INCROCI

Umby

Poco dopo la fantastica esperienza del Carnevale della Fisica n°27 improntato sui legami tra scienza e la letteratura, Marco Castellani e il suo blog GruppoLocale.it ha lanciato l’idea di un forum che rendesse in qualche modo permanente quello spirito a cui Il Poliedrico ha subito aderito.

Credit: Il Poliedrico

Adesso il forum Incroci è direttamente disponibile da qualche giorno anche dall’home page di questo blog, mentre accanto agli articoli esiste un  widget RSS  che mostra gli ultimi interventi sul forum.
Questo forum vuole fare incontrare la scienza con le altre discipline culturali, arte, letteratura, scuola etc. fino alle più banali esperienze quotidiane di ciascuno di noi.
Spero che presto il forum Incroci diventi uno dei vostri forum di riferimento e che vi iscriviate numerosi.

Intanto vi propongo il manifesto di apertura di Incroci scritto dal suo amministratore Marco Castellani:

Perché Incroci

Un incrocio è un incrocio. Su questo non ci piove. E’ una possibilità di contatto tra due strade, due percorsi. Due percorsi che in quel momento, in quel punto dello spazio, mostrano di essere uno.

Così è bello parlare di scienza e di letteratura insieme. Di scienza e di poesia. Non guardando le vie di fuga come lontane e divergenti, ma affinando l’occhio e la sensibilità del cuore per trovare tutti i punti di convergenza.

Quello che ci muove è ben espresso da quanto ha scritto il poeta Davide Rondoni per il Carnevale della Fisica ospitato in gennaio da http://www.gruppolocale.it

La poesia e la scienza non sono opposte, non lo erano nelle origini della meraviglia che percepisce il mondo come primo passo, e non lo sono dopo il lungo cammino di entrambe, quando si concepiscono e attuano come tensione alla conoscenza del mistero del reale. Quel che Ungaretti chiamava il “segreto” del mondo.

http://goo.gl/4w7dw

Poesia, scienza, meraviglia, mistero…. e gli infiniti percorsi che scorrono fitti tra questi poli. Ci sembra interessante il tentativo di proporre uno spazio di discussione per i temi scientifici, certo, ma con un’enfasi particolare alle possibili, infinite, connessioni con gli altri ambiti dell’umana avventura.

Il tempo dirà se questa proposta sarà apprezzata. Per ora diciamo soltanto che siamo aperti a suggerimenti, contatti e collaborazioni. La cultura vive e si esalta con incroci e ibridazioni: può essere una bella avventura parlarne qui :)

Marco Castellani

 

Una congiunzione a barchetta: le foto

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Credit: Il Poliedrico

Dopo diversi mesi in cui non sono mai riuscito a registrare nulla vuoi per il freddo, il cattivo tempo e forse anche un po’ per pigrizia, finalmente la sera  del 25 febbraio sono riuscito a fare un po’ di foto della congiunzione Venere.Luna, con questa insolitamente adagiata sulla sua rotonda pancina, detta anche Luna a Barchetta.
Questo è un fenomeno abbastanza inconsueto per le nostre latitudini, si verifica nei giorni successivi al novilunio e con l’eclittica perpendicolare 1 – o quasi – alla linea dell’orizzonte nelle ore del tramonto. La fortunata combinazione di questi tre elementi porta al realizzarsi della Luna a barchetta, mentre se la perpendicolarità dell’eclittica si verifica all’alba nei giorni precedenti al novilunio si ha la cosiddetta Luna a ponte.

La galleria Congiunzioni avrà probabilmente delle  aggiunte nei prossimi giorni, intanto godetevi le foto.

