Le stelle invernali

Una volta un famoso  – in Italia – jingle pubblicitario recitava più o meno così:

le stelle sono tante
milioni di milioni
la stella di ….
vuol dire qualità! 1

Proiezione stereografica del cielo invernale – Credit: Il Poliedrico

Sicuramente una stella così appariscente potrebbe appartenere al cielo invernale boreale, scrigno delle più luminose stelle visibili nel nostro cielo.
Infatti sulle prime 10 stelle apparentemente più luminose solo 3 appartengono al cielo estivo: Vega, Arturo e Altair (tralascio la costellazione del Centauro perché non è visibile alle nostre latitudini).
Comunque questa è solo una coincidenza s’intende, non c’è un disegno specifico dietro più di quanto siano reali le costellazioni.
È che in inverno osserviamo una porzione di cielo particolarmente ricca di stelle luminose e vicine a cui anche il Sole appartiene: il Braccio di Orione.

D’estate invece lo sguardo al cielo è rivolto verso il centro della Galassia, che noi non vediamo per la presenza di gas e polveri nel braccio del Sagittario che ne ostruiscono la vista.

In quella direzione entra anche  in gioco la debole luminosità diffusa di miliardi di stelle e delle nubi di polvere della Via Lattea.

Proiezione stereografica del cielo estivo – Credit: Il Poliedrico

Questa debolissima luminosità di fondo incide sul contrasto del cielo e fa sì che le stelle più brillanti appaiano all’occhio meno contrastate, mentre d’inverno guardiamo verso il bordo esterno della Galassia, dove le stelle sono meno numerose e paiono più contrastate.

Quindi sono questi i fattori che influiscono sulla qualità del cielo escludendo le turbolenze della nostra atmosfera, l’inquinamento luminoso etc.

In merito al quizzone rispondo solo che con il freddo la densità di un gas tende ad aumentare per cui l’aria d’inverno non è più rarefatta, anzi è vero il contrario.
Tralasciando le altre risposte errate, solo la seconda era giusta, d’inverno guardiamo nella direzione dove ci sono le stelle più brillanti del nostro cielo.

Note:

Umberto Genovese

Autodidatta in tutto - o quasi, e curioso di tutto - o quasi. L'astronomia è una delle sue più grandi passioni. Purtroppo una malattia invalidante che lo ha colpito da adulto limita i suoi propositi ma non frena il suo spirito e la sua curiosità. Ha creato il Blog Il Poliedrico nel 2010 e successivamente il Progetto Drake (un polo di aggregazione di informazioni, articoli e link sulla celebre equazione di Frank Drake e proposto al l 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics) “Cercando tracce di vita nell’Universo” (2012, San Marino)) e collabora saltuariamente con varie riviste di astronomia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo libro "Interminati mondi e infiniti quesiti" sulla ricerca di vita intelligente nell'Universo, riscuotendo interessanti apprezzamenti. Definisce sé stesso "Cercatore".

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