occasione anche a chi non ha un suo blog offrendo ospitalità a chi vorrà partecipare inviando una semplice email a carnevaledellafisica@ilpoliedrico.com o  a info@ilpoliedrico.com.
Se avete inviato le vostre opere e non avete avuto una conferma dell’avvenuta ricezione comunicatemelo, anche sulla pagina ufficiale del Blog su Facebook o commentate qui sotto, a volte capita che qualcosa purtroppo si smarrisca, e questo non è desiderabile.

Dunque buon Carnevale della Fisica a tutti, vi aspetto numerosi.
Cieli Sereni

Di nuovo in linea!

Umby

Umby

È stata dura ma alla fine Il Poliedrico è di nuovo in linea.
Nella notte di sabato questo Blog ha subìto un pesante attacco ad opera di alcuni balordi nullafacenti che hanno approfittato di alcune vulnerabilità nascoste e hanno modificato la home page. Colpa sicuramente anche mia che proprio in quelle ore avevo abbassato i firewall per risolvere alcune latenze di caricamento che stavano appesantendo troppo il server ospite.

Adesso Il Poliedrico è ripartito con una nuova installazione e con nuovi plugins che non dovrebbero appesantire più di tanto il caricamento delle pagine. Il latex e le tabelle sono risorse troppo preziose per essere abbandonate, mentre (per ora) ci lasciano la sintesi vocale, i sondaggi e il calendario degli appuntamenti, troppo pesanti in termini di risorse.

A presto 🙂

La Panstarrs dallo spazio

In poche altre occasioni sono stato in apprensione per il meteo come in questi giorni. In queste sere appunto sarebbe visibile ad ovest subito dopo il tramonto la cometa C/2011 L4 PanSTARRS. Il condizionale è d’obbligo perché proprio in questi giorni la mia regione, come buona parte dell’Italia, è investita dal maltempo che ostacola qualsiasi occasione di osservare la cometa.

Esistono un paio di osservatori che sono immuni al maltempo atmosferico, anche se sono sicuramente esposti a tempeste ben più gravi: sono le sonde Stereo A e B che studiano costantemente il Sole da sei anni.

Lo scorso 10 marzo la sonda Stereo B è riuscita ad offrire una immagine unica della PanSTARRS vista dallo spazio insieme a Mercurio e alla Terra. L’immagine è stata pubblicata su Twitter da Sungrazin Comet, un sito che chi è a caccia di comete non può mancare di apprezzare.
Lascio a Voi giudicare queste immagini che non voglio commentare più di tanto. Buona visione e … Cieli Sereni!

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Credit: SOHO/Sungrazing Comets/SSC

Credit: SOHO/Sungrazing Comets/SSC

Credit: SOHO/Sungrazing Comets/SSC

Un piccolo sacrificio in controtendenza: le donazioni.

Umby

Umby

La scienza e la cultura non hanno prezzo. Sono il frutto dell’esperienza e del pensiero libero di miliardi di esseri umani in un arco di almeno diecimila anni.
Considero un crimine mettere a pagamento la conoscenza, secretare gli algoritmi, brevettare le forme,  le parole e le idee come purtroppo spesso accade oggi con l’attuale modello economico imperante. Immaginate se Al-Khwarizmi avesse brevettato l’algebra, Galileo il Metodo Sperimentale, Keplero le equazioni del moto dei pianeti, oggi probabilmente non sareste qui a leggermi, la nostra vita sarebbe sicuramente molto diversa e quasi sicuramente molto meno tecnologica.

Però, giustamente, mantenere un blog come questo, acquistare spazio sul server ospitante, un dominio univoco e tutti i servizi a questo collegati, richiede denaro,  che – per fortuna 1 – non cresce sugli alberi.