Non tutto è fumo di quel che brucia (Temporal Distortion)

Credit: Video by Randy Halverson, music by Bear McCreary

 

Questo timelapse magistralmente eseguito – accompagnato dalla colonna sonora originale di Bear McCreary, l’autore di colonne sonore come Battlestar Galactica, Caprica, Terminator: The Sarah Connor Chronicles – merita un articolo.
Oltre alla magnificenza del cielo settentrionale notturno dominato dalla Via Lattea, si possono scorgere altri particolari degni di nota come la scia persistente lasciata da un meteorite al minuto 00:53 e la potente eruzione di un’aurora boreale. Molte sono le curiosità visibili nel filmato, passaggi di satelliti, meteore, aurore elettriche e pure un cervo.

Voglio solo soffermarmi sulla scia persistente (nella realtà dura quasi mezz’ora!) lasciata dal bolide visibile alla fine del primo minuto: quando una meteora impatta con la nostra atmosfera, lo fa con una velocità altissima, 10 – 15 chilometri al secondo. Quest’urto comprime e riscalda l’aria fino a ionizzarla, cioè spoglia gli atomi che la compongono dei loro elettroni esterni.  Questo fronte d’onda precede la meteora, la scalda e spesso la distrugge.
Tutto questo avviene nella mesosfera, tra i 60 e i 100 chilometri di quota, dove la densità dell’aria incomincia a farsi importante  e di cui ancora purtroppo sappiamo ben poco sulla dinamica dei venti.
La scia persistente non è quindi il fumo del meteorite che brucia, ma l’aria ionizzata dall’impatto che lentamente si ricombina ed emette luce, esattamente come accade nelle lampadine a fluorescenza.
Una meteora piccola creerà un fronte d’onda ionizzato piccolo mentre una meteora più grande, tipo una palla da calcio, ne farà uno molto più grande, da essere visibile anche di giorno.
A seconda dei venti mesosferici l’aria ionizzata verrà arricciata e soffiata via prima che si ricombini ed emetta luce, per cui ecco spiegata la sua persistenza e le curiose forme che assume nel cielo.
In questo timelapse si vede benissimo il curioso fenomeno.

Buona visione.

Una congiunzione a barchetta

Credit: Il Poliedrico

Così si presenterà il cielo verso sudovest questa sera verso le 19:00 per il centro Italia (nuvole permettendo).
Sicuramente quello che spicca di più è la congiunzione Venere-Luna. In questo periodo Venere sta lentamente aumentando la sua già considerevole luminosità 1, mentre la Luna avrà, abbastanza curiosamente, la parte illuminata rivolta verso il basso, simile a una barchetta disegnata dai bambini.
Questo è un fenomeno che si verifica quando l’asse di fase 2 è parallelo all’orizzonte. Non sempre questo accade ed è dipendente dalla latitudine dell’osservatore, ora spiegare la geometria del curioso fenomeno ci porterebbe troppo lontano, magari potremmo riparlarne in futuro.
Sopra i due astri principali troneggia Giove, seguito a distanza dall’ammasso delle Pleiadi. Il tutto incastonato tra le stelle più brillanti del nostro cielo – ne abbiamo già parlato il mese scorso:  Le stelle invernali – Sirio, Rigel, Betelgeuse, Antares e una delle più belle costellazioni del cielo: Orione.

Buona visione e cieli sereni.

Neutrini più veloci della luce? forse forse proprio no …

Umby

Certamente vi ricorderete la clamorosa notizia dei neutrini più veloci della luce scoperti l’anno scorso nel corso dell’esperimento Opera del CENR Ginevra/Gran Sasso.
Forse vi ricorderete di più la barzelletta del Tunnel Gelmini che uscì fuori nel celebre comunicato del Ministro dell’Università e Ricerca 1 che partiva dai laboratori di ricerca di Ginevra e attraversava l’Italia perfetttamente dritto per 750 chilometri dentro la crosta terrestre fino ai laboratori del Gran Sasso.

Bene, nel settembre 2011 fu illustrato in una conferenza stampa del CERN che i risultati dell’esperimento Opera mostravano che un tipo di neutrini associati al muone (\nu_\mu\,) 2 percorreva la distanza di 750 km giungendo con 60 millisecondi di anticipo rispetto a quanto avrebbe fatto un raggio di luce nel vuoto a percorrere la medesima distanza.

