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1) quattro moduli abitati interconnessi,
sigillati ermeticamente 2) un modulo esterno, la “superficie marziana” 3) il volume totale dei moduli abitati è di 550 metri cubi |
Contrariamente alla ben più nota –e penosa- trasmissione televisiva, gli scienziati e gli psicologi prendono molto sul serio il comportamento degli uomini costretti a vivere in ambienti ristretti per prolungati periodi di tempo al fine di studiare le complesse interazioni in vista di prolungate missioni spaziali, come una stazione permanente sulla Luna o missioni con equipaggio umano verso gli altri pianeti, ad esempio Marte.
Infatti è proprio da Marte che prende nome questo progetto e 500 sono i giorni che i volontari (in realtà saranno 520) dovranno vivere in un ambiente chiuso e senza contatti con l’esterno eccetto quelli radio, che simuleranno il ritardo nel segnale come se i volontari stessero davvero viaggiando verso Marte. Non solo, per risparmiare banda, le trasmissioni oltre un certo punto della simulazione si svolgeranno solo in chat, quindi niente videomessaggi come ci hanno abituato i film di Hollywood ma saranno solo consentite le comunicazioni su una Intranet col centro di controllo dell’Institute of Biomedical Problems (IBMP) dell’Accademia Russa delle Scienze, a Mosca.
Membri della spedizione
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I membri sono 6 più una riserva russa:
Diego Urbina (Italo-colombiano, 27) |
Ci sono stati molti altri esperimenti che simulano l’isolamento totale dell’uomo dalla Terra: tra tutti vale la pena di ricordare Biosfera 2: un ambiente artificiale di 12.700 m2 in cui furono riprodotti addirittura una barriera corallina e un deserto in miniatura per rappresentare la complessità dell’ambiente terrestre. Quell’esperimento permise di notare un fenomeno totalmente inatteso: l’accumulo incontrollato dell’anidride carbonica nell’atmosfera riprodotta. L’esperimento non ebbe molta fortuna: dopo appena 32 giorni infatti questo fallì per le tensioni tra i partecipanti che arrivarono perfino a sabotare le strutture di Biosfera 2.
Ma ci furono anche altri tanti successi nella permanenza dell’uomo in ambienti isolati: le missioni sullo Skylab o sulla stazione spaziale russo-sovietica Mir, dove fu raggiunto Il record di permanenza nello spazio dal cosmonauta russo Valeri Vladimirovich Polyakov: vi rimase infatti per un totale di 679 giorni, di cui 438 (dal gennaio del 1994 a marzo del 1995) in un unico periodo, tant’è che partì come cittadino sovietico e rientrò da cittadino russo.

La seconda fase tra il 31 marzo 2009 e il 14 luglio 2009, di 105 giorni, non ci fu nessuna donna tra i 6 membri e anche questa missione fu un successo: nonostante gli oltre 3 mesi di isolamento, all’equipaggio il tempo sembrò volare: ”Per quanto possa sembrare strano, qui il tempo vola’, abbiamo la sensazione di essere entrati nel modulo solo due o tre settimane fa”, riferirono i partecipanti entusiasti.
E adesso il 3 giugno è iniziato il terzo esperimento suddiviso in tre fasi: volo verso il pianeta rosso della durata di 250 giorni, discesa e missione al suolo di 3 persone, mentre gli altri rimarranno a bordo della navicella in orbita, e successivo rientro sulla Terra per altri 230 giorni.
La vita a bordo di Mars500 non sarà affatto facile: con le scorte limitate, il cibo che è lo stesso della Stazione Spaziale Internazionale e che si potranno lavare nella sauna con salviettine umide; le giornate dell’equipaggio saranno scandite in modo artificiale, senza la luce del giorno e senza notti, ma solo dai turni di lavoro e dagli appuntamenti per il pranzo e la cena. La percezione del tempo è solo una delle prove psicologiche che dovranno essere affrontate. Comunque il tempo di bordo sarà equamente diviso tra lavoro, tempo libero e riposo, con il solito week-end libero. Hanno anche tanti film, libri, giochi, strumenti musicali e di intrattenimento. Gli astronauti dovranno dimostrare anche che sapersela cavare da soli nella manutenzione e nelle riparazioni di bordo: sarà concesso aiuto esterno solo per situazioni eccezionali di grave pericolo, il successo dell’esperimento è demandato anche alla capacità dell’equipaggio di saper far fronte agli incidenti in volo.
Ci sono moltissime altre cose da dire su questo esperimento, le potrete trovare direttamente sul sito dell’ESA a questo indirizzo e in vista delle vacanze estive non dimenticate questi giochini per i più piccini qui, ma che potranno servire anche i più grandi per dimostrare le loro capacità spaziali.