Per questo i siti che spesso si incontrano quotidianamente sono zeppi di pubblicità fastidiosa, spesso non in tema con gli argomenti trattati 2.
Anch’io in passato, a malincuore devo dire, ho tentato questa strada per sostenere le spese di manutenzione, ma questo sito è troppo piccolo per sostenersi con la normale pubblicità on-line che non rende quasi niente 3 .
Dico a malincuore perché ho sempre trovato la pubblicità on-line qualcosa di orrendo, una forzatura morale verso il lettore quasi insopportabile, che viene visto piuttosto come un portatore di click per gli inserzionisti e non una Persona in cerca di informazioni.
Per questo qui avevo fatto in modo che qui la pubblicità fosse il meno invasiva possibile anche se era chiaro che molto probabilmente essa non sarebbe stata sufficiente per mantenere le giuste spese del sito. Magari con più banner, popup sparati a ogni click e altre diavolerie del genere avrei potuto coprire i costi sostenuti ma lo scopo originario del Il Poliedrico di fare informazione sarebbe risultato snaturato.

Ma la pubblicità non è l’unica forma di finanziamento possibile per un progetto, anzi, e la storia lo insegna.
Anticamente i poeti, i filosofi e gli studiosi più preziosi facevano ricorso al mecenatismo per le loro opere; per gli altri esisteva più semplicemente il meccanismo della donazione diffusa che comunque garantiva la loro presenza senza strafare.

Per quanto piccolo questo Blog ha circa 12000 visitatori univoci all’anno. Da quando si è dotato della struttura WordPress nel giugno 2010 a oggi 39000 diversi lettori si sono affacciati qui e sono tornati successivamente a seguire queste pagine.
Un solo centesimo a visitatore all’anno e Il Poliedrico  potrebbe pagarsi i servizi di hosting per almeno un paio d’anni, con soli 10 centesimi potrebbe addirittura acquistarsi un server dedicato tutto suo o giù di lì!

Adesso tutta quell’orrida pubblicità che snaturava la natura del Blog è scomparsa ma occorre l’aiuto di voi lettori perché questo possa continuare ad esistere. Per questo adesso sulla pagina principale de Il Poliedrico c’è un Banner Paypal piuttosto defilato e un anonimo link nella barra dei menù.

Se così sarà, alla fine di ogni un anno, tolte le spese vive del Blog, il ricavato verrà devoluto in beneficenza; a voi spetterà il compito di scegliere verso cosa.


 

Polvere celeste

La traccia nel cielo dell'Evento Chelyabinsk.

La traccia nel cielo dell’Evento Chelyabinsk.

Il 15 febbraio scorso un eccezionale meteorite esplose nel cielo di Chelyabinsk​, sui Monti Urali in Russia.
Già a poche ore dall’evento gli astronomi erano riusciti con una discreta approssimazione a determinare il percorso nell’atmosfera del meteoroide e la sua orbita di origine 1; questo grazie alle numerose riprese fotografiche e ai sensori ad infrasuoni della rete ISM dell’organizzazione internazionale CTBTO 2 che ne avevano tracciato il percorso nell’atmosfera.

Non sto a ripetere la storia che altri blog hanno già sviscerato, ma vorrei piuttosto parlare del rinnovato interesse del grande pubblico per le meteoriti e per i sassi che ogni tanto la Terra incrocia percorrendo la sua orbita.
Giusto la sera prima dell’evento di Chelyabinsk la Terra era stata sfiorata dall’asteroide Apollo 2012 DA14, un sasso di 45-50 metri da una quota di 27700 chilometri, il che aveva ovviamente scatenato le solite fantasie dei soliti catastrofisti che, ormai orfani del Calendario Maya, colgono tutte le occasioni per ricordarci il famoso motto trappista “ricordati che devi morire!” e avevano scorto un legame tra i due eventi, segno certo di qualche oscuro presagio. Legame che comunque presto le indagini sulla traiettoria del meteoroide hanno smentito.

Un micrometeorite.

Un micrometeorite.