In questi cinque mesi le elucubrazioni scientifiche o meno su come esistano dei neutrini superluminali si sono sprecate, dagli universi paralleli alle dimensioni extra e così via, ma a quanto pare era colpa della più infida delle bestie della scienza sperimentale: la riduzione degli errori strumentali.
Pare infatti che sia stato un  cavo ottico  del sistema GPS (un po’ più sofisticato di quello dei nostri normali navigatori satellitari) non serrato bene, o forse un errore nel timer del tempo di volo dei neutrini abbiano causato un errore sistematico nella lettura dei dati dell’esperimento 3.

Certo che magari la ricerca scientifica italiana non ne esce proprio bene; potevano essere controllati  meglio tutti gli strumenti e le apparecchiature di controllo prima di emettere un comunicato che attestava la fine dell’era di Einstein, come qualcuno l’aveva chiamata 4.

Però vorrei tirare le orecchie anche a coloro che ora sono pronti a scagliarsi contro i fisici italiani 5: la Scienza è fatta anche – e soprattutto – di errori che vengono riconosciuti come tali e risolti. Questo è progresso scientifico, sfido altri campi del pensiero umano – come l’economia o la politica – a riconoscere e correggere i propri errori altrettanto bene e in fretta.

E’ morto Renato Dulbecco, premio Nobel per la medicina nel 1975

 

E’ morto Renato Dulbecco, premio Nobel per la medicina nel 1975

 

Quando se ne va uno così è come se una piccola parte di noi se ne vada con esso.

Proprio stamattina commentavo un articolo apparso su Scetticamente.it riguardante la cronaca di un convegno di deliranti andati ad ascoltare un ancor più delirante ciarlatano che pretende di curare il cancro col bicarbonato di sodio; il comune bicarbonato che si usa prendere quando si è esagerato a tavola o per lavarsi i piedi dopo una giornata di trekking.
Stasera scopro che il grande ricercatore (premio Nobel nel 1975)  italiano emigrato negli Stati Uniti d’America 1 che ha rivoluzionato la ricerca medica sul cancro è morto.
Addio Renato Dulbecco, grazie per quello che hai saputo dare

Rabdomanzia extraplanetaria

Un'ipotetica spiaggia di un remoto pianeta.

Dei tanti pianeti che il telescopio spaziale Kepler continuamente scopre, l’unica informazione certa che possiamo avere riguarda il loro periodo orbitale – da cui viene stimata poi la massa – e, se siamo stati particolarmente fortunati, possiamo riuscire a calcolare anche le loro dimensioni, ricavate dalla curva di luce dei  momenti iniziale e finale del transito davanti alla loro stella. Può sembrare poco ma non è così.

Abbiamo spesso parlato su queste pagine della necessità di un pianeta di possedere acqua liquida sulla sua superficie per sperare di ospitare forme di vita, e dei parametri orbitali necessari perché questa condizione si avveri, la famosa zona Goldilocks.
Infatti l’acqua è il miglior solvente esistente in natura.  L’acqua liquida protegge e rimescola le sostanze chimiche che poi danno luogo ai primi aminoacidi e ai primi lipidi da cui poi è nata la Vita.

A questo punto però sorge l’ambizione di scoprire -o almeno tentare di farlo – se i pianeti extrasolari con un orbita all’interno della loro fascia Goldilocks abbiano o no davvero oceani d’acqua liquida sulla superficie come spesso siamo portati a credere dai media generalisti che rilanciano le notizie delle scoperte.
Ovviamente non possediamo la tecnologia per andare a vedere in loco se davvero quest’acqua c’è o meno, magari forse in futuro questa possibilità l’avremo o forse mai.

Il sistema Terra_Luna, per ora l'unico pianeta conosciuto con oceani d'acqua liquida.

