Спутник, Compagno di viaggio

Prendete una pallina di alluminio di 58 cm di diametro e che pesa  circa 84 kg, con su quattro antennine  di quasi tre metri che mandano un solo segnale radio su due distinte frequenze  di 20 e di 40 Mhz: “bip… bip… bip…”  per   22 giorni, mettetela in orbita ellittica con un perigeo di 224km e un apogeo di 947 km e avete ottenuto lo Sputnik 1, con 53 anni di ritardo.

 



Il vettore sovietico R7 sulla rampa di lancio

Come era fatto lo Sputnik1

Sono passati ben 53 anni dal lancio del primo satellite artificiale che ha inaugurato l’era moderna, quella che ci vuole protagonisti nel cosmo.
Adesso i satelliti artificiali ci sono familiari, sono una parte dominante della nostra quotidianità: i telefoni, la televisione, i geolocalizzatori che abbiamo in auto o in tasca, Internet… non esisterebbero, o sarebbero molto diversi da come li conosciamo oggi.
Ma allora non era così: dieci anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, erano solo due le nazioni che potevano impegnarsi in un programma costoso e prestigioso che conduceva allo spazio: l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti d’America.
Il primo round lo vinsero i sovietici, ma l’obbiettivo più grande, quello di portare un uomo sulla Luna lo vinsero gli americani appena 12 anni dopo.

 

 

 

 

 

Gliese 581g e il principio deduttivo

Gliese 581g (come me lo immagino)

Non avevo ancora posato la penna dopo aver parlato della Legge di Moore dei pianeti (così era stato ribattezzato lo studio statistico sulla scoperta di un pianeta abitabile entro il 2011) e della regione Riccioli d’oro (in inglese Goldilocks zone) [1], che il team di astronomi guidato da Steven Vogt annunciava al mondo di aver scoperto un pianeta all’interno della fascia Riccioli d’oro della stella Gliese 581 usando lo spettrometro HIRES all’osservatorio Keck (Hawaii).

Stella
Gliese 581
Costellazione Bilancia
Ascenzione retta
( α ) 15 h 19 m 26 s
Declinazione
( δ ) −07° 43′ 20″
Magnitudine apparente
( m V ) 10.55
Distanza 20.3 ± 0.3 anni luce
(6.2 ± 0.1 parsec )
tipo spettrale M3V
Massa ( M) 0.31 masse solari
Raggio (R) 0.29 raggio solare
Temperatura ( T ) 3480 ± 48 Kelvin
Metallicità [Fe/H] -0.33 ± 0.12
Età 7 -11 miliardi di anni

I pianeti scoperti in realtà sono due, portando il totale dei pianeti del sistema stellare Gliese 581 a ben sei pianeti di cui quattro già noti. Uno ha una massa sette volte quella terrestre con un periodo di 433 giorni è il più esterno, con un’orbita il cui semiasse maggiore è di 0,758 unità astronomiche (113 milioni di chilometri dalla stella) chiamato per definizione Gliese 581f, e l’altro, quello che più ha destato scalpore, è stato chiamato Gliese 581g.
Gliese 581g invece ha un’orbita molto più vicina al suo sole, solo 0,146 unità astronomiche (21 -22 milioni di chilometri), che però per Gliese 581 rappresentano più o meno la zona Riccioli d’oro.
Infatti la stella è molto più piccola del nostro Sole e molto più debole: è una nana rossa la cui luminosità nello spettro visibile rappresenta appena lo 0,2% di quella del Sole. Ma Gliese 581 irradia principalmente nel vicino infrarosso, con il picco emissione alla lunghezza d’onda di circa 830 nanometri, per cui applicando le dovute correzioni bolometriche, si scopre che la stella emette l’1,3% del Sole. Per questo infatti la zona Riccioli d’oro è così vicina alla stella – e rende Gliese 581g un posto molto buio per noi terrestri.
Gliese 581g ha un periodo orbitale di 36,6 giorni [2], percorrendo la sua orbita a circa 43 km/sec. Questo comporta che quasi sicuramente (anche se su questo non v’è certezza, ndr) la sua rotazione (il suo giorno) sia sincrono con la sua orbita, avendo così un emisfero perennemente rivolto alla stella e l’altro perennemente al buio. Se così fosse, la sua eventuale atmosfera potrebbe dare origine a violente tempeste lungo il terminatore del pianeta, ma anche qui siamo sul campo di mere speculazioni scientifiche.
Sì, perché a parte l’orbita e la massa (con un certo grado di incertezza) del pianeta e della sua composizione, atmosfera, periodo di rotazione, non sappiamo assolutamente niente.
Si suppone che Gliese 581g abbia una massa che parte da 3,1 a 4,3 volte quella della Terra e un raggio che va da 1,3 a 1,5 volte la Terra, se fosse un pianeta prevalentemente roccioso, 1,7-2,0 volte la Terra, se fosse prevalentemente composto da acqua ghiacciata; ossia abbiamo un grado di incertezza che porta a stimare il raggio del pianeta da 1,3 a 2,0 volte quello della Terra.
Questo porta a ritenere che la gravità superficiale del pianeta oscilli tra 1,1 e 1,7 volte della Terra, in grado perciò di trattenere un’atmosfera, magari più densa di quella terrestre.
Ma queste, ripeto, sono solo ipotesi, ricavate unicamente dai parametri orbitali, quindi supporre che abbia una atmosfera, ospiti o possa mai ospitare forme di vita aliena, semplicemente ancora non lo sappiamo, forse lo scopriremo con la prossima generazione di telescopi o forse no.
Finché non avremo la possibilità di osservarne lo spettro direttamente e magari fotografarlo sarà difficile dare una risposta: comunque io me lo immagino come nel disegno, molto scuro, un bel marrone scuro, perché se davvero ospitasse la Vita, questa avrebbe la necessità di catturare tutta l’energia emessa dalla sua fredda stella.

 

Crediti: The Lick-Carnegie Exoplanet Survey: A 3.1 M_Earth Planet in the Habitable Zone of the Nearby M3V Star Gliese 581
di Steven S. Vogt, R. Paul Butler, Eugenio J. Rivera, Nader Haghighipour, Gregory W. Henry, Michael H. Williamson
fonte: http://arxiv.org/abs/1009.5733


[1] A quando il Primo Contatto?

[2] così io ad esempio avrei circa 438 anni gliesani