Ogni anno almeno 15 mila tonnellate di materiale meteorico cade sulla Terra, eppure eventi come quello di Chelyabinsk 3  per fortuna ormai sono estremamente rari tanto che nell’ultimo secolo si contano sulla punta delle dita 4.

Queste sono composte perlopiù da polveri e micrometeoriti di dimensioni veramente minuscole da passare totalmente inosservate. Non ce ne rendiamo conto ma in realtà è così.
Avete presente quella strana lanuggine che quotidianamente troviamo sotto i nostri letti, oppure quelle strane luccioline danzanti che si scorgono in un raggio di luce che attraversa una stanza buia 5? Per la maggior parte è composta da scaglie di pelle, residui organici e microorganismi parassiti come funghi e acari, polveri vulcaniche etc., cioè quello che è chiamato pulviscolo atmosferico.  Una parte invece è polvere cosmica che il pianeta raccoglie percorrendo la sua orbita attorno al Sole.
Quelle che comunemente chiamiamo stelle cadenti sono solo una parte di questo pulviscolo cosmico che quotidianamente cade sulla Terra. Una parte di questo pulviscolo non sviluppa neppure una coda di plasma visibile, si deposita semplicemente sugli strati alti dell’atmosfera e poi atterra dolcemente anche dopo giorni interi di sospensione, oppure evapora nel suo ingresso nell’atmosfera per l’attrito con questa e poi risolidifica formando microscopiche goccioline vetrose o di metallo sferoidali, come nella foto qui sopra.

La scala delle dimensioni di questi micrometoriti è enorme: insieme al materiale delle dimensioni addirittura di una particella di fumo di sigaretta, arrivano al suolo anche grani ben più grandi, dell’ordine dei decimi di millimetro che non sono poi così difficili da intercettare, a volte basta una … calamita!

Ma per spiegarvi in dettaglio come raccogliere micrometeoriti dovrete un attimino attendere il prossimo articolo sull’argomento che sto appunto preparando.


 

C/2011-L4 PanSTARRS: la cometa di primavera

In questi ultimi giorni mi sono attardato a studiare l’affascinante mondo dei neutrini. L’argomento ha così attirato la mia attenzione che mi sono completamente dimenticato di parlarvi dell’imminente arrivo dell’altra Grande Cometa di quest’anno che tra pochissimi giorni sarà visibile ad  occidente poco dopo il tramonto. Non me ne vogliate, rimedio subito.

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I tempi sono espressi in UT; per l’Italia basta sommare quindi un’ora per ottenere l’ora standard di Roma.
Credit: Il Poliedrico

Se la C/2012 S1 ISON promette di essere una delle più luminose comete degli ultimi secoli 1, la PanSTARRS già visibile nei cieli australi certo non sfigura.

Per ora la cometa è visibile, sempre con maggiore difficoltà a cusa del suo avvicinarsi al perielio, dall’emisfero sud,  mentre già dai giorni 4 e 5 dovrebbe esser possibile scorgerla, magari con difficoltà, nei bagliori vespertini.
La situazione dovrebbe notevolmente migliorare nelle serate successive mentre la PanSTARRS si allontana dal Sole.

La curva di luce prevista per C/2011 L4 PanSTARRS Credit: http://www.aerith.net/

La curva di luce prevista per C/2011 L4 PanSTARRS
Credit: http://www.aerith.net/

In particolare vorrei segnalarvi lo spettacolo del 12 marzo,  quando una sottilissima falce di Luna, Marte e la cometa staranno un francobollo di cielo grande appena 7 gradi.
La curva di luce prevista per la PanSTARRS  indica che comunque già verso la fine del mese la cometa potrebbe diventare invisibile a occhio nudo Consiglio in tal caso l’uso di strumenti a grande campo per non perdersi la conda che adesso punta decisamente verso Nord. Per le effemeridi del giorno e altre informazioni vi invito a consultare il Calendario di questo sito.

Non mi resta quindi che augurarvi un bocca al lupo per le osservazioni e …
Cieli sereni