Però è certo che gli scienziati non possono aspettare per avere una risposta, e allora studiano come ottenere in qualche modo la stessa informazione, cioè verificare la presenza di acqua liquida sulla superficie di un pianeta extrasolare pur rimanendo ancorati a questo Pallido Puntino Blu.

In un articolo apparso su The Astrophysical Journal 1 alcuni ricercatori suggeriscono di osservare questi pianeti extrasolari simili alla Terra come orbita e dimensioni nel vicino infrarosso nelle due finestre consentite dalla nostra atmosfera: a 1.55 – 1,75 μm e 2.1 – 3 μm 2
A queste lunghezze d’onda dovrebbe essere possibile rilevare le variazioni della dispersione di luce che dovrebbero indicare la presenza di oceani acquei. Non solo, ma studi sulll’indice di rifrazione nella radiazione infrarossa rilevata dovrebbero permetterci di rivelare addirittura la presenza di nubi di vapore acqueo nell’atmosfera del pianeta.

Qui forse siamo ai limiti degli attuali strumenti, magari per la prossima generazione di telescopi infrarossi sarà quasi routine.

Ambo, terno e quaterna nel cielo di Long Island

Credit: Glenn Wester, New York

Sembra un’immagine ripresa da  uno di quei simulatori planetari  software che mostrano anche le tracce delle orbite, solo che questa sarebbe un’orbita improbabile per Venere, il soggetto di questa incredibile fotografia.
La scia luminosa che sembra attraversarlo l’ha tracciata la Stazione Spaziale Internazionale la sera del 13 febbraio e ripresa da Long Island, New York da Glenn Wester.
In alto si riconosce inconfondibile la sagoma delle Pleiadi e nel bel mezzo tra loro e Venere troneggia il maestoso Giove.

Bellissima foto!

Buon San Valentino

 

APOD: 2012 February 14 – The Rosette Nebula.

 

Una rosa disegnata nel cielo dal Grande Pittore Cosmico.

La dedico a tutti coloro che, da innamorati, soffrono le pene della solitudine e della lontananza dalla persona amata.
Una lontananza che può essere un continente, ma anche solo un pianerottolo o una stanza.
Amate e non abbiate paura dei sentimenti.
Se c’è un motivo per vivere è proprio per questo.

Darwin, Scienza e Fede

Charles Darwin

La giornata di oggi è dedicata alla nascita del celebre naturalista Charles Darwin, colui che per primo ha proposto una teoria evolutiva per le specie viventi attraverso il meccanismo della selezione naturale.

Durante il Darwin Day alcuni circoli intellettuali organizzano convegni e manifestazioni per ricordare – il giusto – contributo che Darwin ha dato al pensiero scientifico.
Purtroppo però alcuni di questi circoli finiscono per strumentalizzare il pensiero darwiniano per mostrare come nel mondo non ci sia bisogno di un Dio che pianifichi e sorvegli la nostra esistenza, che ogni forma religiosa sia solo un falso e obsoleto mito.
Io penso invece che questi cerchino di scacciare vecchie forme di religione con un’altra religione.

Darwin ha indicato una strada più corretta dal punto di vista scientifico di quanto lo sia la creazione divina, ma anche Galileo e Keplero indicarono che il sistema eliocentrico era scientificamente più corretto del sistema tolemaico adottato dalla Chiesa fino ad allora.
Da questo punto di vista Darwin non ha fatto teologia più di quanta ne abbiano fatta altri filosofi e scienziati prima e dopo di lui, semmai fanno teologia proprio coloro che dicono di aborrire ogni religione in virtù degli insegnamenti di Darwin.

Questi approcci fondamentalisti fanno male alla Scienza quanto il tribunale del Sant’Uffizio lo fece a Galileo Galilei o l’intolleranza dei seguaci del Vescovo Cirillo quando distrussero la Biblioteca di Alessandria.

La Scienza non è fede, è discussione.